PASSIONE E BATTERIA

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intervista a franz di cioccio

Post n°23 pubblicato il 10 Ottobre 2007 da schio

Intervista a Franz Di Cioccio
a cura di Mario Riggio

BIOGRAFIA
Franz, milanese di origine abruzzese, è il più importante batterista rock italiano ed il più conosciuto all’estero, tanto conosciuto da essere chiamato a sostituire John Bonham nei Led Zeppelin.
Inizia a suonare come turnista nelle sale milanesi, registra con Battisti, Equipe 84, De André, Mina, i Camaleonti, Claudio Villa.
Nel 1970 forma la Premiata Forneria Marconi, gruppo storico del rock italiano con cui raggiunge il successo internazionale nella prima metà degli anni ‘70. Negli anni ‘80 diventa il cantante del gruppo lasciando spazio a Walter Calloni.
Ha al suo attivo un album da solista e diverse colonne sonore televisive e cinematografiche. La sua più grande caratteristica è la fantasia, mezzo attraverso cui riesce ad aver successo nelle più disparate attività, suona, canta, compone per cinema, tv e pubblicità, presenta programmi televisivi, fa l’attore e lo scrittore.

DISCOGRAFIA DA BATTERISTA
LUCIO BATTISTI, 1969
LUCIO BATTISTI * EMOZIONI, 1970
LUCIO BATTISTI * VOLUME IV, 1971
LUCIO BATTISTI * AMORE E NON AMORE, 1971
LUCIO BATTISTI * IL MIO CANTO LIBERO, 1972
LUCIO BATTISTI * ANIMA LATINA, 1974
FABRIZIO DE ANDRE' * LA BUONA NOVELLA, 1970
FABRIZIO DE ANDRE' * IN CONCERTO, 1979
FABRIZIO DE ANDRE' * IN CONCERTO VOL II, 1980
FRANZ DI CIOCCIO & FRANCO MUSSIDA * ATTILA, 1983
FRANZ DI CIOCCIO * LUPUS IN FABULA, 1992
ALBERTO FORTIS * LA SEDIA DI LILLA', 1979
GENOVA CANTA DE ANDRE’ * AIA DA RESPIA, 1999
MAURO PAGANI, 1978
GIGI PANCIERI * A 100 METRI DA CASA, 1983
RON * UNA CITTA' PER CANTARE, 1980
PFM * STORIA DI UN MINUTO, 1971
PFM * PER UN AMICO, 1972
PFM * PHOTOS OF GHOSTS, 1972
PFM * THE WORD BECAME THE WORD, 1974
PFM * L'ISOLA DI NIENTE, 1974
PFM * LIVE IN USA, 1974
PFM * CHOCOLATE KINGS, 1975
PFM * JET LAG, 1977
PFM * PASSPARTU', 1978
PFM * SUONARE SUONARE, 1980
PFM * COME TI VA IN RIVA ALLA CITTA', 1981
PFM * PERFORMANCE, 1982
PFM * 10 ANNI LIVE 71/81
PFM * ULISSE, 1997
PFM * WWW.PFMPFM.IT, 1998
PFM * SERENDIPITY, 2000
PFM * LIVE IN JAPAN, 2002

LA TECNICA
di Mario A. Riggio
Franz Di Cioccio è un batterista fantasioso e creativo, capace di interpretare con personalità molti generi musicali, dal rock al jazz, al reggae, alla classica canzone italiana. Segni distintivi sono la musicalità dell'accompagnamento, il grande uso dei tom e di percussività africane, l'utilizzo molto curato del charleston.
Per uno studio esemplificativo abbiamo scelto tre brani in contesti diversi: "Chi ha paura della notte?", dall'album della Pfm "Come ti va in riva alla città" del 1981, "La canzone di Marinella" dallo storico album "Fabrizio De Andrè in concerto" del 1979 e "Tutti cuori viaggianti" dal disco di Ron, "Una città per cantare" del 1980.

