Creato da Eruditore il 12/01/2006

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Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 17 Gennaio 2006 da Eruditore
Foto di Eruditore

Come stelle, nebbie e lumi di candela
Miraggi, gocce di rugiada e bolle d’acqua
Come sogni, lampi e nubi
In quel modo vedrò tutta l’esistenza…

Dal diario di Mikao Usui, 1923

 

La vita di Mikao Usui.

Il Reiki é una forma antichissima di conoscenza che i Tibetani già usavano millenni fà. In molte parti del mondo, poi, il Reiki era conosciuto da sacerdoti, guru, sciamani che ne custodivano gelosamente il segreto. Cosi' gelosamente che, ad un certo punto, del Reiki si persero le tracce e questa antica tecnica di guarigione, basata sull'amore e l'energia cosmica, finì per cadere nell'oblio. Finché, nel diciannovesimo secolo, il dottor Mikao Usui, insegnante in una piccola università cristiana di Kyoto, in Giappone, non ritrovo' la chiave del Reiki, celata in antiche scritture sanscrite risalenti a 2.500 anni addietro.

Lo stimolo alla ricerca era partito dalla domanda di un giovane studente di Usui. "Maestro", aveva detto, "hai mai visto qualcuno guarire imponendo le mani, come faceva Cristo?". Usui rispose che no, non l'aveva mai visto, ma che credeva a quello che si dice nel Nuovo Testamento.
Lo studente però non fu soddisfatto dalla risposta del Maestro. "Io non posseggo la tua stessa fede" s'impuntò, "ed ho bisogno di verificare di persona se sia possibile guarire con le mani".
La filosofia indiana dice che "é sempre colui che ci stà di fronte ad essere lo strumento della nostra evoluzione. A causa della richiesta del suo allievo, infatti, la vita di Usui cambiò completamente: da docente universitario divenne pellegrino in cerca di conoscenza. Andò in America a studiare teologia, girò diversi paesi alla ricerca di un illuminato che potesse impartirgli gli insegnamenti giusti. Ma le sue domande cadevano nel vuoto.

Così tornò in Giappone, sperando di trovare la risposta nei templi. Finalmente, in un monastero, scoperse alcuni Sutra (testi sacri) buddisti che nessuno aveva mai tradotto.
Per sua fortuna Usui conosceva bene il sanscrito e si mise a decifrarli.
Passarono giorni e settimane ed alla fine trovò quello che cercava: alcune pagine che spiegavano come guarire con le mani. Finalmente conosceva la tecnica per far circolare l'energia da sé agli altri, ma non sapeva come attivarla...
Era come se avesse saputo gestire il fuoco di un caminetto, ma senza sapere come accenderlo!
Così decise di isolarsi sulla vetta di una montagna sacra a meditare. Per rendersi conto del tempo che passava, ad ogni spuntar dell'alba, gettava via uno dei 21 sassolini che aveva portato con sé. Trascorreva le sue giornate leggendo testi sacri e digiunando.
Al ventunesimo giorno, di mattino presto, come ci tramandano i suoi allievi, Usui fu colpito da una luce accecante e, quando il suo sguardo poté di nuovo levarsi al cielo, vide due globi luminosi su cui erano tracciati in oro i sacri simboli della guarigione.
Usui, al sommo della felicità, si precipitò giù dalla montagna ferendosi un piede; gli bastò mettervi una mano sopra ed il sangue cessò di scorrere: la ferita si rimarginava sotto i suoi occhi.
Da allora, Usui passò la vita a curare i malati e ad insegnare il Reiki.

 
 
 

Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 16 Gennaio 2006 da Eruditore
Foto di Eruditore

Un genio dimenticato in Italia: Nikola Tesla

"La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell' umanità".
Nikola Tesla

 

"Il progressivo sviluppo dell'uomo dipende dalle invenzioni. Esse sono il risultato più importante delle facoltà creative del cervello umano. Lo scopo ultimo di queste facoltà è il dominio completo della mente sul mondo materiale, il conseguimento della possibilità di incanalare le forze della natura così da soddisfare le esigenze umane"(1).

Così Nikola Tesla apre il primo capitolo della propria autobiografia, un volumetto polveroso fuori catologo, comprato per pochi soldi in un negozio di libri usati situato oltreoceano.

Sì, sembra proprio che questo libro fosse un "fondo di magazzino", riguardante qualcuno non così importante.

Peccato che a questo "qualcuno non così importante" si debbano molte invenzioni che ognuno di noi usa nella vita quotidiana, perché proprio a questo signore quasi dimenticato si devono i rudimenti di molte scoperte, sviluppate da altri uomini di Scienza, quali la radio, o il radar. Nel migliore dei casi, il suo nome è connesso all'unità di misura dell'induzione elettromagnetica, cioè dei campi elettromagnetici generati dalle antenne per le trasmissioni radiotelesive e da quelle per le comunicazioni via cellulare.
Vogliamo almeno per poco, gettare il fascio dei riflettori su questo scienziato ingiustamente dimenticato, poiché ciò che noi vogliamo sottolineare è che il suo operato è sempre stato, per usare parole sue, "al servizio della specie umana", non interessato al successo personale.

Nikola Tesla nacque nella notte fra il 9 e il 10 Luglio 1856 a Smilijan. Il padre, Milutin Tesla di origine serba, era un ministro del culto ortodosso. Sua madre, Duka Mandic, abile ricamatrice, era una donna non istruita (non era andata a scuola per accudire i propri fratelli e le proprie sorelle dopo la malattia che aveva reso cieca la madre), ma era dotata di memoria prodigiosa. Tesla ha sempre ricordato che la propria madre citava interi testi della Bibbia e di poesia e affermava di avere ereditato da lei molte delle proprie abilità, non solo una memoria fotografica ma anche altre facoltà intellettive come una notevole inventiva e industriosità. Ella infatti ricavava dalle fibre vegetali delle piante da lei coltivate il filo utilizzato nei lavori di ricamo e di cucito (2).

Dopo aver terminato gli studi di fisica e matematica al Politecnico di Graz, Austria(3) (contemporaneamente aveva iniziato a studiare filosofia all'Università di Praga), studiando 19 ore al giorno e dormendo solo due, il nostro dimenticato scienziato provò sempre di più strani fenomeni, risalenti all'infanzia.
Nel buio poteva sentire l'esistenza di oggetti "come un pipistrello". Non solo.
E' vero che fin dall'infanzia VEDEVA LAMPI DI LUCE CHE INTERFERIVANO LA SUA VISIONE DEGLI OGGETTI REALI, ma in quel momento all'età di venticinque anni, l'intensità di tali lampi di luce non solo era aumentata, ma addirittura questi lampi lo circondavano costantemente.
La sua reazione a tali fenomeni consistette nel fatto che un semplice concetto, espresso verbalmente, si delineava nella sua mente come un'immagine che egli vedeva e sentiva come se fosse reale.

Ma Tesla non era nuovo a queste esperienze. Tesla stesso, nella sua autobiografia, dichiara che nell'età adolescenziale, quando era solo di notte, viaggiava in mondi sconosciuti e lontani, dove intraprendeva nuovi studi e intraprendeva delle conversazioni con individui che gli parevano reali come il mondo esterno (4). Egli stesso esclude che tali fenomeni siano state delle semplici allucinazioni (5).

Già all'età di diciassette anni, in seguito a questi fenomeni, eglì scoprì di poter creare delle invenzioni nell'intimo della propria sfera psicologica, della propria mente, avendo l'immagine davanti a sé dell'invenzione compiuta, riuscendo a definire le eventuali modifiche che era necessario apportare senza ricorrere a disegni, progetti, modelli o esperimenti compiuti nel mondo esterno. Con nostro stupore, questo è sempre stato il metodo di lavoro di Tesla.

Non sembra poi così audace sostenere che lo Scienziato Croato sia venuto a contatto con altri mondi e altre dimensioni.

Molti anni dopo, nel 1899, nel suo laboratorio a Colorado Springs, il suo trasmettitore ricevette un segnale che si ripetè continuamente. Egli affermò di aver ricevuto un messaggio dallo spazio. Fu ridicolizzato per questa sua scoperta. Egli comunque, fu il primo uomo a scoprire le onde radio dallo spazio(6).
In un'altra fonte da noi usata per questo lavoro si afferma che Nikola Tesla lavorò con la tecnologia relativa al viaggio nel tempo. Si crede che le sue conoscenze provengano da entità di altri mondiIn ogni caso, è proprio in questo periodo in cui Nikola Tesla affronta queste singolari esperienze, che egli inizia ad avere brillanti idee nel campo della fisica e inizia a dedicarsi anima e corpo al principio della corrente alternata.
Nel 1881, mentre lavora come disegnatore e progettista all'Engineering Department del Central Telegraph Office, inizia ad elaborare il concetto della rotazione del campo magnetico che rese la la corrente alternata, quale è tutt'oggi, uno strumento indispensabile per la fornitura di corrente elettrica.
L'anno successivo, il nostro scienziato, sempre più interessato al principio della corrente alternata, si trasferisce a Parigi, essendo stato assunto dalla Continental Edison Company.
Nel 1883 egli dà vita al primo motore a induzione di corrente alternata, in pratica, un generatore di corrente alternata(8). Durante la creazione del motore a corrente alternata, Tesla seguiva un metodo di lavoro diverso dagli altri Uomini di Scienza suoi contemporanei, dando prova delle sue straordinarie facoltà intellettive.
Non era necessario per lui ricorrere a progetti, modelli o a diversi esperimenti pratici per raggiungere l'ottimale funzionamento della sua invenzione. Nella sua mente egli aveva ben chiaro il progetto del motore a corrente alternata. Laddove era necessario apportare delle modifiche a singole parti, queste operazioni erano attuate solo nell'ambito della viva immagine che lo scienziato aveva della sua scoperta.
Solo quando egli riteneva che il suo congegno fosse a uno stato ottimale di progettazione, egli dava incarico ai suoi collaboratori di procedere alla costruzione, dando loro per filo e per segno le misure di ogni singolo pezzo che componeva il motore. E, una volta costruito, il motore a corrente alternata funzionava!(9)

Nel 1884, il giovane Tesla, desideroso di far conoscere le proprie scoperte, si reca negli Stati Uniti, sempre per lavorare alla corte di Edison.

Tesla espose i concetti della sua scoperta relativa alla corrente alternata al grande Edison. Tuttavia, quest'ultimo era un fiero sostenitore della tecnologia relativa alla corrente diretta, e le idee espresse suscitate dal giovane scienziato croato non suscitarono alcun interesse.
Tesla non si perse d'animo e continuò a lavorare duramente per Edison.
Anche se non troppo volentieri, accettò l'incarico datogli da Edison di provvedere alla modifica della progettazione della dinamo, cioè generatori, di corrente diretta. E vogliamo sottolineare che il suo appoggio alla produzione e distribuzione di corrente alternata non era motivato da fini egoistici di successo personale.
La produzione e distribuzione di corrente alternata implicano costi minori (in particolare la distribuzione copre spazi più ampi) rispetto alla produzione e distribuzione di corrente diretta.

Tesla era sì teso al vedere affermate le proprie scoperte e invenzioni, ma perché queste erano destinate a "far vivere meglio," a contribuire al miglioramento delle condizioni dell'uomo.
Purtroppo, in questo primo tempo, prevalsero l'uso e l'interesse relativo alla corrente diretta, non solo perché Edison aveva un forte sèguito nel mondo scientifico, ma anche perché i grandi magnati dell'epoca avevano fino a quel momento investito e finanziato nella tecnologia relativa la corrente diretta (10).

Non solo: a questo stadio, Tesla non solo vide respinte le proprie idee e innovazioni, ma dovette subire dalla una beffa dallo stesso Edison: per l'opera di modifica dei generatori di corrente diretta, a Tesla era stato promesso un compenso di 50,000 $. Una volta terminato il proprio compito, egli si vide rifiutato il proprio credito dallo stesso Edison con una battuta ironica di dubbio gusto.
Le nostri fonti sostengono infatti che Edison liquidò Tesla con la frase " Tesla, voi non capite il nostro humour americano", sostenendo in pratica che la ricompensa promessa fosse uno solo scherzo.

