Creato da ladymiss0 il 12/07/2008

Scritto sul corpo

c'è un codice segreto, visibile solo in certe condizioni di luce, quello che si è accumulato nel corso della vita.In certe parti il palinsesto è inciso con forza tale che le lettere si possono sentire al tatto, come fosse stato scritto in Braille.Preferisco tenere il mio corpo ripiegato, al riparo da occhi indiscreti, mai aprirsi troppo, svelare tutta la storia. (J. Winterson)

 

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terza e ultima parte

Post n°41 pubblicato il 20 Marzo 2009 da ladymiss0



I processi di unione e individuazione devono
quindi procedere in un’organizzazione circolare. In base a queste
concezioni, Cancrini e Harrison (1991) propongono un particolare ciclo
vitale della coppia in tre fasi:

 

  • Nella prima fase, di unione-fusione, si ha la fusione dei due e l’individuazione della coppia rispetto al resto del mondo.
  • Nella
    seconda fase, che è tipica della quotidianità, c’è un confine
    permeabile tra la coppia e l’esterno, ed è il momento in cui si creano
    le regole e si stabilizza la relazione.
  • Nella terza fase, si ha la separazione.


La prima e la terza fase, sono caratterizzate da stress, mentre la seconda
è relativamente tranquilla. L’attaccamento e il distacco sono infatti i
momenti più difficili, e possono vincolare notevolmente i partner. Ci
sono casi in cui le coppie non vogliono arrivare al secondo stadio e
quindi sono costrette in un terzo stadio più difficile e faticoso. Sono
delle coppie che pensano di sapere come unirsi, e non sanno
assolutamente come separarsi.



Per cui le premesse per una buona relazione, che comprendono l’individuazione, definire la relazione e essersi definito nella stessa, sono anche i presupposti
fondamentale per una buona separazione, poiché, altrimenti, queste
stesse indefinite premesse bloccheranno il processo di separazione.

In questa fase i membri della coppia sottoscrivono quello che alcuni
Autori definiscono Primo Contratto, la cui struttura somiglia
ad un iceberg: la parte emersa corrisponde alle norme esplicite ed agli
accordi consapevoli, come la sessualità e le norme sociali, che hanno
quindi funzione di contenimento e unificante; la parte sommersa invece
rappresenta i vincoli non consapevoli di natura affettivo-emotiva,
relativi al considerare il partner come l’unico capace di soddisfare le
proprie esigenze e le aspettative più profonde, convalidando anche una
specifica immagine di Sé. In questa fase quindi entrambi i partner
propongono un’immagine ideale di Sé, che verrà accettata dall’altro in
base alla gratificazione dei propri bisogni profondi.

Quanto detto, richiama il concetto di “contratto fraudolento” di Bowen
, in cui ognuno dei partner
coglie l’immagine dei bisogni profondi dell’altro e agisce come se
proprio lui li soddisferà, pur essendo questa una cosa impossibile per
entrambi.

Questa fase è dominata dall’illusione. “In una sorta
di percezione delirante, si è convinti che l’altro sia l’unico capace
di dare una risposta a ciò che si va cercando; l’altra faccia di questa
medaglia è la paura che, se davvero l’altro è unico, allora possiede su
di noi uno spaventoso potere, inteso, questa volta, nel significato di
capacità di influenzare e dominio. L’innamorato avverte di essere alla
mercè dell’altro: nella sua percezione questi può riempire o svuotare
di significato la sua vita, può dargli «l’estasi» o la «dannazione», al
di fuori di qualsiasi controllo, persino in virtù del solo capriccio”


Proprio per l’impossibilità di tener fede al Primo Contratto, questo deve essere
modificato e da ciò si decide il destino della coppia. La coppia sana
riuscirà a sopportare di dover rinegoziare il proprio contratto
iniziale, accettando una rivisitazione dei temi dell’individuazione e
differenziazione. Ci sarà quindi, da un lato, una rinegoziazione a
livello dell’immagine di Sé e dei bisogni profondi della sfera
affettivo-emotiva di ognuno, dall’altro una rinegoziazione delle
regole. Altre coppie invece, che hanno risorse diverse, diversi vissuti
infantili e di svincolo dalla famiglia, possono mostrare delle
difficoltà nel raggiungere questo processo di disillusione e possono
organizzarsi in modo da proteggere le illusioni che hanno influenzato
la scelta del partner e che rappresentano il tentativo di far incarnare
all’altro il ruolo di partner ideale

il Primo Contratto
che si struttura nella fase di formazione della coppia, col tempo verrà
rinegoziato per dar vita ad un Secondo Contratto, che può avere esiti
diversi in base alla riuscita della disillusione, che permette la
formazione di un giudizio realistico del partner. Nella vita di coppia
la fase di delusione, che segue a quella di illusione, ingenera una
crisi che può essere affrontata secondo tre percorsi, in base alle
possibilità e capacità della coppia:

  • Percorso A:
    caratterizzato da elusione della crisi, che nasce per evitare di
    riconoscere i vissuti legati alla delusione. La crisi è invisibile, le
    angosce sono profonde e si manifestano incongruità nella comunicazione
    e ricorso alla disconferma.
  • Percorso B: caratterizzato
    dall’ingresso nel circuito della delusione, in cui il riconoscimento
    della delusione, ingenera una crisi affrontata tentando di ripristinare
    il Primo Contratto. Ciò produce un conflitto manifesto, su tematiche
    esterne alla coppia, e l’insuccesso di ogni tentativo stabilizza la
    delusione in un circuito.
  • Percorso C: la delusione
    viene riconosciuta e ingenera una crisi costruttiva, a cui segue
    l’accettazione della propria realtà e di quella dell’altro. La coppia
    supera le illusioni e definisce nuove modalità di relazione, basate su
    aspettative più realistiche e su un’immagine realistica dell’altro.