"Chi ha paura della notte?" fa parte dell'album più "urbano" della Pfm, dove la batteria si fa secca, scattante, per interpretare la durezza e la frenesia del ritmo di vita cittadino. L'introduzione, di 16 battute, è decisamente di ispirazione afro, e rappresenta la città-giungla. Franz, porta avanti un tempo in 12/8 con la cassa fissa in quarti (puntati), creando un tappeto ritmico con il timpano ed accentando con il tom alto sul quarto e sul secondo movimento di ogni misura. Il blocco delle prime quattro battute riportato sullo spartito si ripete con qualche piccola variazione per quattro volte. La parte del timpano, tenuta con la destra, può essere doppiata sul tom basso con la sinistra. Da notare che nella versione dal vivo, suonata contemporaneamente a Walter Calloni nel disco "Performance", l'introduzione è differente ed è arricchita con flam sui tom.

Stesso il tempo, 12/8, ma diverso è il contesto de "La canzone di Marinella", dall'arrangiamento ricchissimo e curato nei minimi particolari. La struttura, di cui riportiamo i patterns principali è di tipo ABCABC, e vede un'avvio dolce con charleston e tamburello (pattern A), lungo otto battute, di cui l'ultima è in 6/8 per dare spazio a un lancio che introduce la parte B. I patterns B, ricchi e di difficile esecuzione, seguono molto la musicalità del pezzo, sono fitti nella prima parte della battuta per poi svuotarsi nella seconda, in modo da dar respiro all'andamento melodico. Le sei battute della parte B mantengono immutato il disegno di cassa, rullante e ride, variando il charleston, suonato in apertura con la sinistra mentre la destra tiene il tempo sul ride. Anche qui l'ultima battuta è in 6/8 e precede il lancio. La strofa C è simile alla A con aggiunta di cassa e bordo rullante, il tempo è di nuovo tenuto sul charleston. Il rullante, per seguire il cantato, non suona nella quarta battuta lasciando spazio ad una sottolineatura anticipata con cassa.

Ultimo pezzo, "Tutti cuori viaggianti", è tratto da un turno fatto da alcuni musicisti della Premiata per lanciare il primo album di Ron. Lo studio dei patterns è interessante per l'uso del charleston, molto curato nell'apertura, in modo da dare alla canzone un effetto di lento ondeggiamento. L'introduzione, è di quattro battute, così come la prima strofa, ogni battuta inizia con il crash. Nella seconda strofa il pezzo prende corpo con cassa e rullante e varia il disegno del charleston. Il crash ritorna all'inizio della prima e della terza battuta. Nell'inciso, di 16 misure, raddoppia il tempo e la cassa segue sempre il basso tenendo il tempo in quarti sulla campana del ride; l'ultima battuta è di 6/4 con tamburello e charleston suonati contemporaneamente.

INTERVISTA
Intervista raccolta da Mario A. Riggio
La Pfm è di nuovo sulla cresta dell’onda: due tour mondiali in un anno, la partecipazione ai più importanti progfest internazionali, un DVD e un doppio live registrati in Giappone. La più famosa rock band italiana, girata la boa dei 30 anni di attività, è pronta per tornare nel gotha della musica internazionale. La formula è semplice: riprendere il discorso lasciato in piedi 25 anni orsono.
Il successo non si è fatto attendere e per aprile è atteso lo sbarco in Inghilterra, per andare a suonare nel tempio della musica in compagnia di un vecchio leone del rock progressivo, Peter Hammill, cantante dei Van der Graaf Generator, uno dei gruppi più creativi della storia del rock.
La Pfm si presenta con gran parte della formazione che spopolava negli anni ’70: Franz Di Cioccio a batteria e voce, Flavio Premoli a tastiere e voce, Patrick Dijvas al basso, Franco Mussida alle chitarre e alla voce, accompagnati da Lucio Fabbri a violino e tastiere e Roberto Gualdi che suona le percussioni e la batteria quando Franz canta.
La Pfm versione internazionale ha già incassato i complimenti di colleghi famosi come Adrian Belew, il geniale chitarrsta/cantante dei King Crimson, e prova ad arrivare laddove nessun gruppo italiano è mai riuscito ad andare.
Ne parliamo con il frontman Franz Di Cioccio, alla vigilia della partenza di un nuovo tour che li vede protagonisti nell’America centrosettentrionale e in Inghilterra.

DRUMSPORTAL: Una formazione all’antica e un repertorio primi anni ’70. Cosa succede alla Premiata?
FRANZ DI CIOCCIO: Nel 2002 abbiamo celebrato il trentennale del nostro debutto discografico. Noi siamo nati nel ’70, ci siamo fatti le ossa con un miliardo di concerti in giro, poi abbiamo fatto il 45 giri “Impressioni di settembre” (1971) e l’album “Storia di un minuto” (1972).
Abbiamo pensato che la nostra musica dovesse essere ripresa e fatta riascoltare, vogliamo che il nostro patrimonio possa testimoniare che l’Italia è stata ed è tuttora un paese estremamente vitale dal punto di vista musicale.

