Creato da eli.eli1970 il 16/07/2010

PARLIAMONE

ANCORA ELENA

 

 

Sono stronza

Post n°50 pubblicato il 04 Novembre 2010 da eli.eli1970

Il problema è capire cosa vuol dire essere stronza.
Già, cosa vuol dire stronza?
Vuol dire applicarsi alla soluzione del problema della propria felicità e non al problema della felicità degli altri.
Ti sembra tanto riprorevole?
Se ci pensi, mica poi tanto.
Se ognuno si applicasse alla soluzione del problema della propria felicità sarebbero tutti felici.
Ma molti demandano il problema della propria felcità agli altri e pretendono che siano gli altri a risolverglielo.
Perché, per incredibile che possa sembrare, la nostra felicità non dipende dagli altri, ma da noi stessi.
Se tu stai bene con te stessa perché hai la stima e l'amore di te stessa, tu sei felice in qualsiasi situazione e ti godi qualsiasi cosa.

 
 
 

Buona giornata

Post n°49 pubblicato il 04 Novembre 2010 da eli.eli1970

"La vita non dev'essere un viaggio allo scopo di raggiungere la tomba con un corpo attrattivo e perfetto. Dovremmo invece raggiungerla con un pezzo di cioccolato in una mano, Martini nell'altra, un corpo logorato e vissuto e gridando"


"Wow, che viaggio! "

In questo senso vi auguro una giornata favolosa!

Lasciatevi andare e godete ogni giorno ulteriore della vostra vita!!!

E non dimenticate:

Se qualcuno ride, ridete con lui!
Se qualcuno canta, cantate con lui!

E se qualcuno lavora, lasciatelo lavorare!!!
:-)

 

 
 
 

Le amiche

Post n°48 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da eli.eli1970

Quando ero bambina pensavo che l'amica era una sola: l'amica del cuore!
Crescendo ho capito che si da il meglio di se in tante amiche....

Di una hai bisogno quando hai problemi sentimentali con la tua coppia.
Un'altra quando hai problemi con la tua mamma.
Ad un'altra parlerai dei tuoi figli e delle tue attività.
Un'altra ancora per fare shopping, scherzare, ridere insieme...
Un'amica ti dirà "piangeremo insieme"
Un'altra "litigheremo insieme"
un'altra "andiamo tutte insieme"....
Un'amica saprà dei tuoi bisogni spirituali,
un'altra del tuo debole per le scarpe,
un'altra della tua passione per il cinema,
un'altra sarà con te quando ti sentirai confusa,
un'altra ancora ti aiuterà a chiarirti le idee.

Forse per qualcuna tutte queste personalità sono concentrate in un'unica donna, per altre sono diverse:
Una della quinta,
Una delle superiori,
Un'altra ancora dell'università,
un'altra di un lavoro precedente,
altre volte è la tua mamma,
la tua vicina,
o tua sorella,
o forse tua figlia...

Ma non importa se è stata la tua amica per 20' o per 20 anni 
tutte le donne che hanno un posto nel tuo cuore hanno lasciato un segno nella tua vita.

 

 

 
 
 

Le vittorie

Post n°47 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da eli.eli1970

Le vittorie non sono i grandi successi.
Non sono l'arrivo al traguardo del vincitore.
Non sono la corona di alloro e l'applauso del pubblico.
Non sono il gradino più alto del podio.
Sono le vittorie che tu riporti giornalmente sulla solitudine, sulla povertà, sulla fame, sulla fatica, sulla sconfitta, sulla delusione, sull'ingiuria, sul disprezzo, sulla sofferenza.
Sono la tua resistenza alle difficoltà.
Sono il tuo coraggio nell'affrontarle.