Nel Percorso A e B persistono degli elementi non elaborati, le coppie si
irrigidiscono sul Primo Contratto e non tentano di cambiarlo, ma
vogliono cambiare il partner attaccandolo per i patti non mantenuti. Le
risorse che le coppie hanno per superare la crisi, dipendono dal Primo
Contratto e se esso contemplava l’ipotesi di un cambiamento evolutivo.
Se esisteva ciò, si realizzerà il passaggio da illusione a disillusione
e quindi l’altro verrà percepito non come persona interamente
conosciuta, ma come persona da conoscere e riconoscere

Il terzo momento nella formazione della coppia è il matrimonio, che cambia la natura del rapporto precedente, in quanto dall’innamoramento si passa all’amore,
ovvero dal vedere la realizzazione di ogni proprio desiderio
nell’altro, si passa all’accettazione del partner per quello che è, con
i suoi pregi e i suoi difetti . “Se le persone sono giunte con esito positivo al proprio
sviluppo individuale, sono in grado di passare da una relazione basata
sulla soddisfazione dei propri bisogni narcisistici ad un rapporto
fondato sulla condivisione e l’empatia, sulla cooperazione e sulla
comprensione, nonché sulla libera espressione della propria
personalità” .

La coppia in questa fase si trova a dover affrontare una serie di compiti evolutivi
importanti, tra cui la negoziazione e organizzazione degli aspetti
della vita quotidiana, ma soprattutto la gestione dei conflitti che può
essere un compito difficoltoso per i partner. Per mantenere la serenità
soprattutto nella prima fase del matrimonio, si può ricorrere
all’evitamento del conflitto, che però col tempo diventa disfunzionale.
Il conflitto può avvenire in un contesto relazionale cooperativo,
oppure avvenire in un contesto distruttivo.

Soprattutto in casi di comunicazione disfunzionale, la coppia deve riuscire a
sviluppare capacità di metacomunicazione, cioè comunicare rispetto agli
aspetti disfunzionali, cercando di accettare e comprendere il punto di
vista dell’altro. Allo stesso tempo la coppia deve anche saper regolare
le distanze con le rispettive famiglie d’origine, prendendo aspetti da
entrambe, ma anche differenziandosene, cercando di realizzare
equilibrio tra la lealtà verso i propri genitori e verso il partner.
Perché accada ciò i membri della coppia devono essersi svincolati in
maniera adattiva dalle proprie famiglie e sentirsi autonomi (Scabini,
1995).

Un altro importantissimo contributo nello studio delle
relazioni di coppia e della famiglia in generale, ci viene da Salvador
Minuchin (1974), che definisce la famiglia “un sistema che opera
tramite modelli transazionali. Transazioni ripetute stabiliscono
modelli su come, quando e con chi stare in relazione. Questi modelli
definiscono il sistema” .
Il sistema mantiene il suo equilibrio resistendo ai cambiamenti eccessivi, e mantenendo i modelli preferiti, tramite l’attivazione di meccanismi atti a
ristabilire l’assetto abituale di fronte ad eventuali deviazioni. Per
Minuchin (1974) il sistema familiare svolge le sue funzioni per mezzo
di sottosistemi; gli individui stessi sono sottosistemi, che
partecipano ad altri sottosistemi.

Ogni sottosistema è delimitato da certi confini, che indicano chi partecipa e in che modo.
Possono essere: confini chiari, diffusi o rigidi. Questi confini devono
essere definiti in modo che ogni membro del sottosistema possa
esercitare le proprie funzioni senza interferenze dagli altri
sottosistemi, mantenendo però il contatto con essi. La chiarezza dei
confini dei sottosistemi è una caratteristica molto significativa, che
diventa un importante parametro per valutare il funzionamento
familiare, considerato da Minuchin (ibidem) come un continuum che va da
confini eccessivamente diffusi a confini eccessivamente rigidi. Al
primo estremo abbiamo il caso delle famiglie invischiate, al secondo le
famiglie disimpegnate.

Tra i sottosistemi che Minuchin
considera (sottosistema dei coniugi, genitoriale, dei fratelli), il
sottosistema dei coniugi è sicuramente fondamentale. “Si forma quando
due adulti di sesso diverso si uniscono con l’espresso proposito di
formare una famiglia” .
Per realizzare i compiti specifici che spettano loro, i coniugi necessitano di capacità di
complementarità e reciproco accomodamento, cioè devono sostenere il
modo d’agire dell’altro in molti campi, cedendo parte del loro
individualismo per riguadagnarlo nel rapporto di coppia. Possono
favorire reciprocamente la creatività, l’apprendimento e la crescita.

È possibile anche che si attivino degli aspetti negativi della
personalità, andando ad esempio a cercare di migliorare o salvare
l’altro, oppure cercando di imporre standard da raggiungere, oppure
stabilendo che c’è un coniuge protettore ed uno dipendente. Questi
modelli negativi però non sono necessariamente legati in modo
consequenziale alla patologia, ma possono presentarsi anche in coppie
normali.

Inoltre questo sottosistema deve stabilire dei confini chiari, che lo proteggano da interferenze nate da richieste o
esigenze di altri sistemi. Ad esempio ciò è particolarmente valido
rispetto alla coppia con figli, i quali non devono entrare nel rapporto
coniugale, ma solo in quello del sottosistema genitoriale.

Un altro esempio sta nella possibile intromissione dei suoceri. Questi
sono casi in cui il sottosistema di coppia ha dei confini diffusi, ma
anche confini rigidi possono essere problematici: ad esempio la coppia
può chiudersi in se stessa ed essere messa in crisi dal troppo
isolamento.

 
 
 
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