Creato da Io_piccolo_infinito il 14/12/2008

PICCOLO INFINITO

"NOI STESSI SIAMO L'INFINITAMENTE PICCOLO E L'INFINITAMENTE GRANDE E LA VITA CHE LI UNISCE(GIBRAN)Vorrei parlare di tutto ciò che mi piace e che mi và sul momento....senza dare un limite o un' impronta precisa a questo blog....

 

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CINA - BAMBINI OPERAI ALLA CATENA DI MONTAGGIO

È l'ultimo scandalo che travolge il "sistema-made in China" e gli stessi cinesi sono sotto shock. Sotto accusa, ancora una volta, la fabbrica-simbolo del globalizzato mondo hi-tech: Foxconn, oltre un milione di dipendenti solo in Cina, proprietà a Taiwan, sede legale ad Hong Kong, datori di lavoro negli Usa e clienti sparsi su tutto il pianeta.

È la fucina da cui escono tutti i più sofisticati apparecchi elettronici che hanno rivoluzionato la comunicazione, a partire da quelli Apple. L'immagine, a partire dagli scintillanti stores di telefoni cellulari, computer e tablet, è il massimo della modernità.

L'altra faccia della medaglia sono invece stabilimenti low cost nei Paesi in via di sviluppo, dove il rispetto dei lavoratori è fermo al medioevo. L'ultima vergogna Foxconn, dopo la tragica catena degli operai-suicidi nel polo di Shenzhen nel 2010, è appunto quella degli scolari-stagisti, costretti a straordinari e turni di notte.

A denunciarlo, qualche giorno fa, il China Labor Watch Group, organizzazione di Hong Kong che assieme ad altre associazioni cerca di monitorare i soprusi nelle fabbriche cinesi.

I volontari hanno scoperto una sessantina di ragazzini di quattordici anni, ingaggiati nello stabilimento di Yantai, nello Shandong, dove lavorano circa 80 mila operai.

In un primo momento Foxconn, ancora scossa dalla guerriglia tra maestranze e sicurezza privata e dalla chiusura della fabbrica di Taiyan a fine settembre, ha negato assicurando che nessun minore di sedici anni risultava assunto.

Ha infine dovuto ammettere oggi la realtà ed è stata costretta a chiedere scusa, in primo luogo agli adolescenti. Peccato che anche la legge cinese vieti il lavoro prima dei sedici anni e che comunque precluda ai minori straordinari, turni di notte e salti del giorno di riposo.

Già in settembre si era scoperto che migliaia di studenti cinesi delle superiori, precettati da funzionari locali del partito, avevano saltato l'avvio dell'anno scolastico perché spediti a confezionare l'ultimo iPhone negli otto centri produttivi Foxconn attivi in Cina.

Il portavoce Luis Woo ha assicurato che è stata aperta un'inchiesta interna e che i dipendenti riconosciuti colpevoli delle violazioni saranno licenziati. Le buone intenzioni però, in passato regolarmente disattese, questa volta sembrano non bastare.

Per evitare che finisca sotto accusa l'intero sistema-Cina, scosso in queste ore da decine di altre denunce per sfruttamento minorile e traffico di lavoratori-schiavi, il colosso di Taiwan si è impegnato ad "aprire le fabbriche a sopralluoghi indipendenti entro tre mesi".

Pechino, che per la prima volta ha consentito ai media di Stato di occuparsi dello scandalo, minaccia di revocare le licenze per produrre, dirottando le commesse su altre società cinesi. Dietro gli impegni ufficiali emerge però una storica metamorfosi del lavoro e della produzione in Cina.

notiiza dal web.

I lavoratori svelano le spaventose condizioni di lavoro. Orari infernali, sfruttamento e paghe da fame.

I lager cinesi che fabbricano il sogno occidentale. 

Minorenni alla catena di montaggio, fabbriche gestite come carceri,

 salari che bastano appena a sopravvivere, operai avvelenati dalle sostanze tossiche,

una strage di incidenti sul lavoro.

Dietro queste piaghe c'è una lunga catena di cause e di complicità.

Il lavoro infantile spesso è una scelta obbliga per le famiglie.

800 milioni di cinesi abitano ancora nelle campagne dove il reddito medio

può essere inferiore ai 200 euro all'anno.

Per i più poveri mandare i figli in fabbrica, e soprattutto le figlie,

 non è la scelta più crudele:

nel ricco Guangdong fiorisce anche un altro mercato del lavoro

per le bambine, quello della prostituzione.

 Gli emigranti che arrivano dalle campagne finiscono nelle mani

di un capitalismo cinese predatore, avido e senza scrupoli,

in un paese dove le regole sono spesso calpestate.

 

Vergogna...vergogna

e ancora

VERGOGNA

Superfluo aggiungere altro.

BUONGIORNO

 
 
 
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