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I Voli della Mente

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IN GOD WE TRUST ...

Post n°498 pubblicato il 13 Aprile 2011 da OCCHIBLU07

 

 


Immaginate un Paese, una grande nazione moderna, il cui Governo inizia una corsa contro il tempo per evitare che:
800.000 dipendenti statali rimangano senza stipendio;
o che i soldati impegnati nelle missioni di guerra non ricevano la paga;
o che i prestiti pubblici per le piccole e medie imprese vengano improvvisamente sospesi;
o che migliaia di documenti d’identità (passaporti, visti) non vengano più rilasciati; o che i concorsi pubblici o le assunzioni già definite vengano annullate.
Quale Paese vi immaginate possa correre un rischio del genere?
L’Egitto, la Tunisia o la Libia sconvolte da rivoluzioni e guerre civili?
La Grecia già in bancarotta?
Il Portogallo sotto tiro delle agenzie di rating internazionale?
O magari la solita Italietta delle finanziarie capestro?
Nessuno di questi.
 Il Paese che rischia questa paralisi è, niente di meno, che l’America di Barak Obama.
E non è uno scherzo.

Tecnicamente si chiama “shutdown”, letteralmente vuol dire “arresto”.
....

In ballo ci sono circa 7 mila miliardi di dollari che la destra vorrebbe ulteriormente tagliare su un piano decennale di spesa che il Governo aveva fissato a circa 46 mila miliardi.
La questione non è di poco conto, perché rischia di creare un problema drammatico alla vita del paese e di paralizzarlo.
In realtà 
non sarebbe la prima volta che l’America conosce uno shutdown.
Il più recente e clamoroso fu quello del 1995 con una situazione politica del tutto simile a quella attuale:
un Presidente democratico, Bill Clinton, e un Congresso a maggioranza repubblicana.
Lo shutdown avvenne quando, di fronte al rifiuto di Clinton di aumentare i tagli su sanità, servizi sociali e ambiente, i repubblicani  votarono contro l’aumento del limite di debito del Tesoro, necessario per governare il paese in fase di deficit. Dopo un primo arresto di 6 giorni, lo shutdown si riverificò per 15 giorni tra fine Dicembre 1995 e inizi Gennaio 1996.

....


In questi giorni fortunatamente il Congresso raggiunse un accordo in extremis,   scongiurando la  chiusura di musei, parchi pubblici, rimborsi fiscali, stipendi dei dipendenti della pubblica amministrazione etc.

....

tutto il mondo è paese .... diceva mia nonna 
 
 
 
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