Non sembra troppo difficile comprendere il motivo per cui il nostro Uomo di Scienza abbandonò la Edison Company(11).

Nel frattempo, seguendo sempre il suo metodo, Tesla giunse ad un'altra delle sue brillanti scoperte, la bobina di Tesla, un trasformatore ad alta frequenza, che è uno strumento indispensabile per la trasmissione, e quindi la fornitura a case ed industrie, della corrente alternata(12).

Nel maggio del 1885, il magnate Westinghouse acquistò i brevetti di Tesla relativi soprattutto, al motore a corrente alternata e alla bobina. Così da creare la Westinghouse Electric Company.
In base ad un contratto stipulato fra Westinghouse, Tesla avrebbe ricevuto dei compensi altissimi, in particolare un milione di dollari per i brevetti e le royalties. Tuttavia se Westinghouse avesse poi pagato tali somme, la Westinghouse Electric Company avrebbe dovuto sopportare dei costi troppo alti e si sarebbe trovata in difficoltà sul mercato rispetto alle concorrenti aziende.
Tesla si recò da Westingouse affermando: "I benefici che deriveranno alla società dal mio sistema di corrente alternata polifase è per me più importante dei soldi che entreranno nelle mie tasche. Mr. Westinghouse, voi salverete la vostra azienda così potrete sviluppare le mie invenzioni. Qui c'è il vostro contratto e qui c'è il mio, li strappo a pezzetti e non avrete più problemi con le mie royalties"(13).

Non c'è dubbio che Tesla sia stato un uomo coerente con sé stesso: egli ha sempre affermato che lo scopo della scienza era il miglioramento delle condizioni dell'umanità. E questo episodio mostra quanto egli ritenesse che lo sviluppo, lo sviluppo delle condizioni materiali (e psicologiche) dell'Uomo fosse l'obiettivo che l'Uomo di Scienza doveva a tutti i costi raggiungere, anche a costo di sacrificare il proprio vantaggio personale.

Grazie al suo gesto Westinghouse potè rimanere nel business e diventare ricco. Tesla al contrario, no. Egli ha preferito che altri diventassero ricchi, raggiungessero quindi il successo economico e che tutta l'umanità, quindi godesse dei vantaggi delle sue invenzioni.

Schivo dal successo personale ed egoistico, egli era felice di trasmettere il proprio successo agli altri. Tesla forse, è stato uno dei primi che ha capito che cosa volesse dire la parola "Successo".

Ognuno di noi è teso verso il futuro, al successo personale, limitato e chiuso. Tesla al contrario, comprese che il successo non era solo questo ma era di più: la condivisione e il trasferimento dei propri risultati e conquiste agli altri, al mondo esterno. Circa gli scopi che l'Uomo di Scienza deve conseguire, disse: "L'Uomo di Scienza non mira ad un risultato immediato. Egli non si apetta che idee avanzate siano immediatamente accettate. (…) Il suo dovere è fissare i principi fondamentali per quelli destinati a venire dopo e indicare la strada"(14). E questo è accaduto spesso nella vita di Tesla, perché egli ha aperto la strada, nella creazione di importanti innovazioni, a Uomini di Scienza divenuti più rinomati di lui. Vediamo questo come è potuto accadere.

Tesla sosteneva l'esistenza in natura, di campi energetici, di "energia gratuita" cui diede il nome di etere. E attraverso l'etere, si potevano trasmettere, ad esempio, altre forme di energia.

La convinzione dell'esistenza nell'Universo di un'energia inesauribile e potentissima sorse in lui nell'età infantile, quando giocando a palle di neve con gli altri ragazzini, aveva assistito ad una slavina.
Egli era convinto che quella frana sia stata provocata da una semplice palla di neve e che era bastato un piccolo urto per avere il fenomeno della slavina, con le sue conseguenze. Egli dedusse quindi che esisteva un'energia immagazzinata nel cosmo che, se opportunatamente sfruttata, poteva rendere possibile l'utilizzo della tecnologia umana(15).

Nel maggio del 1899, si recò a Colorado Springs dove istallò un laboratorio.
Egli riteneva possibile, infatti grazie a questo "pozzo di energia inesauribile", l'etere, trasmettere energia elettrica a località lontane senza la necessità di ricorrere ai fili di conduzione elettrica, e quindi agli elettrodotti.

In particolare, scoprì che la Terra, o meglio la crosta terrestre, era un ottimo conduttore di energia elettrica, dal momento che un fulmine che colpisce il suolo, crea delle onde di energia che si muovono da un lato della terra all'altro.
Egli istallò nel proprio laboratorio un'enorme bobina che aveva lo scopo di mandare impulsi elettrici nel sottosuolo, così da permettere il trasferimento di energia elettrica a lampadine poste a una notevole distanza.
Secondo le fonti usate nel nostro lavoro, non esistono prove effettive che Tesla sia riuscito a trasmettere energia elettrica a lunga distanza. Sta di fatto che egli successivamente, cambiò approccio per realizzare la trasmissione di corrente elettrica senza fili.
Egli sosteneva che la zona dell'atmosfera terrestre posta a 80 Km dal suolo, detta ionosfera, era fortemente conduttrice, e quindi poteva essere sfruttata per trasportare energia elettrica verso lunghe distanze. Ma era necessario risolvere il problema di come inviare segnali elettrici ad una tale altitudine

Ritornando a New York, Tesla scrisse un articolo di respiro futuristico sul Century Magazine, affermando la possibilità di catturare l'energia sprigionata dal sole e proponendo un "sistema mondiale di comunicazione" utile per comunicare telefonicamente, trasmettere notizie, musica, andamento dei titoli azionari, informazioni di carattere militare o privato senza la necessità, ancora una volta, di ricorrere ai fili.

L'articolo catturò l'attenzione di un altro magnate dell'epoca, J. P. Morgan che offrì un finanziamento di 150,000 $, eisiguo per costruire tale stazione trasmittenteTesla si mise subito al lavoro, procedendo alla costruzione di una torre altissima nelle scogliere di Wanderclyffe, Long Island, New York. La Wanderclyffe Tower non era altro che uno sviluppo delle idee maturate da Tesla a Colorado Springs.

La torre consisteva in una struttura in legno ed era impiantata nel terreno grazie a dei "tubi" di ferro, conduttori di energia elettrica. Alla sua sommità si trovava una sfera di acciaio. Per quanto la Wanderclyffe Tower si fondasse sul principio della radio, lo scopo che primariamente Tesla voleva conseguire era la trasmissione di elettricità senza fili, obiettivo che il nostro scienziato non espose a Morgan. E questo fu un errore fatale(17).

Il 12 Dicembre 1901 il mondo fu sconvolto da una notizia sensazionale: Guglielmo Marconi aveva trasmesso la lettera "S" oltreoceano, da una località in Cornovaglia tale informazione era stata trasmessa a Newfoundland, in America (18). Morgan, contrariato, rititirò l'appoggio finanziario a Tesla. Il magnate era adesso contrariato dall'idea di "energia gratuita", quindi non possibile oggetto di transazioni commerciali .
Ancora una volta gli interessi economici che i grandi finanziatori volevano perseguire frustravano l'obiettivo che lo scienziato croato voleva perseguire: l'evoluzione tecnologica e in ultima sostanza, il benessere dell'umanità.

Ciò che stava a cuore a Nikola Tesla era la serenità e la felicità dell'uomo intero.

Questo era l'obiettivo che Tesla era sempre realizzato a perseguire nel suo lavoro di scienziato vero: poco spazio occupavano nella sua mente il tornaconto e il vantaggio economico.
Ma questo suo ideale si è scontrato nella sua vita con il prevalere degli interessi finanziari ed ha pagato di prima persona questa sua attitudine, poiché se non avesse rinunciato al contratto concluso con Westinghouse, egli avrebbe potuto dare seguito concreto alle proprie scoperte, come la Wanderclyffe Tower, impedendo che altri al suo posto raggiungessero il successo personale, anche economico.
Egli era veramente un uomo di Scienza disinteressato, poiché la sua mente era impegnata solo nel processo di innovazione scientifica, mente era del tutto disinteressato alla produzione delle sue scoperte.

Questo lo lasciava indifferente, preferiva lasciarlo agli altri.

Una fonte usata nel nostro lavoro sostiene che Tesla in un qualche momento della sua vita aprì il proprio laboratorio a Marconi, fornendogli delle notizie utili, che sono state sviluppate e attuate dallo scienziato italiano(19).
Alla notizia della trasmissione del segnale da parte di Marconi, reagì affermando che lo scienziato italiano aveva utilizzato 17 dei suoi brevetti(20).

Sì, Nikola Tesla è stato coerente con la propria idea di Uomo di Scienza: "Il suo dovere è fissare i principi fondamentali per quelli destinati a venire dopo e indicare la strada". Non sembra azzardato affermare che fu Tesla comunque, che per primo lavorò con le onde elettromagnetiche radio. Del resto esistono dei brevetti, patents, che provano ciò. (U.S. patents #645,76 e #649,621)(21).
E proprio fondandosi su questi brevetti che il nostro Uomo di Scienza ricorse in giudizio per tutelare i propri diritti. Sfortunatamente, una prima sentenza del 1915 non gli riconobbe tali diritti(22).

Solo nel giugno del 1943, cinque mesi dopo la sua morte, la Corte Suprema degli Stati Uniti in una sua decisione, (caso 369, 21 Giugno 1943) riconobbe che Tesla aveva per primo inventato la radio.

Tutt'oggi, si riconosce ancora a Marconi questa invenzione, perché questi per primo inviò un segnale oltreoceano(23).
Ma se Marconi riuscì a conseguire tale successo, è grazie anche alle scoperte attuate precedentemente da Tesla.

E non solo per quanto riguarda la radio.

Abbiamo detto che Tesla diede il proprio contributo anche relativamente all'invenzione del radar.
All'inizio della prima guerra mondiale, Tesla ipotizzava un congegno per individuare delle navi inviando segnali che consistevano in onde radio ad alta frequenza.
Il concetto che sta dietro a questa idea sta a signicare un dispositivo particolare: il radar.
Sarà proprio il Marchese Guglielmo Marconi a sviluppare questo concetto, attuando questa idea e ponendo, nella realtà dei fatti, le basi per la costruzione del radar.
Nel 1934 Marconi realizzò il collegamento radiotelegrafico fra l'Elettra (il suo laboratorio situato su un veicolo natante) ed il radiofaro di Sestri Levante, successivamente, nel 1935 compì esperienze di avvistamento sulla Via Aurelia(24).

Ironia della sorte, Tesla nel suo percorso di vita, incontrò molte volte Guglielmo Marconi. Nel 1912, Tesla venne candidato al Premio Nobel per la Fisica. Egli lo rifiutò per non averlo ricevuto nel 1909, al posto di Marconi(25).

Nel 1915, di nuovo, Tesla rifiutò il premio Nobel, venendo a conoscenza del fatto che avrebbe dovuto condividerlo con Edison. Entrambi non ricevettero tale onorificenza(26).

Ancora una volta Tesla si mostra lontano e schivo dagli onori, dal successo personale, lasciando il conseguimento di tutto ciò agli altri.
Lo scienziato croato sosteneva inoltre, di non stimare Edison uno scienziato in senso stretto dato il suo metodo di lavoro. Disse al riguardo: "Se Edison dovesse cercare un ago in un pagliaio, egli procederebbe con la meticolosità di un'ape ad esaminare pagliuzza per pagliuzza finchè non trova l'oggetto della sua ricerca"(27).

