Creato da: bovart il 29/05/2014
SOUL

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

Ultime visite al Blog

joabbovartMarquisDeLaPhoenixblumannarovaniloquioamorino11DuochromeRUTHLESS_WOMANgiocom1960christie_malryalba1950stevelacastezero_complicazionicile54
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« LE INCONCLUDENZE DELLA VITASOMNIUM »

LA MONETINA D'ARGENTO

Post n°22 pubblicato il 21 Giugno 2014 da bovart
 

C'era una monetina uscita bella lucida dal conio, che

saltava e tintinnava: "Evviva! ora me ne andrò per il

mondo" e così infatti avvenne.

 

I bambini la tennero stretta nelle manine calde, gli

avari nelle mani gelide e viscide, gli anziani la

girarono e la rigirarono molte volte, mentre i giovani la

fecero circolare di nuovo immediatamente.

 

La monetina era d'argento, aveva pochissimo rame in sé e

era già nel mondo da un anno, o meglio nel paese dove

era stata coniata, quando si mise a viaggiare fuori dal

paese: era infatti l'ultima monetina di quel paese

rimasta nel borsellino di un signore che viaggiava e

che non lo seppe finché non gli venne tra le mani.

 

"Ecco ancora una monetina di casa mia!" esclamò

"viaggerà con me!"

 

La monetina tintinnò e saltò con gioia quando fu

rimessa nel borsellino.

 

Si trovò tra molti compagni stranieri che andavano e

venivano, uno faceva spazio all'altro, ma quella monetina

rimaneva sempre lì, e questa era una distinzione.

 

Erano passate ormai molte settimane e la monetina era

lontano nel mondo, senza sapere bene dove; sentiva

dalle altre monete che erano italiane o francesi, una

disse che erano in una certa città; un'altra diceva che

erano in un'altra; ma la monetina non poteva

immaginarsi nulla: non si vede il mondo quando si sta

sempre in un sacchettino, e questo era il suo caso.

 

Ma un giorno che si trovava lì come al solito si accorse

che il borsellino non era chiuso e così sgusciò fuori

dall'apertura per guardarsi un po' intorno; non avrebbe

dovuto farlo, ma era così curiosa che poi se ne pentì.

 

Uscì nella tasca dei pantaloni, e quando la sera il

borsellino fu messo da parte la monetina rimase lì

nella tasca e uscì nel corridoio insieme ai vestiti,

cadendo sul pavimento.

 

Nessuno la sentì e nessuno la vide.

 

Al mattino i vestiti vennero riportati, il padrone se li

mise e ripartì.

 

La monetina non partì con lui, venne trovata e dovette di

nuovo rimettersi in circolazione con altre tre monete.

 

"È bello vedere qualcosa del mondo!" pensò la

monetina "conoscere altre persone, altre usanze!"

 

"Che strana monetina" venne detto proprio in quel

momento. "Non è una moneta di questo paese, è falsa!

Non vale niente!"

 

Così cominciò la storia della monetina come lei stessa

la raccontò in seguito.

 

""Falsa, falsa! non vale nulla!" Queste parole mi

trafissero il cuore" disse la monetina. "Io sapevo di

essere fatta di buon argento, di buon conio, e con

ottime caratteristiche.

 

Sicuramente si sbagliavano, certo non intendevano me,

eppure era proprio di me che parlavano.

 

Io venni chiamata falsa, fu detto che non valevo niente!

"Devo darla via al buio!" disse l'uomo che mi possedeva,

e infatti venni spesa di notte e poi venni di nuovo ingiuriata

durante il giorno: "falsa! non vale nulla! dobbiamo cercare di

sbarazzarcene!.""

 

La monetina ogni volta tremava tra le dita di chi

voleva darla via di nascosto spacciandola per una

moneta del paese.

 

"Povera me! A che cosa mi serviva l'argento, il mio

valore, il mio conio, se qui non avevano nessun

significato?

 

Si ha valore nel mondo solo se questo ce ne attribuisce!

 

Deve essere terribile avere una coscienza cattiva,

prendere la strada del male, quando io, che ero innocente,

ero così turbata solo perché le apparenze erano contro di me.

 

Ogni volta che venivo tirata fuori temevo gli occhi che mi osservavano,

sapevo già che sarei stata messa da parte, gettata sul tavolo, come se fossi

stata inganno e menzogna.

 

"Una volta arrivai da una povera donna che mi aveva

avuto come paga del faticoso lavoro compiuto, ma lei

non riuscì a liberarsi di me, nessuno voleva prendermi:

fui proprio una sfortuna per lei.

 

""È assolutamente necessario che inganni qualcuno

con questa" disse. "Non posso permettermi di

conservare una moneta falsa: la darò al ricco fornaio

che ne avrà danno meno di altri, ma è comunque

disonesto quello che faccio."

