ElOqUi DiSoRgAnIcI

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 Mettimi in salvo dalle buche della pancia quando deflagro sulle tue carni. Smembrata in vertigini scoprimi la gola, mangiami, intossicandoti gli arti a partire dal niente in alto tra malfermi pensieri. Sono vena in subbuglio con battiti che perdurano e necessitano di fiato corto, morsi dallo stomaco in crampi, cordame di fame cronica, fabbi/sogno che s'avvinghia alle viscere e fra le ossa, embolia di/vento gocciolio mellifluo sulle pareti in tua assenza, passi sospesi sulla carne, sguardo da espettorarti nelle cornee germogliando odore belluino che piove addosso improvvido dalle ginocchia ad assurgere, tacendo il noi che si fa vivo.