Sembra evidente che Tesla criticasse il ricorrere eccessivo di Edison a continui e dispendiosi tentativi, progetti, modelli, quand'egli, al contrario, faceva progetti e tentativi nell'ambito della sua mente.
Sembra plausibile ritenere che Tesla non volle condividere con Edison il Premio Nobel anche dato lo "scherzo" di dubbio gusto tiratogli proprio da Tom Edison anni prima.

Ironia della sorte ancora, nel 1917 gli venne concessa, per il suo contributo al sapere scientifico, una onorificenza intitolata, guarda caso, a Edison, la Edison Medal, che egli accettò.

Superata la mezza età, Tesla, nonostante le sue innovative scoperte, era a corto di soldi, spostandosi da un albergo a basso prezzo ad un altro, passando le giornate a nutrire piccioni e aspettando che qualche altro magnate, desideroso di diventare ricco a sue spese, finanziasse la realizzazione dei suoi progetti.

Non ci sono notizie precise relative alla data precisa della sua morte.
Si suppone che sia morto il 7 gennaio 1943, all'età di 86 anni.
Tesla viveva solo, in una stanza d'albergo. Il suo corpo senza vita venne trovato il giorno dopo.
Più di 2000 persone presenziarono il suo funerale a Manhattan. Così, questo vecchio, dopo una lunga esistenza dedicata all'evoluzione della scienza e del benessere dell'Umanità, morì solo, povero e quasi dimenticato.
Solo pochi mesi dopo la sua morte la Corte Suprema Federale gli riconobbe la paternità della radio. Ancora una volta la sua vita è coerente con quanto egli scrisse o disse: " Lasciamo che il futuro dica la Verità, e giudichiamo ciascuno secondo la propria opera e gli obiettivi"(28).

In base a quanto abbiamo detto e illustrato, giudicatelo pure voi che leggete.

1 - Affermazione con cui Nikola Tesla apre la propria autobiografia, reperibile su Internet all'indirizzo http://www.amasci.com/tesla/biog.txt.

2 - Autobiografia citata, pp.3-4

3 - Anche se un'altra fonte usata nel nostro lavoro sostiene che Tesla non giunse mai al compimento degli studi poiché si era lasciato irretire dal gioco d'azzardo, vedi http://www.yale.edu/scimag/Archives/Vol71/Tesla.html

4 - Autobiografia citata, p 4 la stessa informazione è reperibile anche in http://www.frank.germano.com/nikolatesla.htm

5 - Autobiografia citata, p.4.

6 - http://www.pbs.org/teslla/ll/ll_colspr.html .

7 - Informazione trovata nel sito http://www.crystalinks.com/tesla.html p 6.

8 - Vedi siti biografici http:// www.yale.edu/scimag/Archives/Vol71/Tesla.html , p3, http:// www. frank.germano.com/nikolatesla.htm, p. 1

9 - http:// www.members.tripod.com/RandyHiatt/teslapage2.html, p.2.

10 - Michael Pupin, From Immigrant to Inventor, Charles Scribner's Sons, NY, pages 285-286.

11 - http://www.myhero.com/hero.asp?hero=nikolaTesla, p3, http://www.frank.germano.com/nikolatesla.htm, p2.

12 - http://www.frank.germano.com/nikolatesla.htm, p 3.

13 - Vedi O' Neill, Prodigal Genius: the Life of Nikola Tesla, Brotherhood of Life Inc,1996, Albuquerque, NM. L'indice dei capitoli di questa biografia è disponibile on line sul sito http://www.geocities.com/Area51/Shadowlands/9654/tesla/prodigal.html. Cliccando sui link che portano ai titoli dei capitoli si possono leggere i singoli capitoli della biografia. L'episodio citato si trova nel paragrafo 5 del I capitolo, reperibile all'indirizzo http://www.brotherhoodoflife.com/ProgenPart1.html

14 - Citazioni trovate in http://www.crystalinks.com/tesla.html, pp 4-6.

15 - http://www.storiainrete.com/enigmi/tesla/tesla.htm. Vedi anche articolo di Tresoldi, Campo tachionico e radioestesia: ipotesi di identificazione della portante radiestesica, nel libro di Galliani, Campo Tachionico, Tecniche Nuove, 1999 pp 105-106.

16 - http://www.pbs.org7tesla/ll/ll_colspr.html

17 - http://www.angelfire.com/wi/nikolatesla/myreport.html, pp. 1-2, http://www.pbs.org/tesla/ll/ll_todre.html pp.1-2. Per una rassegna degli aricoli dell'epoca, http:// www.frank.germano.com/nikolatesla.htm, pp 4 e seguenti.

18 - http://www.pbs.org/tesla/ll/ll_todre.html p 1, http://www.frank.germano.com/nikolatesla.htm , p 4.

19 - http://www.members.tripod.com/RandyHiatt/teslapage2.html , p 4.

20 - http://www.pbs.org/tesla/ll/ll_todre.html

21 - http://www.concentric.net/ Jwwagner/ntes-p2.html . Per una rassegna completa dei brevetti e delle scoperte di Tesla, si consiglia il volume di stampo autobiografico Nikola Tesla, The fantastic Inventions of Nikola Tesla, Adventures Unlimites Press, 1993, Kempton, Illinois

22 - Notizia frammentaria trovata nel sito http://www.crystalinks.com/tesla.html , p 2.

23 - http://www.frank.germano.com/nikolatesla.htm , http://www.concentric.net/ Jwwagner/ntes-p2.html , http://members.tripod.com/RandyHiatt/teslapage2.html .

24 - http://www.alpcom.it/hamradio/radio2.html

25 - http://www.storiainrete.com/enigmi/tesla/tesla.htm

26 - http://www.frank.germano.com/nikolatesla.htm , p 2, http://www.crystalinks.com/tesla.html .

27 - http://www.members.tripod.com/RandyHiatt/teslapage2.html , p. 3 .

28 - http://www.frank.germano.com/nikolatesla.htm , p 4.

 
 
 

Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 16 Gennaio 2006 da Eruditore
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L'AMORE, IL LAVORO E LA CONOSCENZA SONO LE FONTI DELLA NOSTRA VITA.
DOVREBBERO ANCHE GOVERNARLA.
 

(Wilhelm Reich)

 
 
 

Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 16 Gennaio 2006 da Eruditore
Foto di Eruditore

Dito amputato alla seconda falange da 4 anni

 
 
 

Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 16 Gennaio 2006 da Eruditore
Foto di Eruditore

Dito amputato alla radice da 2 anni

 

 
 
 

Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 16 Gennaio 2006 da Eruditore
Foto di Eruditore

Particolare "fantasma" di gambo amputato

 

 
 
 

Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 16 Gennaio 2006 da Eruditore
Foto di Eruditore

Emissione bioplasmatica di una foglia

 

 
 
 

Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 16 Gennaio 2006 da Eruditore
Foto di Eruditore

Whilelm Reich nacque a Dubrozcynica in Galizia il 24 maggio 1897.
Laureatosi in medicina e chirurgia e specializzatosi in neuropsichiatria fu accolto nella Società fondata da Sigmund Freud. 
Sotto la guida del Maestro fondò e diresse Il Policlinico Psicoanalitico di Vienna.

Osteggiato dalla Psicoanalisi ufficiale e perseguitato dalla Gestapo di Hitler, si rifugiò prima in Norvegia e di poi negli Stati Uniti, ove fu portato in tribunale dalla Food and Drug Administration, con l'accusa di aver messo sul mercato gli accumulatori orgonici a scopo di lucro. 
In realtà la FDA non eseguì alcuna verifica sugli effetti terapeutici degli accumulatori orgonici ignorando il principio di funzionamento dell'accumulatore e le leggi dell'orgonomia.
 
Reich fu condannato per offesa alla Corte e morì nel penitenziario di Lewisburg il 3/11/1957. Ancora non è stato riabilitato.
 

REICH SFUGGITO AI NAZISTI AMMAZZATO NEGLI USA
di Valerio Evangelisti


  Tanto scomodo da finire i suoi giorni in un carcere americano, vittima di un sistema in cui aveva finito col credere. Fu questa la sorte di Wilhelm Reich (1897-1957), uno dei pensatori più originali di questo secolo e, forse per questo stesso motivo, uno dei più rimossi dalla cultura contemporanea. 
  Psicanalista dissidente e poi biologo eterodosso, a lui si devono acquisizioni tanto disparate quanto vitali come la psicosomatica, lo studio delle connessioni tra cancro e depressione, l'analisi del carattere, la "rivoluzione sessuale" che condizionò i giovani del '68. Marcuse gli deve molto; Fromm praticamente tutto (anche se non lo ammise mai). Eppure non è da molti anni che le enciclopedie si degnano di riportare il nome di Reich, e un vero e proprio riconoscimento del valore scientifico del suo lavoro è ancora di là da venire.
 
Negli anni '20 è uno dei più brillanti allievi di Freud. Presto, però, le sue idee politiche di estrema sinistra lo mettono in contrasto col maestro. Apre un ambulatorio psicanalitico per i giovani lavoratori, partecipa con ardore alle battaglie della Milizia operaia comunista contro i nazisti. Ma il dissidio con Freud ha anche radici dottrinali. Reich non accetta l'idea dell'esistenza di una "pulsione di morte", destinata tra l'altro ad annacquare il posto centrale che la sessualità aveva fino a quel momento occupato nel pensiero freudiano. 
  L'apertura a Vienna e a Berlino di consultori sessuali per i ragazzi della classe lavoratrice, negli anni '30, procura a Reich l'ostilità del Partito comunista, che aveva fino a quel momento fiancheggiato. All'originaria teorizzazione del "libero amore" fatta propria dal movimento comunista internazionale segue infatti, con l'ascesa di Stalin, un atteggiamento sempre più sessuofobico. Reich dedica al tema un libro memorabile, "La rivoluzione sessuale", in cui attacca la concezione tradizionale della famiglia e del matrimonio, mentre un altro studio altrettanto memorabile, "Psicologia di massa del fascismo", tratta della sessuofobia dell'estrema destra e delle motivazioni profonde del nazifascismo. 
  L'avvento di Hitler costringe Reich, che tra l'altro è di origine ebraica, a riparare all'estero. In Danimarca e in Norvegia, braccato dalle organizzazioni fasciste locali, riesce a riorganizzare le sue ricerche. Queste ultime, però, stanno prendendo una svolta inaspettata. L'energia chiamata libido aveva per Freud un valore solo astratto, tanto che lo stesso autore aveva finito per accantonare il concetto. Reich, invece, sospetta l'esistenza di un'energia concreta e misurabile, che fluisce nel corpo come una corrente (sulle prime, infatti, la identifica con l'elettricità) e che raggiunge nell'atto sessuale la massima intensità. Inibizioni e distorsioni accumulate fin dall'infanzia creano nella muscolatura blocchi e rigidità che impediscono all'energia di fluire liberamente, dando origine a nevrosi e psicopatologie. Compito del terapeuta è intervenire sulla corazza caratteriale per scioglierla, liberando la mente attraverso la liberazione del corpo.
Fin dal 1934 Reich era stato espulso dal movimento psicanalitico. Con la nuova disciplina da lui creata, chiamata vegetoterapia, la rottura con Freud diviene irreversibile. Reich è così costretto a contare tra i suoi implacabili nemici, oltre a nazisti e stalinisti, anche gli psicanalisti, impegnati a denigrarlo con accanimento. E' anche per causa loro che deve lasciare l'Europa e trasferirsi negli Stati Uniti (con l'amara sorpresa di venire internato, al momento dello sbarco, quale sospetto nazista!). 
  Prima ancora, comunque, la ricerca reichiana aveva avuto un'ulteriore svolta. Gli esperimenti di Reich lo avevano convinto dell'esistenza effettiva di un'energia vitale, simile all'elettricità ma distinta, che aveva chiamato orgone. Al microscopio aveva creduto di osservare la formazione di corpuscoli ameboidi detti bioni ogni volta che quell'energia veniva applicata a determinate sostanze, dalla limatura di ferro alla sabbia marina. L'orgone costituiva quindi un ponte tra non vivente e vivente, e i bioni erano l'espressione concreta di quel passaggio. 
Convinto di avere scoperto la chiave della vita, Reich abbandona gradualmente la vegetoterapia per dedicarsi alla nuova vocazione biologica. Nella lotta tra bioni e bacilli mortiferi, in un corpo tanto contratto da non rifornire di ossigeno e di energia le proprie cellule, individua la causa prima del cancro. Poi pensa di scoprire la presenza di energia orgonica prima nell'atmosfera terrestre, quindi nell'intero universo, tanto da abbozzare una propria cosmologia che lega la formazione delle galassie alle circonvoluzioni dei flussi di orgone. 
  Procede sicuro per la propria strada, persuaso che la qualità di scienziato lo ponga al riparo da ogni rischio. Grave errore. Il laboratorio che dirige distribuisce degli accumulatori orgonici: grandi casse rivestite di materiali organici e inorganici,a strati, che ricaricherebbero di energia chi ne fa uso. La Food & Drug Administration ritiene, a torto, che si tratti dell'ennesimo trattamento miracoloso contro il cancro, e ne vieta la diffusione. Reich ignora l'ordinanza. Come prima conseguenza, un giudice ordina il rogo di tutti i libri che ha scritto: non solo quelli riguardanti l'orgone, ma anche "La rivoluzione sessuale", "L'irruzione della morale sessuale coercitiva", "L'analisi del carattere". Altrettanti classici della psicologia e del pensiero antiautoritario. 
Seguono due processi e l'incarcerazione. Reich, che non sopporta di restare rinchiuso, muore dopo due anni, il 3 novembre 1957. Per cercare di abbreviare la pena, aveva accettato di sottoporsi alla sperimentazione di nuovi farmaci. Una delle versioni del suo decesso vuole che sia rimasto vittima di quella scelta. Il suo ultimo manoscritto scompare, forse distrutto. 
  L'assurda morte di Wilhelm Reich copre d'infamia il sistema giudiziario americano, che da allora è cambiato ben poco, come dimostrano i casi di Silvia Baraldini e di Abu Mumia Jamal. 
Molto più controversa è l'intera questione dell'energia orgonica. Alcune osservazioni di Reich, come quelle sulla dinamica elettromuscolare nell'orgasmo, hanno trovato pieno riscontro. Anche la sua cosmologia orgonica somiglia straordinariamente a quella sostenuta dalla moderna "fisica del plasma". Altre asserzioni non hanno avuto conferma, a meno di non riferirle all'elettromagnetismo naturale del corpo umano. Però quasi tutti gli esperimenti di Reich, inclusi quelli sui bioni, trovano riscontro nelle teorie di studiosi contemporanei di valore indiscusso, da Alfvén a Prigogine, a conferma che non erano frutto di una mente troppo fantasiosa. 
  Ma non è questo che conta. Ciò che è vivo di Reich è la decisa presa di posizione a favore di una psicoterapia elevata a strumento di liberazione individuale e sociale, mentale e fisico, di matrice schiettamente antiautoritaria. In epoca in cui vi è chi ha il coraggio di riproporre l'elettroshock quale sistema curativo, l'attualità di tutto ciò si fa bruciante. 