 

"Adesso mi tocca persino gravare sulla coscienza di

quella donna!" sospirò la monetina. "È possibile che

sia cambiata tanto diventando vecchia?"

 

"La donna andò dal ricco fornaio, ma lui conosceva fin

troppo bene le monete, così io non potei stare da lui,

venni gettata in faccia a quella donna, che per colpa

mia non ebbe il suo pane; e io mi sentii veramente

molto triste per aver causato un dolore a qualcun altro,

io che nella mia giovinezza ero stata così sicura e

sincera, così consapevole del mio valore e della

purezza del mio conio.

 

 

Divenni malinconica, proprio come una povera monetina

può diventare quando nessuno vuole averla ma la donna

mi portò a casa, mi osservò attentamente, con dolcezza e affetto.

 

"No, non voglio ingannare nessuno con te!" disse. "Ti farò un

buco in mezzo in modo che ognuno possa vedere che sei falsa.

 

Eppure, ora che ci penso forse sei una monetina portafortuna;

sì, lo credo proprio!

 

Ti farò un buco nel mezzo, ci infilerò una cordicella, e poi ti

metterò al collo della figlia della vicina, come portafortuna."

 

"Così mi fece un buco; non è mai piacevole essere

passati da parte a parte, ma quando l'intenzione è

buona si può sopportare tutto; mi infilarono una corda

e divenni una specie di medaglia; venni appesa al collo

della bambina e questa mi sorrise, mi baciò, e io

riposai una notte intera sul caldo e innocente petto

della bambina.

 

"Al mattino la madre mi prese in mano, mi guardò e

pensò a qualcosa: me ne accorsi subito. Prese le forbici

e tagliò la cordicella.

 

""Monetina portafortuna!" esclamò. "Adesso

vedremo!" Mi mise nell'aceto in modo che diventassi

verde, poi mi chiuse il buco, mi lisciò un po' e se ne

andò, quando fu buio, dal venditore dei biglietti della

lotteria, per averne uno che portasse fortuna.

 

Come stavo male! Mi sentivo oppressa, come se dovessi

scoppiare: sapevo che sarei stata chiamata falsa e

gettata via, e questo davanti a una gran quantità di

monetine e di altri soldi che avevano le iscrizioni e le

figure incise, di cui potevano ben essere fieri.

 

Ma quella volta la scampai, c'era tanta gente dal

rivenditore della lotteria, e lui aveva tanto da fare che

venni gettata nel cassetto tra le altre monete, se poi il

biglietto abbia vinto non lo so, ma so che il giorno

dopo venni riconosciuta come falsa, fui messa da parte

e poi rimessa in circolazione per ingannare e ancora

per ingannare.

 

È insopportabile quando si ha un carattere puro, e di

quello sono sicura.

 

"Per molti anni e molti giorni passai da una mano

all'altra, da una casa all'altra, sempre ingiuriata,

sempre maltrattata; nessuno credeva in me, neppure io

credevo più in me, e neppure nel mondo; furono tempi

duri.

 

Un giorno giunse un viaggiatore, e naturalmente

venni data a lui che fu tanto ingenuo da prendermi

come moneta corrente; ma quando dovette darmi via,

sentii di nuovo quelle grida: Non vale niente! è falsa."

""Io l'ho avuta per buona!" disse l'uomo e mi guardò

attentamente, poi sorrise, come non succedeva certo

quando mi guardavano con attenzione.

 

"Oh, guarda che cos'è!" esclamò "una moneta del mio paese,

una buona onesta moneta di casa mia a cui hanno fatto un

buco e che chiamano falsa. È proprio divertente!

 

Ti conserverò e ti riporterò a casa!"

 

"Fui percorsa da un brivido di gioia quando venni

chiamata una buona e onesta moneta e quando seppi

che potevo tornare a casa, dove tutti mi avrebbero

riconosciuta sapendo che ero fatta di ottimo argento e

che avevo il giusto conio.

 

Avrei addirittura sprizzato scintille per la gioia, ma non

è nella mia natura fare scintille: è una proprietà dell'acciaio,

non dell'argento.

 

"Venni avvolta in una bella carta bianca per non essere

mescolata con le altre monete e partii; solo nelle

occasioni importanti, quando incontrava dei

connazionali, il mio padrone mi tirava fuori: allora

venivo ricoperta di elogi; dicevano che ero

interessante; è abbastanza divertente essere interessanti

senza dire una parola!

 

"Così tornai a casa! Tutta la mia miseria era passata, e

cominciò la mia gioia: ero fatta di ottimo argento e

avevo un buon conio; non era certo una vergogna che

mi avessero bucato e trattato come falsa, non fa nulla

quando non lo si è!

 

Bisogna resistere: ogni cosa col tempo ottiene giustizia!

 

Questa ora è la mia convinzione!" disse la monetina.

 

ANDERSEN

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963