RUMSPORTAL: Infatti mantenete viva la vostra identità. E il concerto ha una buona dose di improvvisazione strumentale…
FRANZ DI CIOCCIO: Pfm ha come caratteristica il non avere mai pezzi chiusi. I nostri pezzi sono sempre aperti alle improvvisazioni, in un modo di suonare più vicino al jazz che al pop.

DRUMSPORTAL: Come riuscite a improvvisare dal vivo?
FRANZ DI CIOCCIO: Nei nostri brani ci sono delle porte di entrata e di uscita e poi suoniamo a vista: a un certo punto uno parte, e gli altri lo seguono. Questa è la cosa bella, il nostro modo mediterraneo, latino di essere felici sul palco. Noi ci divertiamo, la gente ci vede e si entusiasma.

DRUMSPORTAL: So che rifiutate l’etichetta di “progressive band”…
FRANZ DI CIOCCIO: Una volta potevi chiamarlo “progressive”, adesso lo devi definire “regressive”. Preferisco definire la nostra come “musica immaginifica”.

DRUMSPORTAL: E il pubblico straniero come reagisce alla vostra musica immaginifica?
FRANZ DI CIOCCIO: Benissimo. La maggior parte del pubblico che ci ha sempre amato non aspetta altro che vederci suonare. Suoniamo i pezzi di “Photos of Ghosts”, un album di trent’anni fa.
La gente ci ama ancora: al Baja Prog festival di Mexicali abbiamo fatto sold out nei primi tre giorni di prevendita.

DRUMSPORTAL: Questo vostro successo è uno schiaffo nei confronti di tutta la musica di facile consumo…
FRANZ DI CIOCCIO: A differenza dei gruppi che vanno di moda adesso, noi non abbiamo un bel sedere da mostrare, ma abbiamo belle dita che corrono e belle gambe che suonano le grancasse.

DRUMSPORTAL: Pfm ha anche un ottimo rapporto con Internet: basta vedere il vostro sito www.pfmpfm.it…
FRANZ DI CIOCCIO: Internet è un mezzo odiato dai discografici e amato dai musicisti: se fai un buon concerto il giorno dopo lo sa tutto il mondo. Noi abbiamo fatto sette concerti a Tokio, questo ha creato un’onda lunga su Internet e quando siamo arrivati in Messico, a Panama e in Venezuela abbiamo avuto un grandissimo successo.

DRUMSPORTAL: In aprile, a Londra, incontrerete di nuovo Peter Hammill, che avete ospitato nel vostro ultimo disco “Live in Japan 2002”. Com’è nata questa collaborazione?
FRANZ DI CIOCCIO: Volevamo scrivere un pezzo con il sapore di 30 anni fa, con lo spirito di “Photos of ghosts”, un album in cui si vede più la squadra del solista. E’ una trama molto ricca, in cui ognuno fa piccole parti che creano un bellissimo mosaico. Ci piaceva avere un pezzo in inglese, abbiamo chiesto a Hammill di scrivere il testo del nostro brano e lui ci ha mandato anche un nastro in cui ci faceva ascoltare il timbro e la pronuncia delle sue parole. Così abbiamo deciso di farglielo cantare. Hammill è venuto e l’ha cantato alla prima, in non più di mezzora. A Londra suoneremo anche dei pezzi suoi.

DRUMSPORTAL: Hai una nuova batteria, una bella Tama Starclassic in acero. Come ti trovi?
FRANZ DI CIOCCIO: Sono molto soddisfatto, credo che queste batterie abbiano raggiunto un’ottima qualità. Per me è importante anche l’affidabilità di una batteria: io la picchio forte.

DRUMSPORTAL: E con i piatti come ti trovi?
FRANZ DI CIOCCIO: Lo standard del materiale con cui fanno i piatti è cambiato in tutto il mondo: durano troppo poco, quando riesco a farci due tournée è già tanto. Una volta non era così. Gli Zildjian erano tirati e fatti a mano, ne ho un paio che uso dai tempi di “Live in Usa” (1974), quello chiodato che tengo sulla sinistra e il ride.

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