 
 
 

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 15 Gennaio 2006 da Eruditore
Foto di Eruditore

Come costruire un Chembuster per dissolvere le scie chimiche e bilanciare clima e condizioni meteorologiche.

 

Articolo di Don Croft

Postato in origine da Stephanie Relfe su http//www.metatech.org

 

Definizione di una scia di condensa (contrail): Una scia di condensa si forma quando un aereo viaggia a quote elevate (circa 30.000 piedi o più, equivalenti a circa 9.144 metri ) e comprime l'aria in vapore acqueo e cristalli di ghiaccio attraverso i motori e il profilo alare che taglia l'aria a forte velocità. Questa scia scompare da pochi secondi a 15 minuti dopo, poiché i cristalli evaporano.

Definizione di una scia chimica (chemtrail): Il termine chemtrail è relativamente nuovo in quanto è nato pochi anni fa proprio con l'apparire delle scie chimiche. Una scia chimica è molto diversa da una scia di condensa (contrail). A prima vista una scia chimica potrebbe sembrare molto simile a una scia di condensa, tuttavia, invece di scomparire come farebbe una scia di condensa, una scia chimica continua a spargersi in maniera uniforme fino a formare una formazione nuvolosa sottile, simile a nebbia ad alta quota, fino a formare un banco nebbioso che copre una vasta area. Queste scie attraversano il cielo da un capo all'altro dell'orizzonte e restano nell'aria da 5 ad anche 8 ore…

E' noto che queste formazioni rendano quello che in origine era un cielo blu pulito in una copertura nebbiosa grigiastra uniforme. (Nota: al giorno d'oggi ci sono già molti Chembuster presenti in molte nazioni, per cui se doveste vedere delle scie chimiche che non durano a lungo potrebbe significare anche che ci sia un Chembuster in quella zona). Le attuali ricerche indipendenti effettuate hanno dimostrato che queste scie chimiche sono, almeno in parte composte da una sostanza oleosa di origine sconosciuta che viene correntemente spruzzata da jet delle dimensioni di quelli di linea su quasi ogni area popolata del globo. Si è scoperto anche che alcune scie chimiche contengono cellule sanguigne, alluminio, micoplasma (un agente patogeno ultra microscopico difficilmente o anche impossibile da rilevare con le attuali analisi mediche) virus e altri componenti biologici sconosciuti. Ci sono anche molti rapporti di incremento di malattie, specialmente quelle respiratorie, nelle aree dove vengono spruzzate queste scie.

Queste vengono spesso spruzzate da jet di linea bianchi che non hanno numeri di identificazione stampati, come sarebbe obbligatorio. Spesso si può notare questi jet passare in cielo senza fare nessuna scia, e all'improvviso quello stesso aereo inizia a lasciare una netta ed evidente scia. Sono stati anche fotografati casi in cui una scia inizia a presentare brevi interruzioni, come se l'aereo avesse finito la sostanza chimica in un serbatoio e fosse dovuto passare a una nuova riserva.

Per maggiori informazioni e foto sulle scie chimiche si veda:

 

http://www.carnicom.com/contrails.htm (in Inglese) oppure

http://www.nexusitalia.com/sciechimiche.htm (ottimo sito in Italiano con molte foto).

Storia del Cloudbuster.

Il Cloudbuster di Wilhelm Reich era ben conosciuto per la sua capacità di creare pioggia. Il problema era posto dall'utilizzo continuativo, dal fatto che l'energia orgonica disorganizzante (DOR) assorbita dal dispositivo poteva provocare danni all'operatore se non veniva “scaricata” via sufficientemente bene. Questo scaricare via l'energia negativa fu ottenuto mediante: 1) collegando il cloudbuster a un corpo d'acqua corrente sufficientemente grande (difficoltoso) oppure 2) collegando l'uscita del cloudbuster a un accumulatore di orgone. Tuttavia, l'accumulatore di orgone diventava presto saturo di radiazione DOR che, alla fine causava ancora problemi all'operatore. Per questo motivo il cloudbuster, pur essendo una tecnologia veramente buona per l'uomo, rimase accattonata per molti anni.

Il Cloudbuster Re-Inventato.

Utilizzando le ricerche di Wilhelm Reich, abbiamo creato un dispositivo economico, trasportabile e facile da costruire che distrugge in maniera consistente le scie chimiche e sana l'atmosfera. Il “Chembuster” è la risposta a questi attacchi in corso. A differenza del Cloudbuster originale, il Chembuster trasforma l'energia orgonica disorganizzante in energia orgonica benefica e NON si satura di energia negativa o pericolosa per l'operatore. Chiunque può costruirne uno per una spesa in materiali di circa 150 Euro.

Unisciti anche tu alla battaglia – Adesso !

E' nella natura umana mettersi da parte e pensare che una sola persona non può cambiare quello che sta succedendo in tutto il mondo. Ora però non avete più scuse per rimanere inattivi. Per pochi Euro e qualche ora del vostro tempo, VOI potete fare la differenza.

Un CB propriamente costruito dovrebbe essere in grado di ridurre notevolmente gli effetti delle scie chimiche per circa 72 chilometri in ogni direzione ( 144 chilometri di diametro) dal dispositivo.

Con questo dispositivo una semplice manciata di cittadini preoccupati per la loro salute e sicurezza possono effettivamente SMANTELLARE il progetto multi miliardario delle scie chimiche. Il Chembuster non può fare nessun danno. Può solo sanare e aiutare. Spetta a voi unirvi alla battaglia e salvare voi stessi e il vostro paese.

DETTAGLI PER LA COSTRUZIONE DEL CHEMBUSTER:

Materiali necessari.

SECCHIO: Utilizzare un comune secchio di circa 8 litri con maniglia, per esempio di quelli in vendita da bricofer, una volta finito il dispositivo si puo' laciare il secchio in posa cosi' da usare la maniglia per trasportarlo.

TUBI DI RAME: Sei tubi standard da 1 Pollice (la misura standard in Europa e' 2,8 cm) di diametro e 182 cm di lunghezza reperibili in negozi di materiali da Idraulica/ceramiche e materiali edili, in alternativa per una maggiore trasportabilità del dispositivo si possono tagliare 6 tubi di 30 cm e 6 tubi di 152 cm che verranno uniti a quelli piccoli alla fine della costruzione mediante 6 accoppiatori in rame; e 6 cappucci terminatori in rame per chiudere una delle estremità dei tubi.

CRISTALLI: Procurarsi 6 cristalli bi-terminati (con 2 punte naturali a entrambi i lati), lunghi circa 5 cm , avvolgerne la base con nastro isolante in modo da creare abbastanza spessore da posizionarli all'interno di ogni tubo (a un estremità dei tubi di 182 cm o di quelli da 30 cm nel caso si usino i tubi tagliati in due parti per trasportare e smontare il dispositivo) quindi incollarli ai cappucci terminazione in rame e chiudere queste estremità dei tubi fissando i cappucci con del nastro isolante o saldandoli per evitare che la resina successivamente si infiltri nei tubi durante il processo di catalizzazione.

METALLO: Procurarsi un qualsiasi tipo di truciolato metallico, anche a scagliette, da uno dei tanti posti dove si lavorano i metalli, come negozi di insegne , luminose, fabbri, infissi in alluminio, lavorazioni metalli. Personalmente uso quelle in alluminio per considerazioni di peso, ma QUALSIASI metallo va bene. Si tenga solo presente che delle particelle molto fini, come quelle che si ottengono facendo le chiavi non sono altrettanto buone perché impediscono alla resina di riempire tutto il secchio.

SPAZIATORI IN LEGNO: Come da modelli nel disegno sotto, tagliare tre forme in legno compensato o multistrato di 1 cm circa di spessore.

Forma 1 – viene utilizzata come base per i tubi di legno, dentro il secchio, e tenerli in posa (lato con i cappucci di chiusura).

Forma 2 – deve appena entrare al di sotto del bordo del secchio. E' importante tagliare via i bordi per permettere di versare la resina e, una volta ultimato il progetto infilare le dita per poterlo rimuovere dato che questo pezzo non e' parte del CB ultimato ma serve solo per tenere allineati i tubi in maniera dritta finchè la resina non catalizza. I fori per i tubi in questa forma dovrebbero essere un poco larghi così da farla sfilare facilmente alla fine.

Forma 3 – di forma circolare per la parte finale dei tubi, in alto, tiene i tubi in posizione dritta, i fori dovrebbero essere dello stesso diametro dei tubi così da tenerli in posa ognuno in maniera parallela all'altro.

RESINA: Si usa resina al poliestere, come di quelle usate nella costruzione di barche in fibra di vetro, va bene anche l'epossidica ma è molto cara, è consigliabile trovare un venditore che la offra in taniche da almeno 5 litri perché è più conveniente, ferramenta molto forniti e negozi di vernici/colori o materiali edili sono i posti in cui cercare, anche negozi di surf o nautica di solito ne hanno.

