L'Oltremondo
i pensieri di Giulio
Mi piace ascoltar le parole
che fuoriescono spontanee
dal tuo umido corpo in estasi,
mormorii di piacere
e intensi silenzi da condividere
che parlano di noi
come nessun poeta
potrebbe fare.
Come posso io rinunciare
a questo piacere,
come posso evitare
di nutrirmi della tua gioia
che come nettare
scende giù da bianchi petali?
E' vita questa, che va vissuta,
piacevole sentiero
dalla giuste curve
e dalla misteriosa
desintazione,
che è insieme
certezza e scoperta,
e vortice di sogni
che invece di cadere,
spiccano il volo.
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Incertezza, e un futuro coperto da uno spesso velo d'incoscenza, respiro mozzato da un dubbio che feroce ci assale senza preavviso. Ci caliamo in questo pozzo senza fine dal tetro aspetto chiedendoci a quale sorte andiamo incontro, eppur sappiamo quanto coraggio ci vuole per farlo, per immergersi nel mondo dell'incerto, nello sconosciuto paese dell'animo oscuro. Aspetta, ho trovato una luce, son due occhi innamorati, che indicano il passo, non c'è via d'uscita che non sia l'amore.
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E' fresca brezza ascoltar le tue parole e i tuoi sogni e fantasie, che richiamano lontani ricordi di desideri nascosti che aspettavano te per esser espressi. Hai creato un mondo nuovo, a cui i miei occhi da bambino non son ancora abituati, ma crescono, guardano e imparano anche, che dietro ogni sguardo c'è un rovente pensiero di libertà e di scoperta e di totale umanità. Com'è bello sognare coi tuoi occhi amore mio, com'è bello leggere il tuo sguardo e vedere i sogni miei, e com'è bello questo mondo e il mondo che verrà, quando il frutto di mille fantasie son due cuori che si bramano ed insieme costruiscono, sogni e insieme di realtà! Adoro questo confine, che cresce a doppio ritmo, e mai mi stancherò di proteggerlo ed amarlo e stancarmi e crearlo insieme a te!
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Com'è dolce questa pelle, candida come chiaro di luna, di profumi intensi intrisa, essenza d'un sogno di mezzanotte. Amo sfiorarla e baciarla e sfiorarla ancora, stanchezza non v'è in questo ufficio che prende il mio corpo e il mio animo e tutto ciò che sono come un petalo al vento! E poi silenzio, piccoli respiri si incrociano sottili dopo una notte d'amore, e cessa il bisogno di parlare, perché son le parole strumenti superflui in questa notte, in cui tutto il necessario è lì, accanto a me.
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E' bianco piacere insieme a lei
e ogni giorno che avanza
aumenta il suo splendore
questo cristallo inviolato,
che strato su strato si fa
più forte e lucente e più saldo
agli occhi miei, regalando
quell'invisibile solletichio
dell'anima, prova d'un piacere
intenso, di una pace raggiunta,
di desideri espressi
con la maestria d'un giocoliere,
che cattura l'attenzione
per sorprenderci ad ogni sguardo.
E ora, che il mio respiro
si fa più quieto, e la nebbia
che riempiva le mie narici
è rada come un ricordo lontano,
stringo a me questi momenti,
gioielli rari da custodire
e tenere al riparo
dal dolore del mondo,
che appare lontano,
che appare sconfitto,
finchè accanto a me
potrò ammirare quei sorrisi,
quei gesti sottili ed efficaci
e limpidi come acqua marina,
nati da un cuore
troppo splendente
per esser oscurato
dalla sbadatezza del quotidiano.
Ogni giorno è diverso
e migliore ed intriso
di nuovi proumi,
perchè accanto
a me ci sei tu,
unica follia
di cui voglio far parte
senza cercare una cura.
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M'avvolgo nel profumo di questa notte argentata, brillante come stelle estive, luce profusa negli occhi miei da questo legame ancora acerbo, e cadono pian piano i granelli nella clessidra del tempo, creando ammalianti disegni d'arcano significato, cui io voglio dare senso immaginando un più forte legame. E' un desiderio che leggo tra le sfumature d'una nube, un'onda del mare, un fiore bianco solitario, perché tutto ciò vedo e sento e filtro dentro di me ha bisogno del tuo respiro per prender colore, per esser svelato da questo grigio mantello. E' acerbo questo frutto, ma già emana il profumo invitante della felicità, saprò aspettare per goderne il sapore, attento a non rovinare questo dono che muta sotto gli occhi miei.
