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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 15 Gennaio 2006 da Eruditore
Foto di Eruditore

Il corpo vitale è un aggregato di ioni?"Gli esperimenti furono condotti da Watter. Egli prese dei topi e li introdusse in una camera Wilson. La camera Wilson è una camera a nebbia dove è possibile vedere anche le conformazioni materiali più sottili. Preparò un dispositivo per raffreddare il fondo della camera Wilson in modo da provocare la morte per assideramento dei topi. Quindi aspettò che la morte delle cavie avvenisse" (46).

Lo scienziato poté constatare che l'istante in cui il topo cessava di vivere coincideva con la comparsa di una sagoma scura che si staccava dalla testa dell'animale morto per assideramento.
Detta sagoma presentava la stessa forma e le stesse dimensioni del corpo dell'animale.
Egli notò inoltre che in qualche caso non si riusciva a fotografare questo "doppio" dell'animale, ma ciò era dovuto semplicemente al fatto che l'animale stesso non era morto e poteva infatti essere rianimato. Questo esperimento sembra confermare, in chiave moderna, quanto ci è stato tramandato dalle più antiche dottrine e dalle descrizioni dei sensitivi circa il distacco di un quid energetico (corpo pranico, doppio eterico, ecc.) dal corpo dei defunti al momento della morte.
La camera a nebbia, o di Wilson, è un rivelatore di particelle elementari il cui funzionamento si basa sulla proprietà dell'aria satura di vapore d'acqua di divenire soprassatura in seguito ad un brusco raffreddamento. Se vi sono opportuni centri di condensazione, il vapore d'acqua condensa in una fitta nebbia di goccioline. Se l'aria, dopo essere stata purificata, è improvvisamente raffreddata, le gocce di acqua indicano la presenza di ioni prodotti dall'urto di particelle cariche.
Quando una particella carica passa attraverso la camera, le coppie di ioni lungo il suo cammino sono prontamente circondate da gocce d'acqua. La disposizione di queste ultime, che possono essere fotografate su di uno sfondo nero, mostra il percorso della particella (Fig. 12).


Fig. 12 - Nella camera di Wilson, o ad espansione, mediante un pistone l'aria satura di vapore viene sottoposta a rapida espansione. Il conseguente raffreddamento rende l'aria sovrassatura e il vapore acqueo si viene a trovare in equilibrio tanto instabile da condensare sugli ioni prodotti dal passaggio di particelle cariche che lo attraversano; queste sono rese visibili dalla scia luminosa di minute goccioline e fotografate.

Se il corpo vitale che si libera al momento della morte da un organismo vivente è in grado di ionizzare l'aria soprassatura della camera a nebbia, in modo di riprodurre la forma dell'animale che ha cessato di vivere, c'è da pensare ad una emissione, da parte di detto corpo vitale, di particelle cariche (ioni) e/o di radiazioni ionizzanti.
Al russo V.S. Grishchenko si deve l'invenzione del termine "bio-plasma" che vuole estendere al mondo biologico il concetto di plasma, termine col quale, nella fisica moderna, viene definito un gas ionizzato ad alta densità e macroscopicamente neutro.
Questo corpo di plasma biologico sarebbe, secondo il professor Vladimir Inyushin ed i suoi collaboratori dell'Università di Alma Ata, il responsabile della bioluminescenza visibile nelle foto ottenute con la camera Kirlian 
(47). Questi sperimenta tori non hanno avuto difficoltà ad ammettere che il corpo bioplasmico altro non sarebbe che una riscoperta del corpo eterico (spesso confuso col corpo astrale) o doppio eterico, o corpo fluidico delle antiche filosofie e delle dottrine orientali (48).
Circa cinquant'anni fa i professori Harold Burr e F.S.C. Northrop di Yale enunciavano la loro "teoria elettrodinamica della vita", secondo la quale tutti gli esseri viventi possiedono un "campo elettrico organizzatore", al quale diedero il nome di "campo-V" (V da vita). Questo non va confuso con la variazione di conduttività della pelle o con le correnti ioniche trasmesse dai tessuti. Si tratta invece di deboli correnti continue e alternate a bassa frequenza, la cui tensione è dell'ordine dei millivolt.
È un campo elettrico presente in ogni organismo del mondo biologico, dal più piccolo seme, all'animale e all'uomo e fin dallo stato embrionale presenta tutte le caratteristiche che poi si manifesteranno nell'individuo adulto, comprese le anomalie dovute a difetti congeniti o a malattie. Il campo-V si genera nel corpo ma è possibile apprezzarlo anche ad una certa distanza da esso. I suoi valori subiscono variazioni con lo stato di salute del soggetto, il che avrebbe reso possibile effettuare diagnosi di malattie prima che se ne manifestassero i sintomi.
Le variazioni del campo-V sono in relazione anche con lo stato elettrico dell'atmosfera (onde elettriche a bassa frequenza), con i cicli lunari e solari e con gli stati d'animo. A questo proposito sono particolarmente interessanti le ricerche del dottor Leonard Y. Ravitz, allievo di Burr, circa l'esistenza di cicli nel campo vitale "elettrodinamico", cicli diurni, stagionali e semiannuali. In una sua memoria pubblicata negli Annali dell'Accademia delle Scienze di New York, n. 96-1962, egli riferì di aver potuto registrare, attraverso le misure del campo-V, "un'ampia varietà di stati emozionali" 
(49).

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Note:
46. Ugo Plez: "Le Scienze perdute", Ediz. M.E.B., 1974, Torino, pag. 123.
47. S. D. Kirlian, elettrotecnico di Krasnodar, scoprì per caso nel 1939 che una misteriosa luminescenza, emessa da tutte le cose viventi e non captata dall'occhio umano, può essere fotografata senza l'impiego di macchina fotografica, ma semplicemente facendo attraversare l'oggetto, applicato sulla lastra fotografica, da una scarica ad alta tensione (da 20.000 a 200.000 volts) e ad alta frequenza (da 30.000 a 200.000 Hz). Le foglie, appena tolte dalla pianta, appaiono circondate da un'aura variamente colorata, costituita da minuscoli punti luminosi e brillanti, che si attenuano fino a scomparire a mano a mano che la foglia appassisce.
Le dita umane sembrano lanciare energia fiammeggiante d'intensità e di colore variabile con lo stato di salute del soggetto.
48. P. Tompkins e C. Bird, "La vita segreta delle piante", Ed. Sugarco, Milano, 1975.
49. G.L. Playfair - S. Hill, op. cit., pagg. 199, 237, 291.

 
 
 
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