Effettuare le operazioni su un pavimento o superficie ben livellati, prima di tutto si consiglia di fissare i cristalli nei tubi corti (nel caso si sia scelto di utilizzare i tubi in due lunghezze differenti per un più facile smontaggio/trasporto) e chiudere queste estremità con i tappi in rame (nastro isolante o saldatura) quindi miscelare un poco di resina e versarne circa 2 cm sul fondo del secchio, cospargerci sopra un po' di metallo in maniera uniforme. ATTENZIONE: I vapori della resina sono infiammabili e leggermente tossici, fare queste operazioni in una zona ben ventilata.

La percentuale che sembra funzionare meglio nell'orgonite è di circa una parte di resina e una parte di metallo (ovvero uguale volume di resina e metallo). Poggiarci sopra la forma di legno n.1 prima che la resina indurisca, così che non affondi molto nel liquido. Preparare circa 1,8 litri di resina e versarla nel secchio dopo che i tubi corti (con le estremità chiuse e contenenti i cristalli) sono stati poggiati nei rispettivi fori della forma di legno n1. Quindi aggiungere ancora qualche manciata di metallo finchè non si ottiene di nuovo un rapporto di uguale resina e metallo, aiutandosi magari con un oggetto per mescolare un poco ma senza premere sulla forma di legno nel fondo, si consiglia anche di tappare le estremità rimaste aperte dei tubi con del nastro isolante per evitare che del metallo finisca all'interno accidentalmente.

Ora inserire con cura la forma di legno n.2 nei tubi finche' questa non tocca appena il bordo interno del secchio e posizionarla in maniera tale che i tubi siano paralleli tra loro, quasta operazione va fatta abbastanza velocemente per evitare che la resina indurisca e non si riesca più a muovere i tubi per allinearli. Una volta che la resina sarà indurita si potrà rimuovere questo pezzo dato che come già detto serve solo per la costruzione e l'allineamento dei tubi.

Ora ultimare il dispositivo mettendo altra resina/metallo fino a quasi riempire il secchio, lasciando circa 2 cm di spazio dalla forma di legno n.2 che è poggiata sui bordi in cima al secchio. Ora il dispositivo è completato, attendere fino a che la resina sia indurita (ATTENZIONE: durante la catalizzazione la resina si riscalda fino a scottare). Come riferimento si saranno usati circa 5,6 litri di resina e un ugual volume di metallo.

In ultimo, una volta rimossa la forma di legno n.2 si mettono gli accoppiatori di rame alle estremita' do ogni tubo e si inseriscono le parti lunghe dei tubi in rame, con in cima inserita la forma di legno n.3 che sorregge i tubi.

Abbiamo anche sperimentato con estensioni di circa 12,7 cm per aumentarne il raggio d'azione. Ebbe un forte effetto sulla Luna e sull'atmosfera alta del pianeta per centinaia di km. A quanto pare riuscimmo disabilitare il centro di guerra atmosferica sotto la base aeronautica di Homestead, lasciando il chembuster con le estensioni, puntato al campo di orgone stagnante della base per una settimana.

Abbiamo scoperto che non c'e' bisogno di puntare il dispositivo in una particolare direzione per pulire l'atmosfera dall'orgone stagnante, più a lungo viene tenuto in piedi, in posizione, maggiore sarà la distanza in cui l'atmosfera viene influenzata e migliorata dal chembuster, fino a raggiungere diversi km intorno al dispositivo.

Anche se di solito viene lasciato dritto in piedi, una volta abbiamo eliminato una densa cintura di smog che si trovava in lontananza, semplicemente puntandolo verso questa per pochi minuti, quindi in caso di necessità la direzione può essere anche un fattore.

I chembuster distruggono notevolmente le scie chimiche. Potrebbero essere necessari alcuni giorni al vostro chembuster per fargli attivare l'ambiente circostante in maniera sufficiente da avere efficacia contro queste scie, ma una volta che sarà successo basterà puntare il dispositivo alle scie e queste scompariranno dopo solo pochi secondi che saranno state spruzzate dai jet, anche le scie al di fuori del campo del chembuster si dissolveranno, più lentamente. Le scie chimiche composte da elementi solidi impiegheranno di più a dissiparsi ma abbiamo visto che queste compongono solo il 10% delle scie spruzzate e sono quindi piuttosto rare.

I Cloudbusters del Dr. Reich erano estremamente pericolosi quando operavano perché egli non aveva un generatore di orgone attaccato al suo dispositivo. L'orgone dannoso (DOR) porta con sé una carica che può prosciugare molto in fretta la forza vitale di una persona quando viene concentrato in un punto limitato. E' del tutto simile a una campo di elettricità statica molto forte. Quando una copertura nuvolosa è improduttiva e sbilanciata (troppi fulmini, per esempio, o troppa pioggia) il Chembuster la assorbe.

Potrebbe anche aiutare a porre fine alla siccità. In generale, non fa altro che bilanciare le condizioni atmosferiche, credo che esso faccia da mediatore tra l'atmosfera e il suolo in qualche maniera. Quello che abbiamo installato in Namibia, in Africa, portò finalmente un abbondante pioggia nel deserto della zona. Questo accadde il 05 Settembre 2001, e continuò per molti giorni. Gert, l'individuo che ha costruito quel chembuster e ci ha comunicato l'accaduto ( http://educate-yourself.org/africasfirstcloudbusterjun01.html ) ci disse che questo non era semplicemente mai accaduto nel deserto della Namibia, nell'epoca conosciuta. Esso è probabilmente la regione più secca del pianeta.

ATTENZIONE: Se toccate i tubi di rame quando il chembuster stà attirando e assorbendo forti quantità di orgone sbilanciato e non toccate successivamente la base con l'orgonite, potreste sperimentare forti mal di testa, magari anche il giorno successivo, come ci ha riferito un nostro amico di recente, quindi toccate sempre la base dopo aver toccato i tubi.

Tenete presente che i nostri sforzi, ancora pionieristici, dovrebbero essere visti principalmente come un trampolino di lancio a progetti e sviluppi futuri piuttosto che come l'ultima parola.

SUGGERIMENTO: Se volete ottenere ancora più pioggia, provate a mettere dell'acqua in cima al materiale nel secchio, o ad annaffiare il dispositivo ogni giorno. Nei climi molto rigidi, coprire la cima dei sei tubi con piccoli ombrelli cosi' che l'acqua non congeli e spacchi i cristalli all'interno. Il CB ha mostrato di aver effetto ugualmente bene se posto in ambienti interni come appartamenti o esterni. Fino a sette cristalli possono essere in seguito introdotti in ognuno dei tubi per migliorarne le prestazioni.

 

 

 
 
 

Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 15 Gennaio 2006 da Eruditore
Foto di Eruditore

Il corpo vitale è un aggregato di ioni?"Gli esperimenti furono condotti da Watter. Egli prese dei topi e li introdusse in una camera Wilson. La camera Wilson è una camera a nebbia dove è possibile vedere anche le conformazioni materiali più sottili. Preparò un dispositivo per raffreddare il fondo della camera Wilson in modo da provocare la morte per assideramento dei topi. Quindi aspettò che la morte delle cavie avvenisse" (46).

Lo scienziato poté constatare che l'istante in cui il topo cessava di vivere coincideva con la comparsa di una sagoma scura che si staccava dalla testa dell'animale morto per assideramento.
Detta sagoma presentava la stessa forma e le stesse dimensioni del corpo dell'animale.
Egli notò inoltre che in qualche caso non si riusciva a fotografare questo "doppio" dell'animale, ma ciò era dovuto semplicemente al fatto che l'animale stesso non era morto e poteva infatti essere rianimato. Questo esperimento sembra confermare, in chiave moderna, quanto ci è stato tramandato dalle più antiche dottrine e dalle descrizioni dei sensitivi circa il distacco di un quid energetico (corpo pranico, doppio eterico, ecc.) dal corpo dei defunti al momento della morte.
La camera a nebbia, o di Wilson, è un rivelatore di particelle elementari il cui funzionamento si basa sulla proprietà dell'aria satura di vapore d'acqua di divenire soprassatura in seguito ad un brusco raffreddamento. Se vi sono opportuni centri di condensazione, il vapore d'acqua condensa in una fitta nebbia di goccioline. Se l'aria, dopo essere stata purificata, è improvvisamente raffreddata, le gocce di acqua indicano la presenza di ioni prodotti dall'urto di particelle cariche.
Quando una particella carica passa attraverso la camera, le coppie di ioni lungo il suo cammino sono prontamente circondate da gocce d'acqua. La disposizione di queste ultime, che possono essere fotografate su di uno sfondo nero, mostra il percorso della particella (Fig. 12).


Fig. 12 - Nella camera di Wilson, o ad espansione, mediante un pistone l'aria satura di vapore viene sottoposta a rapida espansione. Il conseguente raffreddamento rende l'aria sovrassatura e il vapore acqueo si viene a trovare in equilibrio tanto instabile da condensare sugli ioni prodotti dal passaggio di particelle cariche che lo attraversano; queste sono rese visibili dalla scia luminosa di minute goccioline e fotografate.

Se il corpo vitale che si libera al momento della morte da un organismo vivente è in grado di ionizzare l'aria soprassatura della camera a nebbia, in modo di riprodurre la forma dell'animale che ha cessato di vivere, c'è da pensare ad una emissione, da parte di detto corpo vitale, di particelle cariche (ioni) e/o di radiazioni ionizzanti.
Al russo V.S. Grishchenko si deve l'invenzione del termine "bio-plasma" che vuole estendere al mondo biologico il concetto di plasma, termine col quale, nella fisica moderna, viene definito un gas ionizzato ad alta densità e macroscopicamente neutro.
Questo corpo di plasma biologico sarebbe, secondo il professor Vladimir Inyushin ed i suoi collaboratori dell'Università di Alma Ata, il responsabile della bioluminescenza visibile nelle foto ottenute con la camera Kirlian 
(47). Questi sperimenta tori non hanno avuto difficoltà ad ammettere che il corpo bioplasmico altro non sarebbe che una riscoperta del corpo eterico (spesso confuso col corpo astrale) o doppio eterico, o corpo fluidico delle antiche filosofie e delle dottrine orientali (48).
Circa cinquant'anni fa i professori Harold Burr e F.S.C. Northrop di Yale enunciavano la loro "teoria elettrodinamica della vita", secondo la quale tutti gli esseri viventi possiedono un "campo elettrico organizzatore", al quale diedero il nome di "campo-V" (V da vita). Questo non va confuso con la variazione di conduttività della pelle o con le correnti ioniche trasmesse dai tessuti. Si tratta invece di deboli correnti continue e alternate a bassa frequenza, la cui tensione è dell'ordine dei millivolt.
È un campo elettrico presente in ogni organismo del mondo biologico, dal più piccolo seme, all'animale e all'uomo e fin dallo stato embrionale presenta tutte le caratteristiche che poi si manifesteranno nell'individuo adulto, comprese le anomalie dovute a difetti congeniti o a malattie. Il campo-V si genera nel corpo ma è possibile apprezzarlo anche ad una certa distanza da esso. I suoi valori subiscono variazioni con lo stato di salute del soggetto, il che avrebbe reso possibile effettuare diagnosi di malattie prima che se ne manifestassero i sintomi.
Le variazioni del campo-V sono in relazione anche con lo stato elettrico dell'atmosfera (onde elettriche a bassa frequenza), con i cicli lunari e solari e con gli stati d'animo. A questo proposito sono particolarmente interessanti le ricerche del dottor Leonard Y. Ravitz, allievo di Burr, circa l'esistenza di cicli nel campo vitale "elettrodinamico", cicli diurni, stagionali e semiannuali. In una sua memoria pubblicata negli Annali dell'Accademia delle Scienze di New York, n. 96-1962, egli riferì di aver potuto registrare, attraverso le misure del campo-V, "un'ampia varietà di stati emozionali" 
(49).

