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SENTINELLE SILENZIOSE

Post n°2 pubblicato il 22 Giugno 2010 da paesesommerso

SENTINELLE SILENZIOSE: I GUARDIANI DELLA DIGA DI AGARO

 

Uomini che vivono isolati dal mondo per turni di 5 giorni, ma che, dalla finestra della residenza dove mangiano, dormono e si rilassano, godono della vista di un paesaggio assolutamente fantastico.

 

 

Alla diga di Agaro non si arriva per caso, non è frequentata dalla massa di turisti ed escursionisti che prediligono il Devero. Nei pressi della centrale idroelettrica di Goglio si svolta a destra e ci si inerpica su di una strada a tratti asfaltata e, a tratti, sterrata e un po’ sconnessa. Oltrepassato il villaggio walser di Ausone la montagna si erge improvvisa nel tentativo di celare il gioiello che si trova “dentro”.

Una galleria, scavata interamente a mano, ai tempi della costruzione dell’invaso, l’attraversa e permette ai mezzi  dell’Enel di percorrerla agevolmente al fianco dalla grossa condotta.

Sbucati dal buio umido del tunnel una luce solare splendente illumina il possente muro della diga che fu costruita tra il 1936 e il 1940 ed è a gravità massiccia, in muratura, pietrame e malta cementizia, con andamento leggermente arcuato. Il raggio dell’arco è di 225 metri. Alta 56 metri e larga 243 ha un volume di 20 milioni di metri cubi. Il pietrame per la muratura venne preso in loco, all’incirca la cava si trovava a metà lago, mentre la sabbia fu trasportata dal greto del fiume Toce nei pressi di Crego, con una teleferica di 6 km. Le acque dell’invaso, con una portata massima di 4,3 metri al secondo e un salto di 488 metri, alimentano la centrale di Goglio e producono 27 milioni di kwh.

Cleo Cazzetta e Fausto Folloni sono due dei guardiani che hanno il compito di sorvegliare questa meraviglia dell’ingegneria idraulica. Cazzetta lo fa da 12 anni, dopo averne passati 20 in centrale, mentre Folloni sono ben 29 che  vigila questi giganti d’acqua, dei quali la Val Formazza è ricca.

I loro sono turni di 5 giorni durante i quali vivono nella costruzione posta su di una sommità che domina il complesso.

La loro giornata inizia alle 7 e 30 circa effettuando controlli alle varie valvole, facendo piccole manutenzioni ordinarie e trasmettendo poi i dati, compresa la temperatura atmosferica,  ai centri di raccolta. Il tutto viene eseguito in modo molto scrupoloso dai guardiani, consci della grande responsabilità che hanno.

A volte passa qualche escursionista, un breve saluto e la porta sempre aperta in caso di necessità, quasi che la loro casa sia rifugio per tutti coloro che possano averne bisogno, anche solo per un caffè. Sono sempre pronti ad aiutare tutti, così come fecero nel 1987 quando la Valle fu investita da una terribile alluvione

Cucinano a turno, il pranzo è alle 12 , la cena circa alle 19. A letto vanno intorno alle  21 e 30, specialmente quando le giornate sono brevi e viene buio presto.

In inverno hanno, tra gli altri, il compito di ripulire alcune zone all’interno del cuore pulsante della diga dal salnitro che si forma dove ci sono le infiltrazioni d’acqua. Lo tolgono con gli scalpelli per poi ammucchiarlo nei pressi della montagna.

Episodi particolari non ne ricordano, ma poi si scopre che anni fa, ad un cambio di turno, si sono ritrovati con 90 cm di neve fresca da attraversare: ben 4 ore per tornare a valle alla centrale!

Gli animali, quando scende la sera, si avvicinano guardinghi, sono cervi, camosci, caprioli che si avventurano alla ricerca del salnitro, per loro così goloso. In primavera i fischi delle marmotte allietano le giornate.

Sono amanti della montagna, quella vera, autentica, uomini che non si fermano neppure davanti a temperature di 28 gradi sotto lo zero, che per giorni e giorni, come famiglia, hanno solo il compagno di lavoro. Una convivenza forzata, ma in fondo ben accettata.

Nel tempo libero c’è chi guarda la televisione, chi legge e chi, come Cleo, ha trovato nel Sudoku una vera passione. “All’inizio lo trovavo un po’ difficile” ammette timidamente “ma adesso che ho capito come fare,  trovo molto stimolante ragionarci su! Per me è una vera sfida!”

Il lago è di una bellezza selvaggia, con i colori che mutano con la velocità delle nuvole, quasi fossero pecore sfuggite al controllo del pastore.

Larici abbarbicati sulle pendici scoscese si specchiano facendo a gara con le rocce scure e i verdi prati posti quasi in linea verticale, ma, nonostante tutte queste asperità, i guardiani ricordano i mandriani che vengono “dentro” con i loro animali.

“Quest’anno non sono venuti” tengono a precisare “ma senz’altro torneranno la prossima estate”

La galleria divide due mondi: il “dentro” e il “fuori”: “dentro” c’è la diga, il lavoro, i giorni di isolamento, ma anche di pace, tranquillità, “fuori” , al di là del tunnel, ci sono la famiglia, gli amici, la frenesia di una vita che ha perso i ritmi antichi della natura.. Tanti sacrifici senza dubbio, ma ripagati da visioni primordiali uniche e irripetibili.

