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« Un ricordo, un salutosiamo in un regime senza... »

Ora capisco l'allegoria bibblica di Davide contro Golia

Post n°32 pubblicato il 24 Settembre 2009 da libertazzurra
 

Quando eravamo bambini capire la morale di una storia era troppo complicato perchè troppo concentrati sulla storia stessa. Arrivati all'età della coscienza tutti i racconti e le favole ci sembrano con una morale alquanto semplice e basilare, proprio come la narrazione bibblica di Davide e Golia. Ho provato a fare un paragone con il giorno di oggi. Tutti sostengono che la guerra in afghanistan e in palestina più in generale sia la classica guerra di Davide contro Golia. Bè ad una visione superficiale può apparire così...prendiamo in analisi concreta le tecnologie:

- Golia (israele e forze onu/nato etc.) qualunque sorta di mezzo militare (carrarmati, elicotteri, aerei, comionette, fucili, bombe, lanciarazzi...e bomba atomica)

- Davide (palestina) un paio di bombe artigianali, popolazione "martire" e PIETRE, TANTE PIETRE

ecco perchè la definiscono guerra tra davide e golia!!!!! ora ci sono!!!! o no, ma....scusate ma Davide non era il buono, quello che prima di attaccare ha atteso che Golia effettivamente diventasse "cattivo" e allora poi si è difeso? Dunque c'è qualcosa che non va! E' come se Golia si fosse presentato difronte a Davide e gli avesse detto: "guarda a furia di lanciarmi le tue pietre sono un pò acciaccato, facciamo così: ti aiuto a risolvere i tuoi poblemi così non mi darai più fastidio" e Davide gli avesse risposto: "Muori cretino!!!!!". Scusate...ma Golia deve essere proprio uno stupido!!!!! Se le cose fossero andate così le soluzioni di Golia potevano essere 2:

1 tornava a casa con la continua minaccia dei colpi a tradimento di Davide

2 prendeva Davide e i quattro infami dei suoi amici e li mangiava in un sol boccone (considerando gli amici un "danno collaterale" alla sua lotta per la degna sopravvivenza!)

ecco quindi da italiana come mi sento: UN ORCO GIGANTESCO (ATTORNIATO DA "SUPEREROI" IN CONFRONTO A ME) TROPPO STUPIDO PER FAR PAURA E CON UNA COMPAGNIA DI TONTOLONI!!!!! 