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Note:
46. Ugo Plez: "Le Scienze perdute", Ediz. M.E.B., 1974, Torino, pag. 123.
47. S. D. Kirlian, elettrotecnico di Krasnodar, scoprì per caso nel 1939 che una misteriosa luminescenza, emessa da tutte le cose viventi e non captata dall'occhio umano, può essere fotografata senza l'impiego di macchina fotografica, ma semplicemente facendo attraversare l'oggetto, applicato sulla lastra fotografica, da una scarica ad alta tensione (da 20.000 a 200.000 volts) e ad alta frequenza (da 30.000 a 200.000 Hz). Le foglie, appena tolte dalla pianta, appaiono circondate da un'aura variamente colorata, costituita da minuscoli punti luminosi e brillanti, che si attenuano fino a scomparire a mano a mano che la foglia appassisce.
Le dita umane sembrano lanciare energia fiammeggiante d'intensità e di colore variabile con lo stato di salute del soggetto.
48. P. Tompkins e C. Bird, "La vita segreta delle piante", Ed. Sugarco, Milano, 1975.
49. G.L. Playfair - S. Hill, op. cit., pagg. 199, 237, 291.

 
 
 

Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 14 Gennaio 2006 da Eruditore

La Psiconeuroimmunoligia vede l'organismi umano come un tutto unico, una rete di processi interconnessi, e non un insieme di parti che influenza e può essere influenzato dall’identità psichica individuale.Tra l'altro ha il merito d'integrare in una visione coerente tutte le più recenti scoperte scientifiche in campo medico.Si tratta di una scienza in continua e rapida evoluzione, che scopre sempre nuovi strumenti terapeutici.Sta presentando scoperte sorprendenti, come il fatto che abbiamo un secondo cervello nella pancia (cervello enterico) e che il cervello (quello in testa) produce tutti gli ormoni sessuali. E dietro queste che possono sembrare stravaganze, nascono terapie sempre più efficaci, e sempre più spesso naturali.Uno dei grandi meriti della PNI è quello di fare luce sui meccanismi dello stress, che si è scoperto essere una concausa importante in quali tutti gli eventi patologici.Grazie alla PNI è nato l'approccio delle Terapie Naturali Integrate, che privilegia l'uso di tutte le tecniche terapeutiche scientificamente convalidate; e tra queste, in primo piano: attività fisica, nutrizione e meditazione.La PNI è un po’ il muro di Berlino della medicina. Bottaccioli  la definisce una nuova rivoluzione copernicana.Con questa questa nuova visione che abbraccia tutta la scienza medica, crollano vecchi paradigmi (ad esempio 1 malattia, 1 causa, un microrganismo, 1 farmaco o vaccino), e si aprono nuovi orizzonti per la comprensione e la cura delle patologie note.Rappresenta per la medicina, dice Bottaccioli, una vera rivoluzione,  come quella Copernicana, quando il mondo cominciò a vedere nel cielo cose che c’erano anche prima.Il procedere di questa visione è lento ma fortunatamente inesorabile, anche sotto la spinta dei fallimenti di una visione troppo parcellizzata, che finisce per diventare miope.Basti pensare al sostanziale fallimento della prima fase sulla ricerca sull’AIDS, che basandosi sul modello 1 malattia … hanno sprecato fondi e tempo enormi. A dirlo sono stati gli scienziati alla Decima Conferenza Internazionale sull’AIDS del 1994.La concezione delle specializzazioni sempre più ristrette sta inevitabilmente crollando difronte alle scoperte delle interrelazioni a livello biochimico. Ogni giorno si scoprono sostanze che svolgono la loro azioni in comparto dell’organismo giudicate tradizionalmente profondamente diversi (si pensi a cervello ed apparato gastroenterico).La strada della eccessiva specializzazione ha provocato una forma di miopia scientifica, e fatto perdere di vista l’organismo nel suo complesso e le sue relazioni con l’ambiente.La PNI affronta una visione di largo respiro, tende ad analizzare i fenomeni integrando i dettagli in una visione di insieme più ampia possibile.Non solo nelle relazioni tra i sistemi, le cellule, i messaggi chimici ed elettrici, ma anche nelle interazioni tra gli individui ed l’ambiente.Studia l’organismo in salute prima che in malattia, perché lo scopo e quello di ripristinare la salute.E quello che conta è sempre l’equilibrio. Ogni risposta dell’organismo attiva sempre anche il meccanismo antagonista, in modo da creare un equilibrio globale (ad esempio v. più avanti il meccanismo dell’infiammazione).Un termini noti, una visione olistica. Dov’è allora la novità? È fondata scientificamente!Bottaccioli, nelle sue bellissime lezioni, ripete spesso: quello che vi dico non è certo l’unica visione corretta, o l’unica strada terapeutica valida. Ma i risultati della PNI, anche se a volte possono essere cose già praticate, hanno ormai una incontrovertibile dimostrazione scientifica.

 
 
 

Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 14 Gennaio 2006 da Eruditore

http://www.casacarpi.com/Energia_Orgonica.htm

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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 14 Gennaio 2006 da Eruditore
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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 14 Gennaio 2006 da Eruditore
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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 14 Gennaio 2006 da Eruditore
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L’O R G O N O M E T R O

Come misurare l’energia orgonica

  La misura dell’energia che investe il rotorgon richiede l’impiego di uno strumento che ci consenta di effettuare delle misure, sia pure approssimative, e che noi stessi potremo costruire, utilizzando materiali di uso comune, come già abbiamo fatto per il rotorgon.
  Sostanzialmente si tratta di corredare il nostro rotorgon di un quadrante graduato fissato alla semi-scatola di qualche millimetro al di sopra della girante.Un apposito indice, da montare sospeso ad un filo al di sopra del quadrante, ci sonsentirà di leggere , in una scala convenzionale, la grandezza che ci proponiamo di misurare Vediamo ora nel dettaglio come realizzare questa costruzione aggiuntiva.
   Innanzi tutto dovremo ritagliare  da un foglio di carta, o da un sottile cartoncino, un cerchio graduato ( con divisione di 10° ), che disegneremo con l’aiuto di un goniometro.Questo quadrante dovrà avere un diametro esterno uguale a quello della girante e uno interno di 3– 4 cm. La graduazione  0° - 180° dovrà essere disegnata sia verso destra che verso sinistra, perché si dovrà poterla leggere nei due sensi di rotazione dell’indice. Questo quadrante verrà fissato ad un disco ( di cartone o di materiale plastico, ma non di metallo)il quale a sua volta verrà collegato alla parete della semi-scatola, per mezzo di un montante che fa capo al morsetto di serraggio.Una cura particolare richiede la costruzione dell’indice, dal cui peso dipende la prontezza di funzionamento dello strumento.Lo potremo ricavare da un sottile cartoncino, oppure da un sottile foglio di cellofan.Esso consiste essenzialmente in una striscia rettangolare(larga circa 15 mm)sagomata a punta ad una estremità e munita di un foro al centro.Attraverso detto foro(diamatro 4mm)passerà il picciolo della boccola destinata ad ospitare l’ago alla cui cruna verrà annodato il filo di sospensione.Si tratta di un filo di nylon molto sottile (spessore 0,06 mm – lunghezza 4 –5 mm)che ci potremo procurare presso un negozio di articoli di caccia e pesca, essendo utilizzato come lenza.L’estremità superiore del filo dovrà essere annodata ad un comine ago da cucire che verrà fissato ad una banana(articolo in vendita tra i componenti elettronici) .Detta banana troverà il suo alloggiamento in una boccola montata all’estremità di un braccio  orizzontale fissato al montante del morsetto di fissaggio, di cui si è detto prima.Con questo dispositivo potremo effettuare piccole regolazioni in verticale, cioè alzare od abbassare l’indice di pochi millimetri rispetto al piano del quadrante, ma soprattutto potremo, ruotando la banana, effettuare l’azzeramento dell’indice.Questo consiste nel far coincidere la punta dell’indice con lo zero della scala sul quadrante,operazione che è bene eseguire prima di ogni serie di osservazioni. Si è visto che le prestazioni dello strumento migliorano se si munisce l’estremità interna dell’indice(quella che si muove di fronte alla lamiera della scatola) di una strisciolina di carta sagomata ad arco di cerchio, con un’ampiezza di circa 40 –50 gradi sessagesimali.Naturalmente i carichi lungo l’asta dell’indice dovranno risultare equilibrati rispetto al punto di attacco del filo.


Come fare le letture all’orgonometro

Quando l’energia orgonica investe lo strumento, agisce sia sulla girante che sull’indice.Entrambi si muoveranno dapprima con un moto simultaneo e con la stessa velocità.Però, a mano a mano che la rotazione procede, noteremo che la girante dopo una prima fase di moto accelerato, tende ad assumere una velocità costante.In questa prima fase l’indice dello strumento effettua la sua corsa di andata fino alla sua massima escursione, in corrispondenza dell’inizio del moto uniforme della girante.A questo punto l’indice si arresta  mentre la girante continua a ruotare.E’ questo il momento di fare la lettura. Infatti è qui che si realizza l’equilibrio tra il momento motore,esercitato dalla forza di cui ci proponiamo di conoscere l’intensità, e il momento resistente dovuto alla reazione elastica del filo di nylon.Quest’ultimo in effetti si comporta come una  molla di torsione che tende ad opporsi al momento motore esercitato sul filo dall’indice, soggetto anch’esso, come la sottostante girante, all’azione dell’onda orgonica.Alla massima escursione dell’indice corrisponde il valore massimo dell’energia convogliata dall’onda rivelata dallo strumento, espressa in gradi sessagesimali
 Sotto l’azione di richiamo del filo(il cui momento torcente è ora maggiore di quello motore)l’indice inizia il suo moto retrogrado e tende a tornare a zero.Ha concluso una escursione completa di andata e ritorno.Nel punto in cui l’indice torna a zero, l’energia riassume quel minimo che aveva all’inizio del moto di andata.Se contiamo il tempo che l’indice ha impegato a compiere una escursione completa di andata e ritorno noi abbiamo il periodo dell’onda orgonica e cioè il tempo impiegato dall’onda a compiere un’oscillazione completa.
 Con questo dato (il periodo)conoscendo la velocità di propagazione dell’onda ,possiamo ricavare la sua lunghezza.E’ quanto abbiamo visto in precedenza, quando abbiamo illustrato, per la determinazione del periodo, il metodo della misura dell’intervallo di tempo che separa i due minimi  consecutivi della velocità di rotazione della girante del rotorgon.In effetti, il valore ricavato in precedenza  di T = 25 sec ha trovato conferma nel conteggio della durata di una escursione completa dell’indice che, in regime persistente, è risultato essere appunto di 25 sec.
 A questo proposito c’è da dire che in realtà sarebbe più corretto parlare di un fascio di onde, giacchè, come abbiamo accennato in precedenza, tutto fa ritenere che ogni strumento, a seconda delle sue caratteristiche costruttive e di taratura, sia capace di rivelare per selezione un particolare fascio di onde orgoniche , in cui però una data lunghezza d'onda prevale sulle altre.
 Può accadere che l’indice, raggiunta la massima escursione, mentre sta compiendo la sua corsa retrograda  ad un certo punto si arresti e riprenda una nuova corsa di andata.In questo caso lo strumento segnala un brusco incremento dell’energia che si manifesta con un ramo ascendente dell’onda  prima che questa raggiunga il minimo.