Sono i padroni incontrastati di questa distesa d’acqua che, quando il cielo si prepara ad un temporale, si tinge di plumbei colori.

Qui, inaspettata, la nebbia in una mattina di mezza estate, veloce risale la vallata sottostante, batte contro il muraglione della diga, per poi ricadere lentamente a ricoprire ogni cosa.

La domanda sulla leggenda del rintocco delle campane, proveniente dal fondo del lago, dove giace il villaggio Walser di Agaro, li fa sorridere. Non ci sono fantasmi dicono indicando il punto dove, quando il livello dell’acqua è al minimo, affiorano i resti della cappelletta. Le colonne sono state recuperate, ripulite e ora si trovano nella chiesetta di Ausone.

Non è facile abituarsi al silenzio, alla solitudine…lo sguardo si perde nei ricordi e una lacrima di commozione scende sui volti di queste sentinelle silenziose.

 

 

 

 
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UNA PASSIONE

Post n°1 pubblicato il 03 Aprile 2009 da paesesommerso
Foto di paesesommerso

E PER STELLE…I PESCI

 

 

La mia passione per i paesi sommersi e per tutto ciò che le acque delle dighe custodiscono nasce nel 1994, esattamente nel mese di febbraio a Milano, quando, curiosando tra i vari stand della BIT, la Borsa Internazionale del Turismo, la mia attenzione venne letteralmente rapita da un piccolo depliant. Era la pubblicità di un evento che sarebbe cominciato da lì a poche settimane e sarebbe proseguito per tutta l’estate: il riaffioramento, nel Lago di Vagli, del villaggio di Fabbriche di Careggine, dovuto al completo svuotamento dell’invaso artificiale per la manutenzione  periodica che avviene ogni 10 anni. Fu come un colpo di fulmine, improvvisamente mi vennero alla mente i nomi di due paesi in provincia di Verbania anch’essi sommersi: Agaro e Morasco. Mi diedi della stupida: “Io abito a pochi chilometri e mi stupisco di trovare un opuscolo come quello toscano!” Da quel giorno il mio obiettivo è censire tutto ciò che è stato sommerso dalle acque delle dighe, ma non solo, raccogliere foto, documenti, libri e testimonianze, ove possibile, di persone che in questi luoghi hanno vissuto. Carpire la verità sui rintocchi delle campane che riecheggiano dal fondo  dei laghi ai guardiani delle dighe, sentinelle silenziose di quanto non c’è più.

Questa passione mi ha portata a visitare molti angoli d’Italia a volte sconosciuti, ma soprattutto a studiare queste zone sotto ogni aspetto: culturale, artistico, antropologico e anche tecnico e geologico.

E ancora scoprire che uomini legati alle proprie origini, innamorati del proprio paese, hanno smontato e numerato uno ad uno i mattoni della chiesa per ricostruirla più in alto rispetto al bacino, o hanno atteso l’abbassamento delle acque per correre a recuperare particolari quali colonne, acquasantiere…per inserirli nelle nuove costruzioni o semplicemente strapparli alle acque per poterli ricordare visivamente.

Le dighe in Italia sono innumerevoli e non tutte gestite dall’ENEL, inoltre i gestori spesso hanno timore che si voglia fare una campagna negativa contro di loro che hanno sommerso, con migliaia di litri d’acqua, paesi e costruzioni, pascoli e terreni, sacrificandoli sull’altare del progresso. Ma lo scopo di questa ricerca non è quello di colpevolizzare a tutti i costi qualcuno, bensì di tenere vivo nella memoria il ricordo di queste genti e di questi posti, dimenticarli sarebbe ancora più terribile di quello che hanno subìto quando sono stati costretti ad abbandonare le loro case.

Ogni lago nasconde un tesoro: il lago Arancio un fortino arabo, il lago di Resia le fondamenta del campanile di Curon che svetta circondato dalle montagne innevate, il lago Omodeo una foresta fossile, nuraghi, domus de janas, l’invaso sul Celone il sito archeologico di San Giusto…

La cosa che mi spinge a continuare è la consapevolezza che molte, troppe persone non sono a conoscenza di ciò che giace sotto le acque calme e tranquille e rendere pubblico questo studio darebbe nuova vita a quanto sembrava morto, darebbe ancora voce a tutte quelle persone che in quei borghi hanno vissuto, amato, lavorato, studiato…

Ogni giorno la ricerca si arricchisce di nuovi tasselli, una leggenda, una notizia particolare come la scuola estiva di Agaro o la torbiera sommersa del lago di Campotosto, e ogni giorno la passione si fa sempre più forte, con la voglia di riportare in superficie la conoscenza di questi luoghi.

Poeti, storici, sindaci, vigili urbani e impiegati comunali hanno fornito preziose informazioni, orgogliosi di poter contribuire alla rivalutazione di una parte della nostra stupenda Italia.

 

 

 

L’acqua è fonte di vita

L’acqua crea

L’acqua distrugge

 

L’acqua sommerge e restano solo i fantasmi del passato che aleggiano sul filo sottile di un’esistenza che è stata spezzata

 

Storie diverse

Storie tristi

Storie allegre

Tutte con un denominatore comune

L’acqua

 

Storie vecchie e storie antiche

Leggende e verità

Tragedia e speranza

 
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