 
 
 

Facciamo la pace

Post n°46 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da eli.eli1970

Basta! Basta litigare. Non litighiamo più per favore... cerchiamo di essere diversi... Avete notato? Adesso c'è stò trend qua. In televisione, ma anche sui giornali, non si riesce più  a parlare senza mandarsi a quel paese. Il trionfo dell'insulto. Il prèt-à-porter del vaffan. Una volta poteva capitare che due si accapligliassero in onda. Soprattutto se uno dei due era Sgarbi. Ma era un caso. Una combinazione fortuita. Adesso no, adesso c'è gente che di mestiere va in TV a litigare; altro che conflitto di interessi, questo è interesse per il conflitto. Li scelgono apposta. Come prendere due cani idrofobi e rognosi tirargli prima bene la coda e poi liberarli in giardino. E certo che si azzuffano. Se tu inviti della dinamite e un fiammifero e li fai stare vicini, poi non ti devi stupire che tutto esploda. E' come, scusatemi, mettere della cacca in un frullino, togliere il coperchio e dare corrente. E poi meravigliarsi....Mammamia.... cos'è successo.... Mammamia tua sorella.

 
 
 

Settembre

Post n°45 pubblicato il 01 Ottobre 2010 da eli.eli1970

Settembre è il mese perfetto per i matrimoni. Nè caldo nè freddo, nè bello nè brutto. Come il matrimonio, appunto. In settembre ovunque ti giri trovi una sposa in posa che si fa fotografare. Perchè da un pò di anni a questa parte è partito stò delirio delle foto. Una volta il fotografo faceva un tot di foto sempre uguali. L'uscita dall'Alfetta, l'entrata in chiesa con lo strascico a braccetto del padre pettinato come Mal, lo scambio tremolante delle fedi, gli sposi con la lingua di fuori a prendere l'ostia e poi l'uscita con il lancio del riso, pacchetto compreso. E poi gli scatti sul sagrato. I parenti di lui. Quelli di lei. I testimoni. Gli sfigati che non rientrano in nessuna categoria e alla fine il taglio della torta e il brindisi con i gomiti incrociati. Fine. Una presenza discreta quella del fotografo, che ogni tanto sbucava per poi tornare nell'ombra. Adesso il fotografo è una rottura di palle infinita. Uno spaccamaroni micidiale. Un flagello continuo. Come avere un ratto nelle mutande. Fosse per lui comincerebbe a fotografarti un anno prima. Sadico. Rapisce gli sposi appena dopo l'uscita dalla chiesa e li tiene in ostaggio per minimo due ore. Li schiaffa in parchi pubblici tra le cacche dei dobermann a far finta di guardarsi con l'occhio languido mentre loro lottano disperati contro la cecagna e il calo di adrenalina. Gli invitati, nel frattempo, al ristorante, imprecano  come angeli dannati gonfiandosi di grissini per placare i morsi della fame, i bambini danno i numeri e vengono battuti come tappeti persiani mentre le fighette lottano con le acconciature che lentamente ma inesorabilmente cominciano a sderenarsi. Alla fine gli sposi arrivano alle tre del pomeriggio e tutti, indistintamente, li odiano. Ma c'è di peggio. Il video. Ci sono quelli che fanno il video. Ormai se non fai il video non vale neanche più la pena di sposarti, di fare figli, o di far fare la comunione ai figli. Ma il bello è che non si fanno più i video normali, un pò sbirgoli e stortignaccoli, come li facevano i nostri papà negli anni settanta. Quelli che ancora adesso ti fanno venire una tenerezza da lacrime agli occhi. Si girano i kolossal. Negli ultimi tempi in più è scattata anche la perversione del backstage. Il dietro le quinte. I rumori fuori scena. E lì l'occhio indiscreto del grande fratello non si risparmia per nulla e riprende tutto. La sposa che fa cinquecento pipì prima di vestirsi, lo sposo che per ingannare l'attesa si taglia le unghie dei piedi, la sorella di lei ingrassata di venti chili che spacca la cerniera del tailleur, il padre di lui che beve il bicarbonato perchè non ha digerito la trippa della sera prima, la madre di lui in tipica isteria post-mestuale e la testimone di lui vestita da trans e pettinata come Caparezza. Ma io mi chiedo: "Perchè?".

