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« LE 5 PIÙ BELLE CITTÀ AL MONDOLE INCONCLUDENZE DELLA VITA »

L'ARTE DI VIAGGIARE

Post n°20 pubblicato il 18 Giugno 2014 da bovart
 

Se la nostra esistenza si svolge all’insegna della ricerca della felicità, forse poche cose meglio dei viaggi riescono a svelarci le dinamiche di questa impresa.

Alain de Botton

Nei viaggi esiste il “movimento”, che a mio modo di vedere aiuta ad avere una visione più ampia del chi siamo e cosa vogliamo.

Da dietro e anche dopo ogni mio viaggio, ho scoperto parti di me stesso e non solo, anche della vita e degli altri, che difficilmente avrei potuto venirne a conoscenza, standomene immobile, in uno spazio ristretto di territorio.

Diceva Sant’Agostino “ Il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina”.

Non ne farei adesso una verità assoluta, però non posso non constatare, che molte aperture e conoscenze mentali, mi sono arrivate a seguito di alcuni miei viaggi.

Non avrei potuto confrontarmi con molte personalità conosciute, dove al centro di ogni discorso, esisteva sempre una certa conoscenza, ricerca e sperimentazione della vita, dei costumi e tradizioni di alcuni popoli.

In molte parti del mondo, vari popoli ricercano la felicità, forse non ha tutti i torti de Botton, quando scrive che i viaggi riescono a svelarci qualcosa che può condurre alla felicità.

Ogni viaggio, mi ha sempre fatto salire di un gradino di quella particolare scala, che si dirige verso le nuove conoscenze.

Un tempo viaggiavo parecchio, praticamente non ero mai fermo, ho impiegato diversi anni per raccogliere e sistemare le tante informazioni, che mi erano entrate dentro.

Viaggiare credo sia per davvero un’arte, come la musica e altre discipline, si impara mettendosi all’opera, anche se può sempre tornare utile, studiare un pochino di teoria.

Bisogna però anche dire, che esistono persone dotate, capaci di “viaggiare” con la fantasia e la mente, pur rimanendo immobili nello stesso luogo per tutta la vita.

In questi ultimi anni, credo di avere imparato a “viaggiare” senza spostarmi, anche se adesso mi piacerebbe uscire fuori dal lungo letargo e riuscire a godere la “luce” emessa da infiniti luoghi, che si trovano sparsi nel mondo.

Non è sempre una questione di possibilità di qualche tipo, economica o di altro.

Tante cose dipendono principalmente da una certa “volontà”, anche se possono intervenire diversi fattori esterni, come potrebbero essere problemi fisici e di salute, ma questo fa parte del proprio patrimonio genetico, che non tutti possediamo in eguale maniera; proprio come accade per la povertà e ricchezza.

A suo modo, poter viaggiare e spostarsi, può rappresentare una “ricchezza” che non tutti riescono ad apprezzare; difatti, non sono poche le persone che amano starsene buone nel territorio che conoscono da sempre.

A volte però, certe spinte che nascono da talune necessità, possono risultare benefiche e portatrici di novità importanti, per la propria crescita e la propria vita.

Viaggiare, per molti può equivalere andare incontro al proprio destino, oppure per come diceva Tiziano Terzani, "Ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna parte. Per questo viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. È inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé".

Quella di Terzani, è stata per me un’idea che mi ha portato molte volte a riflettere, ho creduto e anche a tutt’oggi, trovo importante, arricchire il mio “dentro”, che non è una cosa semplice da fare.

A volte immagazziniamo “zavorra”, senza neanche rendercene conto, fare scelte accurate in tal senso, è materia dei saggi e non tutti lo siamo.

È anche vero che con la tecnologia, le distanze si sono accorciate, stando tranquillamente a casa, possiamo guardare filmati di ogni genere; capire e osservare la vita di molti popoli.

L’arte di un certo “viaggiare”, per collegarsi al pensiero iniziale di de Botton, dovrebbe svolgersi nella ricerca della felicità; c’è chi per esempio potrebbe ritrovarla nel semplice e puro divertimento, chi invece andrebbe a ricercarla nella bellezza della natura, o delle opere del genere umano.

Comunque vada, la scelta o il percorso che andremo a scegliere, si tratterà pur sempre di un certo “viaggiare”; complicato o semplice che sia.

Forse per questo motivo, Terzani diceva che bisogna avere qualcosa dentro, per avere la possibilità di andarla a trovare anche fuori.

Forse per questa ragione, trae vantaggio da un certo viaggiare, la persona che porta con se un patrimonio interiore di ricchezze e valori.

Non so se vi è mai capitato di trovare un posto magnifico e piacevole, visitandolo insieme a una determinata persona, poi quando tornate a rivisitarlo, magari in un altro contesto e con altre persone, lo trovate diverso, a volte non riuscendo a ritrovare quella certa “magia”, che pensavate arrivava dal luogo in questione.

Questo per provare a dire che certi viaggi, non si fanno solo a riguardo dei luoghi da visitare, ma possono essere percorsi insieme ad alcune persone, capaci di dare giusto “valore” alle cose.

So che è così, perché è parte di un mio vissuto, non so fino a che punto però, potrebbe anche esserlo per altri.

Il viaggiare, credo sia una esperienza soggettiva, per poter essere raccontata in maniera generale e che possa oltretutto, andare bene per tutti.

È per l’appunto un’arte, di quelle non semplici da mettere in opera e comunicare agli altri.

 


 
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