Rappresentazione grafica dell’onda

 Sulla scorta dei dati  forniti dall’orgonometro siamo in grado di  tracciare un profilo dell’onda orgonica ,in modo empirico ma sufficientemente indicativo.Su di un foglio di carta tracceremo tre colonne verticali, destinate alle seguenti osservazioni:
 1°) Il punto di partenza dell’onda, che non è sempre coincidente con lo zero.Può accadere, infatti, che l’indice inizi a muoversi , per esempio, a 5°  e segneremo questo dato nella colonna che intesteremo col simbolo : у°.
2°) La  massima escursione dell’indice, cioè il n° di gradi sul quale si porta l’indice, prima di iniziare la sua corsa di ritorno.Riporteremo questo dato nella colonna intestata col simbolo : Emax
3°) La durata dell’intera escursione dell’indice, in andata e ritorno, espressa in sec. e  rilevata mediante un contasecondi. Segneremo questo dato, che è il periodo dell’onda, nella colonna intestata col simbolo T.
 Ora, su di un foglio di carta millimetrata riporteremo i dati raccolti in un diagramma le cui ascisse stanno ad indicare i tempi (sec) e sulle cui ordinatefigureranno le escursioni dell’indice, in gradi sessagesimali.In corrispondenza della metà del peiodo T innalzeremo una verticale e su di essa segneremo il punto di max escursione(cresta dell’onda); i punti di minima escursione segnalano i minimi dell’onda(ventri).
 Sarà opportuno corredare la documentazione con i dati relativi all’ora e alle condizioni meteorologiche.
 



Valore istantaneo dell’energia

Se vogliamo che le escursioni angolari del quadrante siano lente, dobbiamo adeguatamente aumentare il suo momento d’inerzia. Questo non possiamo ottenerlo mediante l’aumento del diametro, che deve essere contenuto entro 9 cm , tenuto conto che la scatola entro cui esso ruota ha un diametro di 12 cm e può essere foderata con lo strato previsto per l’accumulatore. (Naturalmente qui ci siamo riferiti alle dimensioni medie più comunemente usate, dimensioni in larga misura obbligate da quelle della girante, il cui peso non dovrebbe superare i 0,4 – 0,5 grammi.) Non resta quindi, che agire sul peso e questo è il motivo per cui si consiglia di ritagliare il quadrante direttamente da un cartoncino (tipo bristol).
Con questo accorgimento noteremo che, quando la girante assume un moto uniforme, il quadrante sosta a lungo sul valore che corrisponde a detta velocità, senza essere soggetto ad oscillazioni periodiche, il che ci consente di fare una lettura che è molto vicina a quella del valore istantaneo dell’energia che in quel momento investe lo strumento.
Una volta fatta la lettura, non resta che esprimerla in funzione dell’unità convenuta. Per ora, in attesa che questa sia definita, per questa unità possiamo adottare l’org (abbreviazione di orgone).
Nel nostro caso faremo coincidere un org con un grado sessagesimale, essendo stato diviso il quadrante in gradi sessagesimali. In effetti, per un dato modello, l’angolo di cui ruota il quadrante sotto l’azione dell’onda orgonica, è unicamente funzione del momento che lo sollecita, potendo conglobare tutti gli altri parametri ( lunghezza del filo, sua sezione, materia di cui è costituito il filo,ecc.) in un’unica costante, che è appunto la costante di quel modello.
Ma l’energia che stiamo misurando è polarizzata, nel senso che è dotata di segno positivo o negativo, a seconda che il senso sia anti-orario, oppure orario. E ‘ stato assunto come segno positivo il senso di rotazione anti-orario perché si è visto che questo è il moto naturale dell’equipaggio mobile quando lo strumento è orientato ad W. In questo caso la porzione di quadrante su cui faremo la lettura è quella.destra. Se, al contrario, il moto avesse il senso orario, la lettura avverrebbe sulla porzione sinistra del quadrante ( di qui la necessità di una numerazione speculare rispetto ad un diametro ). Così se, per esempio, il quadrante si arresta e sosta a 40° del semi-quadrante di destra, la lettura è : + 40 org.
Abbiamo finora parlato genericamente di energia orgonica, senza fare esplicito riferimento alla sorgente da cui proviene. Va da sé che l’orgonometro può trovare una sua applicazione anche per la misura dell’energia che s’irradia dalle mani, pur essendo anche in questo caso valide le limitazioni cui si è accennato a proposito di un analogo impiego del rotorgon.

 
 
 

Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 14 Gennaio 2006 da Eruditore
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Il Bioradiometro :che cosa rivela questo strumento.


E' un semplice dispositivo che consente di rivelare l'esistenza di un campo di energia emessa dal corpo umano e, in particolare, dalle mani.
Tutto fa ritenere che questo tipo di energia sia di natura orgonica. Infatti, come meglio vedremo in seguito, c'è una versione del
Bioradiometro, opportunamente modificato, che mette in luce alcune proprietà dell'energia orgonica in modo così spiccato da meritare la denominazione di Orgonometro.
Si può collocare lo strumento su di un tavolo e sedersi di fronte ad esso ad una distanza di circa 20 cm. dalla sua base. In queste condizioni si potrà costatare che, benché l'ago della bussola-pilota, una volta orientato lo strumento, rimanga fisso al nord, l'indice del Bioradiometro prende ad oscillare: col suo moto di va e vieni intorno allo zero, l'indice ci rivela la presenza di un'energia pulsante che investe l'apparecchio, ancor prima che ad esso siano applicate le mani
Se disponiamo le mani ai lati dello strumento notiamo che l'intensità dell'energia da esso segnalata, varia al variare della distanza alla quale vengono poste le mani. Più precisamente, possiamo osservare che, mentre allontaniamo le mani dall'apparecchio (di fronte al quale siamo seduti), l'indice ci segnala un valore decrescente. Se riavviciniamo le mani, la deviazione dell'indice torna ad aumentare. Ne deduciamo che i due parametri, distanza tra le mani (e quindi dall'apparecchio) e intensità dell'energia, sono tra loro in proporzione inversa, come del resto era da prevedere (vedi grafico curve).
Se vogliamo fare una ricerca sul campo vitale emesso dal corpo umano (aura), è preferibile operare con un modello semplificato, privo di disco superiore e d'indice, al quale togliamo anche l'ago calamitato. Lo strumento dovrebbe essere situato al centro della stanza, isolato e lontano da masse metalliche. Usciti dalla stanza e chiusa la porta alle nostre spalle, dopo un congruo lasso di tempo, necessario all'equipaggio mobile perché assuma il suo assetto stabile, apriremo molto lentamente la porta ed entreremo nella stanza molto lentamente, facendo bene attenzione a non creare spostamenti d'aria, sia nel richiudere la porta, sia nel muoverci. Giunti ad una distanza di 1,5-2 m dallo strumento, restiamo immobili dinanzi a lui per 1-2 minuti. Trascorso questo lasso di tempo, noteremo che le alette si scosteranno dalla loro posizione d'equilibrio stabile e tenderanno a disporsi nella nostra direzione ("di coltello").
Se ora, sempre molto lentamente, ci sposteremo lungo le pareti, cercando di mantenere la stessa distanza dall'apparecchio, vedremo che le alette ci seguiranno cioè ruoteranno seguendo i nostri spostamenti, come se fossero collegate al nostro corpo da fili invisibili (le correnti eteriche, variamente colorate, che percepisce il chiaroveggente?).
Tutto avviene come se le alette si orientassero lungo linee di forza che s'irradiano dal nostro corpo. In tal modo esse si comportano come un detector, un rivelatore del campo vitale che circonda il corpo umano e da esso s'irradia.

 
 
 

Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 14 Gennaio 2006 da Eruditore

Cenni sull'energia vitale

Studi recenti hanno convalidato l'ipotesi, giunta fino a noi attraverso una tradizione che risale alle epoche più remote, dell'esistenza di un campo di forze che circonda il corpo umano che si estende per una distanza di qualche metro oltre la sua superficie cutanea e s'irradia da alcune parti del corpo, in particolare dalle mani. Si tratta di un'energia la cui natura è ancora sconosciuta. Sembra che un fenomeno di tipo elettromagnetico convogli un "quid" che attiene all'essenza stessa della vita, ma che la scienza non è ancora in grado di precisare.
Quelle che finora erano solo le testimonianze soggettive e personali di individui particolarmente dotati (chiaroveggenti), capaci di percepire un'altra ottava oltre la gamma delle vibrazioni dello spettro visibile, pare che abbiano trovato conferma nei risultati ottenuti negli ultimi decenni del secolo scorso da ricercatori specializzati, un po' in tutto il mondo.
Molti esperimenti sono stati condotti da scienziati di vari paesi, al fine di accertare l'esistenza e le proprietà di un campo di energia vitale che sarebbe generato dal corpo fisico degli esseri viventi (c.f.r. il volume: "L'Onda di Vita nell'Armonia del Cosmo" di Carlo Splendore Ed.Technipress, Roma.Tel.:06/65746251 e, dello stesso autore: "Come in basso, così in alto "Ed. Atanòr,Roma-1994 (
splendorec@libero.it).
In particolare, intorno agli anni trenta del xx° sec., il medico austriaco Wilhelm Reich (1897-1957) conduceva le sue ricerche sull'origine e sulla natura dell'energia vitale. Nel 1934 egli iniziò i suoi esperimenti che lo avrebbero portato alla scoperta dei bioni, microrganismi ottenuti da materiale organico e/o inorganico sterilizzato.
Nel 1939 egli scoprì che i bioni emettevano un tipo sconosciuto di energia, che sembrava non obbedire alle leggi note della fisica. Reich chiamò questa energia Energia Vitale, o Orgone (da organismo e da orgasmo) e giunse alla conclusione che essa non era altro che una radiazione cosmica. Egli si pose subito il quesito se vi fosse una qualche analogia tra le proprietà dell'orgone e le funzioni attribuite all'etere da molti ricercatori. Ne concluse che "la maggior parte di queste funzioni coincide con molte funzioni dell'energia orgonica cosmica, che sono state osservate direttamente e riprodotte sperimentalmente". Egli pertanto definì come flusso dell'etere nella struttura membranosa umana la corrente orgonica dell'uomo.
Al contrario dell'etere, che si pensava fosse in stato di quiete, Reich trovò che l'orgone appartiene ad una corrente ondulatoria che percorre il pianeta da ovest verso est, ad una velocità superiore a quella della terra.
L'esito negativo degli esperimenti di Michelson-Morley, che si proponevano di dimostrare l'esistenza dell'etere, è da attribuire, secondo Reich, appunto al fatto che si pensava che l'etere fosse in stato di quiete e, quindi, che la terra si muovesse attraverso un etere stazionario. Ma l'osservazione dell'orgone atmosferico dimostra che l'etere "non è affatto stazionario, bensì si muove più rapidamente del globo terrestre". Secondo Reich, quindi, l'ipotesi della possibile esistenza dell'etere continua ad essere valida.

 
 
 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 12 Gennaio 2006 da Eruditore
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Il Test
 La prova che desideri. Ecco come percepire l'Energia Vitale a distanza:
1. Stampa il diagramma. 
2. Metti il diagramma su un tavolo o una superficie rigida. Non deve essere sulle ginocchia o a diretto contatto con un grande organismo vivente. 
3. Tieni fermo il centro del palmo di una mano a circa 3 cm dal diagramma.
Sarai sorpreso sentendo qualcosa provenire dal diagramma quasi immediatamente: Un leggero formicolio della mano, una leggera brezza, o, come molte persone, una gradevole sensazione di calore che si spande dal centro del palmo. 

La Prova

Questo test straordinario, ti permette di sperimentare in prima persona ciò che sensitivi e potenti personaggi del passato ( maestri di tai chi, di reiki, yogi, sciamani ecc)conoscevano bene: L'Energia Vitale, (chi, prana, mana, etc... ogni cultura diversa e linguaggio hanno un termine per chiamare la stessa energia) si trasmette a qualsiasi distanza e senza perdite di energia.  E' semplicemente necessario è un collegamento strutturale per stabilire un contatto!  Questo fenomeno rende il lavoro dei maghi possibile, perfino facile!  In fatti è così semplice che chiunque può diventare un mago o uno stregone!  Questa è una delle ragioni che spinsero i "sapienti" di tutti i tempi a custodire i loro segreti gelosamente! Per nessun motivo avrebbero voluto perdere la loro lucrativa fonte di reddito. 