 
 
 

I demolitori di entusiasimi

Post n°44 pubblicato il 28 Settembre 2010 da eli.eli1970

Non è facile trovare motivi di felicità. Ma c'è un piccolo espediente per sopravvivere alla sfiga. Diserbate dalla vostra vita i demolitori di entusiasmi.  Sono quelle persone che di mestiere entrano nella tua vita a piedi uniti e ti distruggono quel micron di felicità che ancora ti resta. Quelli che di professione fanno i trovatori di pelo nell'uovo, categoria A freschissimo.  Ma non facciamo l'errore di confonderli con i pessimisti.  No perchè il pessimista una sua visione del mondo ce l'ha. Urenda ma ce l'ha. Nera come un dark di notte ma ce l'ha.  Il pessimista è uno che parte per una vacanza alle Mauritius e ha paura, arrivando là, di non trovare parcheggio. Il demolitore di entusiasmi, invece, è molto peggio perchè non ha convinzioni.  E siccome non ne ha, distrugge le tue. Il suo motto è: non preoccuparti arriveranno tempi peggiori. E' quello che ti dice: " Che bello questo taglio nuovo di capelli... peccato che non riuscirai mai a pettinartelo da sola..." Oppure vedendoti carica di sacchi di umido, carta e vetro differenziati ti sorride pietoso e ti dice: "Ancora ci credi? Beata ingenuità". Una circostanza in cui il DDE è particolarmente pernicioso è la questione casa.  Per far vedere la casa nuova a un demolitore di entusiasimi è meglio prima tracannarsi mezza bottiglia di Pampero perchè in uno stato di semiubriachezza gli strali fanno meno male. Lo schifosone parte sempre con un complimento: "Bello"... ma basta contare fino a tre che arriva la mazzata: "Peccato che..." E parte con l'elenco: la facciata è orrenda, la scala è ripida, l'ascensore soffocante, il tetto è fradicio di amianto, la cantina è umida, sotto il pavimento scorrono fiumi di radon e nel muro maestro c'è una bella crepa.  Non parliamo poi se hai la disgrazia di averli in macchina. E' una continua lamentela, perchè tu, scentrata, fai la strada più lunga con tutti i percorsi brevi che ci sono. Ma ammettiamo pure che sia così. Che la tangenziale è una figatissima, perchè percorri il perimetro di tutta la città dietro un TIR, ma eviti i semafori. E se comunque a me, che sono cretina dalla nascita, piacesse fare la strada più lunga? Chettifrega. Io voglio fare questo tragitto perchè ho i miei appuntamenti. Incontro una magnolia che d'estate, fiorita, leva il fiato, una casa antica con dei bow window che sono da sogno e un pezzettino di fiume che a una certa ora del giorno brilla come l'argento. Ma cosa lo dico a te... arido parassita...tarlo del mio gioire.

 
 
 

riscaldamento del pianeta

Post n°43 pubblicato il 28 Settembre 2010 da eli.eli1970

 

 

 

 
 
 

Busti corsetti & C.

Post n°42 pubblicato il 25 Settembre 2010 da eli.eli1970

 

A inizio ‘900 le femministe lottavano per liberarsi da busti e corsetti. Già. Perché non avevano mai provato il perizoma.