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Parole, parole, parole. A che servono le parole, dimmelo, quando basta uno sguardo per dirsi tutto, per affacciarsi su un mondo nuovo, in cui tutto è una scoperta? Sono occhi, questi, di rara natura, in cui perdo lo rotta per ritrovare me stesso, luci brillanti nella notte più oscura, che illuminano la mia via senza turbamento alcuno. E' rara la sensazione, ora lo so, di scoprire ciò che è dentro di me osservando un'altra anima fresca e avvolgente e sempre aperta agli occhi miei. Ti ringrazio, destino o disegno o pura confusione, hai aperto il mondo di fronte ad un uomo, che ha trovato mare cristallo in cui rifugiarsi, senza l'obbligo di parlare, di render banale ogni gesto sottile.
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E' una stella! La vedi? Gemma incastonata negli occhi del mondo, che ha trovato spazio nel cuore di un'anima libera e felice e unica! Non c'è smarrimento più bello che perdersi in quello sguardo infinito, luce che riflette su di me e da forza al mio motore! Terrò con cura questo dono ché non c'è cosa più preziosa, di un'immagine soave che libera il mio corpo, facendone tutt'uno con l'anima, la mente, e il suo ipnotico profumo che avvolge ogni cosa, dal cuore innamorato al tramonto condiviso, dal momento di passione, al più dolce suo sorriso!
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Guardo la luce di fronte a me con grande difficoltà, tanto i miei occhi s'eran abituati all'ombra opaca che ostinata m'avvolgeva. Faccio fatica a guardarla in quegli occhi profondi, che parlano di sogni e d'avventure rare, che mi chiamano anche quando sono lontani e creano pure nel sogno il disagio del nuovo. Ardua è la strada ma non impossibile, anche gli occhi più cupi s'abituan alla luce ed è concesso loro il privilegio di perdersi nel viaggio per cui siamo nati, la ricerca di una luce alla quale abituarsi, per scoprire un mondo sempre diverso.
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Scappa! Scappa!
Non perdere tempo!
Corri più veloce che puoi,
non guardarti indietro!
Il Mondo ti sta inseguendo,
ma tu devi andare oltre,
non ti devi accontentare
del ritmo che ti è imposto!
Corri! Corri!
E guarda davanti,
i paesaggi cambiano,
e cambiano per te!
Muta l'orizzonte per
l'uomo nuovo
che ha fame di novità!
Non stare fermo!
Fuggi! Fuggi!
Ti insegue la noia
del quotidiano,
ma tu non guardarla!
Stancati, perdi il tuo fiato,
sentiti perso in questa
folle corsa dal mondo!
E se vedrai qualcuno
che corre accanto a te,
salutalo, abbraccialo,
tiello per te!
Scappate dallo stesso mondo,
verso l'identico sogno!
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Gente, colori, profumi stranieri di fronte ai miei sensi simili a pelliccole sui cui imprimere le forme del nuovo, lingue diverse, sguardi sinceri, bionde bevande che aiutano a ridere in compagnia, scherzando sul nulla, che di tutte le cose è la più misteriosa. E il sole svogliato che brilla di sera, infonde meraviglia nei miei occhi da bambino, lasciandomi un ricordo, un disegno da raccontare sottovoce ad un orecchio amico. Mi sento a casa, ovunque io sia, quando vi son colori sì accesi e questo profumo di libertà di cui sento il bisogno, e ogni nuovo dettaglio è un regalo sincero, come il pensiero che mando da quache parte nel mondo, a quella piccola mano che vorrei prender nella mia, per indicare insieme ogni nuova scoperta, per rendere doppio ogni nuovo disegno.
