KARBOGHA

Le sim telefoniche della malavita... e i nostri "poveri" intercettati


"Almeno 500 schede telefoniche Sim intestate ad ignari cittadini e probabilmente destinate alla criminalità organizzata del posto sono state sequestrate dai carabinieri del comando provinciale di Avellino. Le indagini sono scattate nell'ambito del contrasto della diffusione abusiva di codici d'accesso a sistemi informatici contenuti nelle schede telefoniche e delle frodi informatiche". Ragazzi, qui c'è da riflettere un attimino. Dopo la sbornia di intercettazioni calcistiche, finanziarie, a luci rosse e chi più ne ha più ne metta, arrivano le sim della malavita intestate a persone ignare di tutto. E così si scopre, ad esempio, che il "povero" Lucianone Moggi è stato solo una vittima del sistema. Magari un boss della camorra avrà pensato bene di intestargli due o tre sim della Norvegia o del Liechtenstein per coprire i propri affarri. Sicuramente quando si parlava di arbitri in realtà il discorso verteva su partite di droga o di armi. E il sequestro di Paparesta negli spogliatoti non era altro che il progetto di un vero sequestro di persona. E vogliamo parlare di quel buon tempone di Salvo Sottile che, con quella faccia d'angelo, figurarsi se avesse mai potuto fare tutte quelle porcherie e tradire la sua pur avvenente mogliettina. In realtà l'integerrimo portavoce di Gianfranchino il Breve non ha mai sistemato nessuno in Rai in cambio di prestazioni sessuali (la Gregoraci comunque merita). Anche la sua sim era tra quelle che la malavita campana aveva registrato senza che l'utente lo sapesse. La Gregoraci era in realtà una signora ucraina sulla cinquantina che gestiva il traffico delle prostitute dall'Est Europa. La Rai rappresentava invece la riviera romagnola dove quella partita di ragazzine doveva essere trasferita per lavorare. E noi tutti a pensar male!!! Ma c'è anche quel pover'uomo di Vittorio Emanuele: uno che ha aplomb e buon costume da svendere. Come si è fatto a dubitare anche di lui!? Una di quelle sim gli apparteneva senza dubbio. Le macchinette per il poker erano quelle della camorra, non certo le sue. Viva il re! Ma vogliamo concludere con quello straccio d'uomo che è diventato Fiorani. Dopo la bufera delle intercettazioni adesso anche la mannaia della nuova finanziaria su di lui che lentamente lo sta facendo scivolare tra i nuovi poveri del Paese. La sim incriminata non era sua. In quel caso si parlava di riciclaggio di danaro sporco della malavita. E pensare che non voleva dimettersi: era innocente poverino. Quanti uomini validi e senza macchia, quante menti brillanti della nostra amata Italia abbiamo condannato senza appello. E tutto per quelle sim delle malavita. Eppure quello di cui parlavano nelle intercettazioni era così simile ai normalissimi reati commessei dalle organizzazioni criminali. Strano che i giudici non si siano accorti di nulla.