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Post n°57 pubblicato il 31 Marzo 2014 da dizetap
A giugno verrà spostato il relitto della Costa Concordia per portarlo con un costosissimo procedimento, fino ad un porto attrezzato per smantellare i resti della nave. Ma non possiamo cercare di spendere meno soldi e di ricavarci qualcosa di positivo da questa tragedia? Non si tratta di voler speculare sui drammi altrui ma la storia ci ha insegnato che si possono pensare anche soluzioni alternative e proficue oltre a quella già individuata. Parecchi anni fa andai in vacanza in Scandinavia e a Stoccolma visitai un museo molto famoso su una nave del sedicesimo secolo, se non ricordo male. La nave è praticamente intatta perché al momento del varo si inabissò dimostrandosi inadatta alla navigazione. Gli svedesi di allora, la recuperarono e ne costruirono un museo intorno. Sappiamo tutti che la storia della Costa Concordia è decisamente più triste e molte famiglie hanno sofferto e soffrono per la scomparsa dei propri cari. Perché sia avvenuta questa tragedia è compito della magistratura ma vorrei approfittare per ricordare che mai una nave di quelle dimensioni aveva avuto un problema e che le misure di sicurezza ipotizzate fino a quel giorno, non potevano tenere conto di cosa poteva veramente accadere con un transatlantico di quelle dimensioni. Uno degli errori umani che viene spesso commesso, è quello di "migliorarsi" tecnologicamente costruendo oggetti più grandi, più piccoli, oppure più veloci o comunque atti a superare dei limiti precedenti. Il problema che rimane disatteo, è quello di saper poi prevedere come comportarsi in caso di pericolo con questi mezzi che non hanno precedenti. Solo l'esperienza potrà insegnarcelo o un'eccessiva prudenza. Ad ogni modo la mia proposta è quella di utilizzare il relitto come monito al futuro e creare un museo dei ricordi di questo "mostro". Il ricavato andrebbe suddiviso tra il risarcimento ai superstiti e ai famigliari di chi non è sopravvissuto, il guadagno del gestore del museo (direi un servizio pubblico) e un risarcimento agli abitanti dell'Isola del Giglio. Il ricavato è assicurato. E' inutile fare finta di niente, sappiamo quanto l'umanità sia morbosa, già in questi due anni parecchia gente ha preso il traghetto dalla Toscana solo per vedere più da vicino il relitto, immaginarsi quanta gente in tutto il mondo sarebbe disposta a spendere soldi per entrarci dentro. Forse sono troppo "tourism addicted". |
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