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Volevo solo stare solo, staccare la spina da quella vita frenetica ma sempre uguale, da quelle solite facce sorridenti ma che a lungo andare apparivano così vuote, da quel lungomare dai mille colori che ad uno sguardo più attento apparivano solo tante sfumature di grigio. Volevo prendere tempo, riempirmi i polmoni di aria che fosse solo mia, di nessun altro, fuggire dal ritmo forzato in cui mi ero infilato e di cui tutti andavano così fieri, che era diventato una prigionia, un binario lungo e noisamente dritto senza nessuna possibilità di fermarsi, a meno di creare delusioni in chi mi guardava. La mia vita era diventata un servizio per gli occhi di chi mi guardava, un'unica aspettativa che avevo creato senza neanche rendermene conto, e le mie mosse sembravano già scritte, tutti sapevano cosa dovevo fare, dove non dovevo fallire. Non era assolutamente quello che volevo, sentivo un enorme vuoto dentro di me, chi mi conosceva meglio lo avvertiva, ma non sarebbe mai stato in grado di capirlo fino in fondo perché neanche io, inizialmente, mi ero reso conto di quanto quel vuoto fosse profondo. Avevo bisogno di un momento di pace, come durante la fuga da una bestia feroce, quel momento che ci da il tempo di guardarci indietro senza temere di inciampare, di rinfrescarci la fronte con dell'acqua fresca e pensare al da farsi. C'erano, è vero, delle persone intenzionate ad aiutarmi, tra loro anche qualcuna disposta ad ascoltarmi profondamente, ma in quei momenti non potevo certo capire quanto potessero essere importanti, era essenziale fuggire, strappare la tela che gli altri avevano dipinto, ritraendomi in una posa innaturale, che non raffigurava minimamente il mio sentire, ma sembrava piuttosto una caricatura paradossale che pareva dire "devi essere così, che tu lo voglia o no". Non sapevo dove mi avrebbe portato quel momento, anche se una luce all'orizzonte si intravedeva, ma ero ancora troppo miope per capirne i contorni, per apprezzarne i dettagli, per sapere che forse era ciò che andavo cercando.
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Quante vite abbiam trascorso, durante un solo percorso, che nessuno ricorderà tranne i nostri occhi stanchi di pianger lacrime, tranne il nostro cuore stanco di trattener le fitte che ogni delusione ci infligge. Quante vite abbiam trascorso, durante un solo percorso, a pregare il destino di ridere con noi, di offrirci una dama bianca che sappia custodir i nostri segreti, piccoli dettagli di ogni giorno che compongono le fila di ciò che abbiam vissuto. Quante vite abbiam trascorso, durante un solo percorso, nel rimpiangere un sorriso, una carezza, un bacio leggero, nello sperar che lei s'accorga della nostra vocazione all'amore più sincero, sigillo d'ogni vita che riunisce il nostro mondo.
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C'era qualcosa di profumato in quei giorni senza di te, il mio corpo, e con lui ogni mio pensiero, erano intrisi della più pura voglia di vivere. Attendevo il momento più bello, l'alchimia dei sensi che si componevano in un abbraccio carico d'amore e in quel tanto sospirato bacio, che riempiva i miei polmoni d'una sostanza più pura dell'ossigeno, invisibile all'intelletto umano e misurabile solo col proprio essere. E il mio, si riempiva di te, come una spiaggia accarezzata dalle onde del mare, in un'atmosfera incantata, parte del genio della vita che la natura ha saputo concederci. Solamente grazie a quei momenti posso dire, ora, di aver vissuto, di aver colto il caldo fiore che questo insieme confuso di giorni mi ha regalato.
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Non potevo crederci, mi sentivo quasi violato nell'animo, negli anfratti più oscuri ed intimi della mia personalità. Come essere colpiti da un fulmine, ci si sente vittime di una profonda ingiustizia, ci si continua a chiedere perchè proprio a noi, perché proprio quel giorno. Non era da me perdermi in un bicchier d'acqua così piccolo, avevo avuto dei cedimenti durante il percorso quotidiano della vita, ma erano sempre state piccole scosse d'assestamento, mai un vero e proprio terremoto, di quelli che ti staccano violentemente i piedi da terra. Ma ora, nel tempo d'un battito d'ali di farfalla, il mio mondo era totalmente cambiato, avevo incrociato un'ombra occulta, una personalità che emanava una profondità sconcertante nel buio dei suoi occhi, che sembravano quasi trattenere a fatica, e volontariamente, i messaggi d'aiuto che teneva dentro di sé. Era quel fare ambiguo che mi aveva inizialmente portato a una fredda indifferenza, ma che parallelamente giocava col mio inconscio, stuzzicandone le più remote pieghe. Una bomba ad orologeria, un vulcano che riempie le sue viscere di magma nel profondo silenzio della notte e che all'improvviso scatena la sua inarrestabile potenza inoculando negli spettatori quel forte senso di meraviglia e di impotenza, che spezza qualsiasi velleità di salvezza.