Dovrebbe essere annoverato tra i must have del guardaroba. Ma mi pareva di darvi un’informazione ridondante. Voglio dire. Alzi la mano chi non non possiede almeno una decina di perizomi. Non esiste una donna sprovvista di un’interminabile collezione di string riposta nel cassetto della biancheria. Già. String. Così lo chiamano gli inglesi. E rende proprio l’idea. Una cordicella infilata nel sedere. A dirla così sembrerebbe un giochino bondage. O una tortura cinese. Dipende dai gusti. Ma ci sono almeno due occasioni in cui proprio non possiamo farne a meno. E in cui dobbiamo soffrire. Ma noi donne siamo abituate alla sofferenza. Ci tempra il carattere. Che ne abbiamo bisogno…
La prima è  quando indossi quella maledetta gonna che segna. Non c’è niente che fa più miseria dell’elastico della mutanda che fa capolino da sotto il tessuto bello aderente. Tutti si gireranno a guardarti il sedere. Ma non aspettarti fischi d’approvazione. Al massimo rimedierai una smorfia di disgusto. O di pena. Può essere che decidano di fare una colletta, perché quella poverina non c’ha manco uno specchio a casa. Nel caso accetta. Mai rifiutare un regalo. Chiaro che come non si deve vedere lo slippone della nonna non si deve neanche minimamente immaginare la presenza del perizoma. Orrore! Non ho mai capito quelle che si infilano il perizoma nero sotto al pantalone bianco. Pure trasparente. Sono sponsorizzate da qualche maison di biancheria? Sono seriamente convinte che un uomo non guarderebbe loro il culo se non avessero inscenato quel putiferio di trasparenze? Non hanno capito che gli uomini guardano sempre e comunque il culo? A tutte.  Non c’è scampo. Ma preferiscono immaginarselo da oltre i vestiti. È vero che il  procace gioco della seduzione si basa sul mostrare poco a poco. Si. Ma solo a lui. Non a tutti quelli che passano per strada. Immaginare è meglio che vedere. E se ti copri ad arte lo farai impazzire. Comunque. Arriva sempre il momento in cui quella gonna che segna te la devi togliere...
Infatti la seconda occasione in cui il perizoma è d’obbligo è quando esci con lui. E non mi riferivo ad una serata pizza + cinema… Ok. Nel dubbio mettilo. Non si sa mai. Anche se di norma io dopo aver pagato il biglietto preferisco guardarmi il film.  Ma non vorrai presentarti ad un incontro galante con un paio di culottes di Hello Kitty? Gli uomini odiano Hello Kitty. Goditele nei famosi giorni in cui esci pure con gli amici che tanto non si può fare niente.  Va bene. Se hai quindici anni e ti piacciono i ragazzi con gli occhi truccati e il ciuffo piastrato è un altro discorso. Ma ti prego. Se hai quindici anni chiudi questa pagina. Non vorrei essere denunciata dai tuoi genitori… Dicevamo. La mutanda con Sanrio and friends potrebbe essere un buon metodo per metterlo alla prova. Voglio dire. Se ti desidera anche con quell’obbrobrio addosso vuol dire che hai proprio fatto colpo. Ma è anche vero che la maggior parte degli uomini non bada a certe sottigliezze. Cioè alla biancheria intima. Preferiscono quando non c’è. E le donne non l’hanno ancora capito. E insistono a scialacquare patrimoni in biancheria intima super sexy. Ma va bene così. Sotto sotto il reggicalze non è per lui. È per noi. Per essere sexy devi sentirti sexy. È l’unico metodo vincente. Il perizoma comunque è uno strumento discreto.  Accontenta te facendoti sentire più affascinante. Accontenta lui che tanto che ci sia a meno le chiappe te le vede uguale.
Il vero dramma del perizoma è che non ti ci abitui mai. Non dimentichi mai di averlo. E diffida da quelle che ti dicono che a loro non da fastidio. Sono le stesse che se ne escono che la ceretta all’inguine non fa male. Bugiarde! Sia che tu abbia speso un quarto del tuo stipendio da La Perla, sia che tu gli abbia acquistati in confezione famiglia all’Oviesse saranno un supplizio. Perché il tanga non sta mai fermo al suo posto. Anzi. Ci sta. Ma è il suo posto ad essere sbagliato. E passerai la giornata a cercare luoghi appartati per tentare di spostarlo prudentemente senza che nessuno veda. Arriverai ad infilare la manina dentro ai pantaloni per sistemare questo filo interdentale e farlo scivolare sulla chiappa. Ma il bastardo tornerà di nuovo al suo posto. Finirai per strusciare il sedere contro il muro dal fastidio. Fino a che, sopraggiunta quasi all’esaurimento nervoso, ti chiuderai nella prima toilette a tentare di salvare la situazione. Ma non puoi levartelo. Voglio dire. Le brave ragazze non vanno in giro senza mutande. Quelle cattive nemmeno. Perché amano farsele togliere…  E poi i maschi non capiscono perché siamo sempre fastidiose. E ancora si chiedono come mai le donne vadano così spesso alla toilette.  Sfatiamo questo mito. La vescica ci funziona benissimo. Come la vostra. Dobbiamo solo sistemarci le mutande. Ah. Già. E parlare male di voi… 