 
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salvatore ferrante v il 14/08/11 alle 10:25 via WEB
Giudice di milano fa prostituire i ragazzini e fa ancora il giudice Giudice del tribunale di Milano sorpreso a fare sesso con un quattordicenne nella toilette di un cinema: assolto perché tre anni prima aveva sbattuto la testa. No, non c’è niente da ridere. Di questi tempi, con un premier indagato a Milano per sfruttamento della prostituzione minorile senza che vi siano agli atti prove certe di un suo rapporto intimo con una diciassettenne, occorre ripensare a certe storture della giustizia. Ecco perché alcuni componenti del Csm hanno sentito il bisogno di rispolverare al Giornale una storiaccia a luci rosse su un magistrato milanese sporcaccione. Gli atti dei tre gradi di giudizio del processo a carico di un ex giudice di corte d’appello e gli approfondimenti svolti dal giornalista Stefano Livadiotti (nel libro scritto nel 2009 «Magistrati l’ultracasta») e prim’ancora dall’ex parlamentare radicale Mauro Mellini (nel pamphlet «il golpe dei giudici») ci consegnano uno spaccato indecente della casta in toga. La vicenda si sviluppa lungo un quarto di secolo, partendo dalla metà degli anni Settanta. La toga in questione si ritrova in un cinema di periferia della Capitale. Per sua sfortuna, in sala, tra gli spettatori, c’è un poliziotto fuori servizio che si precipita nella toilette quando sente urlare «zozzone, zozzone». Era successo che la «maschera» aveva sorpreso il giudice e il ragazzino chiusi in bagno. Quest’ultimo, preso a verbale, confermerà le avances dell’adescatore che, a suo dire, si era avvicinato alla sua sedia, gli aveva sfiorato i genitali riuscendo successivamente a convincerlo a procedere oltre in bagno, in cambio di denaro. E qui, stando al processo, si sarebbe consumato un rapporto orale. Il giudice finisce dritto in cella. Nega ogni addebito ma finisce alla sbarra per atti osceni e corruzione di minore. Contestualmente la Disciplinare del Csm che lo sospende dalle funzioni. La condanna, a sorpresa, è però di lieve entità: un anno appena. «Atteso lo stato del costume» l’approccio sessuale viene considerato dai giudici solo «contrario alla pubblica decenza». In appello il reato diventa «atti osceni». Ma poiché - scrive Livadiotti - il primo «approccio col ragazzino è avvenuto nella penombra e l’atto sessuale si è poi consumato nel chiuso del gabinetto» i giudicanti del giudice imputato arrivano a sostenere che «il fatto non costituisce reato». Il Nostro viene condannato ad appena 4 mesi, ma la Cassazione lo premierà ancor di più annullando la sentenza «senza rinvio», limitatamente al delitto di corruzione di minorenne «a seguito dell’estinzione del reato in virtù di sopravvenuta amnistia». Il Csm si adegua alla Supreme Corte revocando la sospensione dal servizio. Ma la sezione Disciplinare, guidata dal numero due di Palazzo dei marescialli, Vincenzo Conso, è pronta al miracolo. Durante l’istruttoria si fa presente che il medico curante del giudice ha sostenuto di aver sottoposto la toga imputata a intense terapie... tre anni prima «a causa di un trauma cranico riportato per il violento urto del capo contro l’architrave di una bassa porta. Si trattava di ferite trasversali da taglio all’alta regione frontale» dice il sanitario. Tre anni prima? E che c’entra con quanto avvenuto tre anni dopo? Non è chiaro nemmeno perché sia stato chiamato a testimoniare un notaio la cui sorella era stata la dolce metà del giudice: «Il loro fidanzamento è stato ineccepibile dal punto di vista morale». Per i più che comprensivi componenti del Csm, infatti, «ciò che colpisce e stupisce, in questa dolorosa vicenda, è che l’episodio si staglia isolato ed estraneo nel lungo volgere di un’intere esistenza fatta di disciplina morale, studi severi, impegno professionale». Isolato ed estraneo. Per cui le spiegazioni di quel rapporto orale sono due: un raptus o una devianza sessuale. Si propende per la prima ipotesi, anche perché, prendendo a prestito quanto riferito dagli psichiatri, «l’episodio in esame non solo costituisce l’unico del genere ma esso, anzi, ponendosi in contrasto con le direttive abituali della personalità, è da riferirsi a quei fatti morbosi psichici» che iniziati tre anni prima «si trovano in piena produttività» tre anni dopo. Traducendo: la vecchia botta in testa, con un ritardo di oltre mille giorni, è stata fatale. «Ha svolto un ruolo di graduale incentivazione delle dinamiche conflittuali latenti nella personalità - osserva il Csm - fino all’organizzazione della sindrome nell’episodio de quo». Il giudice è diventato scemo in ritardo e solo per un po’, perché è subito tornato normale. «Proprio l’alta drammaticità delle conseguenze scatenatesi del fatto, unita alle ulteriori cure e al lungo distacco dai fattori contingenti e condizionanti - prosegue il Csm - hanno favorito il completo recupero della personalità nella norma, com’è testimoniato dai successivi 8 anni di rinnovata irreprensibilità». S’è trattato di un banale incidente di percorso. L’imputato può tornare a giudicare? Certo. Perché «trattasi di episodio morboso transitorio che ha compromesso per breve periodo la capacità di volere, senza lasciare tracce ulteriori sul complesso della personalità». Il giudice sporcaccione va assolto. Non è punibile, udite udite, perché ha agito «in stato di transeunte incapacità di volere al momento del fatto». Transeunte. Dopodiché è tornato sano come prima, ha ripreso servizio, e stando a quanto racconta l’ex radicale Mellini «è stato valutato positivamente per la promozione a consigliere di Cassazione conseguendo però tale qualifica con un ritardo di molti anni». Ciò ha comportato un cumulo di scatti d’anzianità sullo stipendio di consigliere d’appello. E per il «principio del trascinamento» il giudice si è ritrovato «a portarsi dietro, nella nuova qualifica, lo stipendio più elevato precedentemente goduto grazie a tali scatti e a essere quindi pagato più di tutti i suoi colleghi promossi in tempi normali. Questi ultimi, grazie al principio del galleggiamento, hanno ottenuto un adeguamento della loro retribuzione al livello goduto dal giudice». Fatti due conti, l’onere per lo Stato di questo «marchingegno» ha sfiorato i 35 milioni di euro di oggi. Tanto è costato l’incontro nel wc, transeunte parlando. - - Gian Marco Chiocci Massimo Malpica www.ingiustiziaitaliana.com cliccate in google cosi ( giudice di milano fa sesso per soldi con minore ) tanti stranieri non portano soldi e lavoro in italia perchè sanno che tantissimi giudici sono corrotti e truccano i processi . www.cattivagiustizioa.com
 
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