Ammetto, non volevo crederci neanche io, ho pensato subito ad un errore di valutazione, a delle emozioni amplificate da un particolare momento d'abbandono, ad un perverso gioco al martirio, di quelli che ci porta a fare cose che non siamo minimanente in grado di portare avanti. Ma solitamente era il tempo a levigare tutto come un fiume in piena, smussando anche le rocce più aguzze in pochi istanti così da modificare il paesaggio della mia anima nel giro di qualche giorno, eppure questo meccanismo si era inceppato col suo incontro, il tempo si beava di me facendo finta di essersi dimenticato del necessario aiuto di cui avevo bisogno.
Furono pochi i momenti in cui ebbi la fortuna di entrare in contatto con quella presenza così singolare, con quell'anima sonora che emetteva un flebile canto d'incomprensibile bellezza, malcelato da un velo di freddezza costruita ad arte come riparo dal complicato regno del sentimento, ma nonostante ciò cominciavo a non fare più a meno di quella melodia, mi piaceva anche solo ascoltare il silenzio da lei generato in quei momenti d'imbarazzo che al buon osservatore paiono regali rari e da custodire gelosamente. Avevo completamente perso ogni senso di realtà, la sua presenza, come la sua assenza, erano in grado di cambiarmi l'umore in un secondo, di trasformare il mio sentire come argilla nelle mani di un abile scultore e questo, intimamente, mi dava fastidio. Non potevo accettare che le mie azioni, questa volta, fossero legate al movimento di un'altra persona, privandomi di quella autonomia che mi ero conquistato e di cui andavo così fiero.
Ma non potevo fare altrimenti, ero come un pesce oceanico preso all'amo, che scuote la lenza con tutte le sue forze, fino ad esaurirle, rendendo quasi banale il compito del pescatore. Ed era questa banalità, questo totale lasciarsi andare, la mia rovina più grande, stavo offrendo tutto quello che avevo ad un prezzo irrisorio. E ben pochi sono in grado di accettare un dono così grande senza pagarne un prezzo tanto alto da giustificarlo.
Era questa la conclusione a cui, dopo diverse notti insonni, ero arrivato. Mi ero innamorato, ero stato così sciocco da aprirmi ad un'altra persona, senza porre ripari, senza accettarne le conseguenze. Ed ora mi ritrovavo così, solo, in compagnia del suo ricordo, accoltellato nell'animo dalla sicurezza che in quel momento lei stava pensando ad altro, magari ad un quartiere lontano, ad un vecchio poeta, ad una serata tra amiche. E io non mi rassegnavo, perchè come Ulisse avevo ascoltato il suono della sua anima, ma non ero stato tanto accorto da legare il mio corpo ad un saldo riparo.
Quanto avrei voluto che anche solo una nota del mio essere fosse arrivata alle sue orecchie, alla sua pelle, al suo cuore mascherato e velato di malinconia. Quanto avrei voluto guardarla e aspettare che fosse lei a sorridere, così da chiudere gli occhi ed aver impressa per sempre quell'immagine e poter dormire, finalmente, col sogno del domani.