 
 
 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 12 Gennaio 2006 da Eruditore

L'orgone fu scoperto da Wilhelm Reich, che identificò molte delle sue proprietà.

 

Il lavoro iniziale di Reich sull'energia vitale cominciò negli anni '20, quando era allievo di Freud, l'ideatore della psicanalisi. Le teorie iniziali di Freud sul comportamento umano riguardavano in termini metaforici l'energia degli istinti, da lui chiamata libido. Mentre Freud e i suoi colleghi cessarono con il tempo di usare questo temine, Reich portò avanti un'estesa ricerca su questa forza che governa le emozioni, il comportamento e la sessualità umana. Il suo lavoro clinico gli fece scoprire delle correnti di energia emozionale nel corpo, che si potevano rilevare nell'uomo sano durante uno stato di profondo rilassamento, dopo l'espressione di una forte emozione o dopo un orgasmo genitale gratificante. La libera e disinibita espressione di un'emozione e la naturale eccitazione e soddisfazione durante un orgasmo furono identificate da Reich come espressioni di un movimento energetico non impedito nel corpo. Un blocco energetico si instaurava invece, con la partecipazione dell'intero sistema nervoso e muscolare al processo di soppressione, o trattenimento delle emozioni, quando l'individuo sperimentava un forte dolore o un trauma, o nella sua infanzia le emozioni erano state soppresse o trattenute (i bambini grandi non piangono, le brave bambine non mostrano la rabbia) o nella prolungata stasi sessuale.

Questo trattenere era anche accompagnato da un ansioso rifiuto di qualunque cosa fosse piacevole, perché avrebbe in qualche modo tirato fuori i sentimenti soppressi e non piacevoli. Quando questo tipo di risposta diventava cronico, l'individuo sperimentava un indurimento e una desensibilizzazione del corpo, una specie di corazza fissa, insieme a una riduzione della respirazione e dei contatti con l'ambiente esterno. Questa corazza neuromuscolare non era una condizione naturale, ma aveva una sua funzione nella sopravvivenza dell'individuo in casi specifici e momentanei di traumi o di dolore. Quando l'armatura però diventava uno stile di vita, squilibrava la funzione biologica dell'individuo e influenzava il suo comportamento anche in circostanze dove non c'erano né traumi né dolore da sopportare, perpetuando il comportamento di evitare il piacere e di censurare le emozioni. Questo impediva naturalmente il mantenimento di una buona salute e una vita sociale felice.

 

Reich sosteneva anche che l'orgasmo genitale giocava un ruolo centrale nell'economia energetica dell'individuo, come mezzo di scarica periodica di tensione bioenergetica accumulata. Più intensa è la scarica di bioenergia accumulata, più gratificante, rilassante e soddisfacente ci si sente dopo. Quando però il sesso viene bloccato e le altre emozioni sono cronicamente represse e frustrate, all'interno dell'organismo si accumula una grande tensione, che cresce fino a un punto di rottura, dove appaiono solitamente sintomi nevrotici e deviazioni comportamentali. Reich sviluppò delle tecniche terapeutiche per permettere a queste tensioni di uscire e per riacquistare la capacità di piacere nella vita, particolarmente a livello sessuale. Egli osservò che appena i suoi pazienti diventavano più sani sessualmente e liberavano le tensioni accumulate nel reprimere le emozioni, i loro sintomi nevrotici scomparivano. Alcuni di questi contributi alla teoria e alle tecniche della psicoanalisi furono inizialmente ben visti. Ma più tardi, quando la sua attenzione si focalizzò sull'abuso sessuale dei bambini e sulla repressione sessuale, la classe più conservatrice cominciò ad attaccarlo, rifiutandolo. Infine Reich abbandonò la psicanalisi definitivamente e chiamò il suo lavoro Economia del Sesso.

Le prime osservazioni di Reich sul comportamento umano, le emozioni, l'orgasmo e le correnti energetiche nel corpo suggerivano una natura reale e tangibile dell'energia emozionale. Più avanti utilizzò sensibilissimi voltmetri per confermare questo e per quantificare le correnti bioelettroniche e le emozioni correlate. Tuttavia era convinto che i bassissimi livelli di energia osservati non potevano spiegare pienamente le potenti forze energetiche osservate nel comportamento umano. Il piacere, osservò, era identificato da un aumento di carica bioelettrica della pelle, mentre l'ansietà era accompagnata da una sua perdita. Questo movimento "verso" o "via da" il mondo è il risultato delle esperienze vissute da ognuno.

La vita naturalmente si muove verso il piacere e si allontana dal dolore. Esperienze dolorose croniche fanno sviluppare all'organismo una corazza che rende poi difficile all'individuo stesso di uscire. Se questo è un processo generale dovremo trovarlo in atto anche negli organismi inferiori, come i vermi, o in microrganismi quali le amebe.

Reich notò che le amebe non avevano un sistema nervoso sviluppato come gli organismi superiori e tuttavia si espandevano o si contraevano nel loro ambiente in una maniera simile. Le correnti di energia vitale funzionavano dunque nello stesso modo in tutte le creature viventi. Proprio studiando lo sviluppo delle amebe Reich scoprì per la prima volta le radiazioni dell'orgone e più tardi i principi dell'accumulatore orgonico, una struttura composta di strati di metallo e materiale organico capace di attirare ed amplificare l'energia orgonica. L'accumulatore orgonico ha specifici effetti favorevoli alla vita su piante ed animali esposti alla concentrazione di energia vitale in esso contenuta. Reich e i suoi collaboratori hanno pubblicato nel tempo una quantità di scritti sulle ricerche in questo campo, e la ricerca continua tutt'oggi, nonostante l'inquisizione americana (il paese della libertà….) abbia processato e condannato Reich e bruciato tutti i suoi libri.

 

Proprietà dell'energia orgonica

E' ubiquitaria, riempie lo spazio

Non ha massa; è cosmica e primordiale

Penetra tutta la materia, a differenti velocità

Pulsa spontaneamente, si espande e si contrae e fluisce con un'onda caratteristica

Forte affinità e attrazione con l'acqua

E' accumulata naturalmente dagli organismi viventi attraverso il cibo, l'acqua, il respiro e attraverso la pelle

Mutua eccitazione ed attrazione di flussi diversi di orgone o di sistemi separati caricati con l'orgone

Eccitabilità via altri tipi di energia (nucleare, elettromagnetica, frizione)

 

Effetti biologici di una forte carica orgonica

 

Vagotonici, effetto di espansione dell'intero sistema

Sensazione di pizzicore e calore sulla pelle

Aumento della temperatura della pelle

Moderazione della pressione sanguigna e della frequenza dei battiti

Respirazione più profonda, aumento della peristalsi

Aumento della germinazione, della crescita e delle inflorescenze delle piante

Aumento delle capacità rigeneratici dell'organismo, rapida cicatrizzazione di ferite

Aumento del livello di energia, attività e vita

 

Precauzioni nell'uso di accumulatori orgonici

 L'energia orgonica nell'atmosfera è molto sensibile a certi disturbi, può irritarsi, tal quale i tessuti viventi, e certe influenze ambientali possono tramutarla in agente tossico.Gli accumulatori orgonici non devono mai essere usati in camere che contengono le seguenti influenze irritanti:

 Luci fluorescenti

televisori

computer o microcomputer

apparecchi con tubi catodici

forni a microonde

coperte elettriche

apparecchi per raggi x

bobine e altri componenti elettromagnetici

rilevatori di incendi

orologi o altri oggetti che contengono sostanze fluorescenti

materiale radioattivo

torri radar

cavi dell'alta tensione

Anche vivere nei prefabbricati con pareti di alluminio è negativo: l'alluminio infatti dà una reazione negativa all'energia orgonica

Questi agenti distruggono le qualità pro vita dell'energia orgonica rendendola altamente tossica e pericolosa, trasformandola in dor, energia orgonica morta. Questa scoperta avvenne in seguito a ciò che Reich chiamò effetto Oranur. Quando del materiale radioattivo venne introdotto in un accumulatore orgonico nel suo laboratorio nel Maine l'intera regione montuosa venne influenzata negativamente per vari mesi, i cooperatori di Reich si ammalarono e numerosi topi di laboratorio morirono. Dor, così venne chiamata da Reich, è energia orgonica morta: l'aria di una stanza piena di dor è irrespirabile e ci si sente disidratati, perché il dor divora l'acqua.

Attenzione allora: non giochiamo con questa energia ancora sconosciuta ma potentissima!

 

 
 
 

Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 12 Gennaio 2006 da Eruditore

L'energia orgonica è l'energia vitale cosmica, quella forza creativa fondamentale che gli sciamani e gli uomini che non hanno perso il contatto con la natura da sempre conoscono, che è stata ipotizzata da molti scienziati nel corso dei secoli, e che ora, grazie agli studi di un coraggioso pioniere, è anche dimostrata fisicamente.

L'orgone può essere visto, sentito, misurato e fotografato: è una vera e propria energia fisica, non qualche forza ipotetica. L'energia orgonica carica e irradia da tutti gli oggetti viventi e non, può penetrare tutte le forme di materia, sebbene a diversa velocità, e tutti i materiali influenzano l'energia orgonica, attraendola e assorbendola, o riflettendola ed espellendola. L'orgone è fortemente attratto dalla materia vivente, dall'acqua e da se stesso. Può fluire da un posto all'altro nell'atmosfera, ma generalmente mantiene un flusso da ovest verso est, muovendosi insieme e poco più rapidamente della rotazione terrestre. E' eccitabile, comprimibile e pulsa spontaneamente, è capace di espandersi o di contrarsi. La carica orgonica di un ambiente o di una sostanza non è statica, ma varia nel tempo, secondo onde cicliche. L'orgone esiste anche in forma libera nell'aria e nel vuoto dello spazio.

 

 L'orgone è correlato ma abbastanza diverso dalle altre forme di energia. Può ad esempio dare una carica magnetica a un conduttore ma non è magnetico di per sé, o una carica elettrostatica a un materiale isolante, ma non è elettrostatico nella sua natura. Reagisce con grande disturbo alla presenza di materiale radioattivo e le sue perturbazioni possono essere registrate da un contatore Geiger adattato. L'orgone è anche il mezzo attraverso cui vengono trasmesse le onde elettromagnetiche, l'"etere" degli antichi, sebbene non sia elettromagnetico nella sua natura. Le correnti dell'energia orgonica nell'atmosfera terrestre influenzano la circolazione, la temperatura, la pressione e l'umidità dell'aria, intervenendo nella creazione dei temporali. Nello spazio, l'energia orgonica influenza i fenomeni solari e la gravità. Eppure, niente di quanto detto definisce esattamente l'energia orgonica. Le sue proprietà infatti derivano più da quelle della vita in se stessa, l'antico concetto di forza vitale, benché si siano riscontrate masse orgoniche in forma libera nello spazio e nell'atmosfera. E' energia vitale primaria, cosmica, mentre tutte le altre forme di energia sono secondarie. E' un oceano cosmico di energia dinamica che mantiene l'intero universo: tutte le creature viventi, i climi e i pianeti rispondono alle sue pulsazioni e ai suoi movimenti.

Nei tessuti viventi l'energia orgonica è visibile nelle pulsazioni del protoplasma e in tutti i fenomeni bioelettrici. L'emozione è la carica e la scarica dell'orgone nelle membrane di un organismo così come il clima è la carica e la scarica, il flusso dell'orgone nell'atmosfera. Sia gli organismi che il clima rispondono allo stato dell'energia vitale. La funzione dell'energia orgonica appare all'interno dell'intera creazione, nei microbi, negli animali, nei temporali, nei cicloni e nelle galassie. Non solo carica e anima il mondo naturale, ma noi stessi siamo immersi nel suo mare, come pesci nell'acqua. E' il mezzo che comunica emozioni e percezioni, attraverso il quale siamo connessi con il cosmo e fratelli di tutto ciò che è vivo.

 

 
 
 
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