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Quante volte ho camminato per le strade della vita senza osservare la bellezza di ogni cosa, l'aria primaverile che scuote i petali violetti, le leggere ali di un'ape che vola spensierata, i riflessi del sole sul mare cristallo le cui onde accarezzano le terre e ne amplificano i profumi. Quante volte ho camminato per le strade della vita senza osservare la bellezza di ogni singola persona, prigioniero di un pregiudizio insensato, dettato dal fare sbrigativo che ognuno di noi non può far a meno di portare con sé, quante volte ho negato un sorriso, una stretta di mano o una parola gentile, un bacio in più, una carezza improvvisa, un amore sincero, un saluto inumidito da piccole lacrime di felicità. Quante volte abbiamo camminato, noi tutti, per le strade della vita, senza accorgergi di quanto vicina fosse la felicità, a portata di mano, dietro il più banale degli angoli, a disposizione del più piccolo gesto. Non soffermiamoci all'apparenza, che spesso inganna anche i nostri cuori, indaghiamo tutto l'indagabile e non rifiutiamo mai il piccolo esperimento che può regalarci una vita, un sorriso sincero durante un ricordo.
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Ho passato il tempo
a desiderare momenti
di fuoco, placati
dall'umidità delle tue labbra,
che puntualmente
sono esplosi come
preziosi cristalli sul
duro pavimento.
Ma nella follia
dell'oltranza e del dolore
di cui non posso
fare a meno
ogni giorno,
ho trovato il tempo
per un meraviglioso dono
da porgerti senza impegno
e del quale tu, ragazza,
devi fare tesoro.
Ti ho regalato
i momenti di un uomo
innamorato, e parole
scolpite su un foglio
come il tuo viso è nella
mia memoria.
Ti ho regalato
una parte di me,
trattala bene, curala,
pensaci nei giorni d'estate
o durante la pioggia invernale,
ti aiuterà a capire
quanto sei stata importante,
anche solo un momento,
per un'altra persona.
Che avrebbe fatto
di tutto per vederti felice,
anche mettersi da parte,
in attesa di ciò che non
si può attendere.
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Il mio cuore ha deciso d'innamorarsi di te, senza permesso alcuno, senza chiedere consiglio alla mia anima distratta, ed è per questo che mi vedo costretto a porgerti questa lama, rivolta al mio petto, mentre ti bacio e mi stringo a te, cosciente del pericolo a cui vado incontro. Nelle tue dolci mani è il mio destino velato, oggetto misterioso sotto una campana opaca di cui solo tu detieni la chiave. Asseconda il mio cuore e molla la presa da quella fredda lama senz'anima, lasciala cadere nel suo sordo rumore di cristalli e abbandonati a me, o spingila con forza tra le mie carni scoperte così che io possa portarne le cicatrici per tutta la vita, e ricordare quanto dolore porti un amore mai nato, figlio di un vezzo da bambino, segno indelebile della fragilità di un uomo. Il mio cuore ha deciso d'innamorarsi di te, mai guerra fu più facile da vincere.
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Se ci fosse un modo per rubar la penna a chi scrive le nostre vite, quanto lo farei, anima mia, ma ancor più dura è la realtà quando c'accorgiamo che è la nostra mano a muoversi sul foglio, che ogni azione è frutto di un nostro errore, piccolo, ma pungente come una spina. Vorrei ogni tanto cancellare quelle frasi che descrivono le mie mancanze, quei discorsi che riempiono le pagine di quei giorni felici, ma tristi nel loro seguito, ma non esiste rimedio per queste sbavature. Ho creduto che quella mano invisibile fosse benevola, ma non avevo fatto i conti coi tuoi occhi, che leggevano, e tristi si chiudevano per non leggere ancora.
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Amatevi voi che potete,
non perdetevi
in inutili discorsi
che portan via il tempo.
Amatevi voi che potete,
che ogni dettaglio
è unico e raro,
ed è dono prezioso
che la vita v'ha concesso.
Amatevi voi che potete,
un gesto d'amore
vale mille cuori infranti,
c'è tutta una vita davanti
per la rabbia e il dolore.
Amatevi voi che potete,
che il mio umile cuore
giosce dei vostri volti
e vive meno solo
in compagnia della
vostra felicità.
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Nickname: Nikolaj_000
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Sesso: M Età: 36 Prov: LI |
Inviato da: zanna1999
il 18/02/2012 alle 21:28
Inviato da: chanelkuy
il 12/01/2012 alle 10:49
Inviato da: zanna1999
il 01/01/2012 alle 04:21
Inviato da: gump89
il 30/10/2011 alle 00:59
Inviato da: winnie1971
il 26/09/2011 alle 14:16