 
 
 

Le chat

Post n°41 pubblicato il 25 Settembre 2010 da eli.eli1970

Come molte persone anch'io ho, per un certo periodo di tempo, navigato nelle chat. Tutt’ora, qualche volta non disdegno di andarci per farmi una sana risata o fare quattro chiacchere con persone che potrei definire "normali" (poche in realtà!).
Ho deciso di mettere a punto una piccola classificazione degli ometti che
frequentano tali luoghi, in particolare di quelli che parlano esclusivamente
mandando messaggi privati.

MoF ?
le prime volte mi sono chiesta se fosse la sigla di una qualche setta religiosa,
poi ho scoperto che era una banale richiesta di sesso giusto per non perdere tempo!

Quanti anni hai?
è la volta che posso mentire spudoratamente e togliermi almeno vent’anni

Da dove digiti ?
che te ne importa? Poi ho scoperto che se vivi a più di 50 km da loro non ti cercano più.

Sono alto 1.80 brizzolato, fisico atletico, libero
ma siamo in chat o alla mostra del bestiame? Su dai mostrami pure i denti che controllo.

Che si dice?
detto da uno sconosciuto entrato in una stanza con più di 20 utenti. Ovviamente nessuno gli ha risposto..

Sei un tipo/a interessante
cosa ne sai? Ti basta aver letto il mio nickper averlo capito?

Ho la cam cosa ne pensi?
penso che hai buttato via i soldi…meglio fantasticare su di te che guardarti

Vieni in privato con me?
e ora dove sono scusa? n.d.r. messaggio mandato in privato....

Poi ci sono i mordi e fuggi: individui che entrano nella stanza ti mandano
un msg in privato e prima ancora che tu possa averlo letto sono già fuggiti
in un’altra room.
Ci sono varie tipologie di approcci a seconda del carattere dei mittenti:

Il romantico:
"sospiro…."
"pioggia…"
"bellissima…"
"amore…."
ogni volta solo una parola con tanti puntini di sospensione che dovrebbero presagire chissà quali estri poetici. Alla quinta frase ti odi per non essere afflitta da narcolessia

Lo pseudo-intellettuale: "parliamo…"
e come cavolo ti parlo se già sei sparito?

Il maiale: "Ce l’ho duro"
si ….lo tieni legato con le bacchette cinesi

Lo speranzoso:"Hai voglia? "
Voglia di cosa? Sono le nove del mattino mi guardo allo specchio e sono
con mollettone in testa, pigiama felposo, calzettoni antisdrucciolo e ho
appena attaccato il ferro per stirare!

Il preconfezionato:
"Salve mi piacciono le donne disinibite e dinsvolte, vorrei uscire dalla solita routine ed esplorare nuove dimensioni dell’eros insieme ad una donna come te. Sono sposato con 4 figli , di bell’aspetto e disponibile a muovermi ovunque in Italia. "
Santo copia e incolla! Avendo scoperto che, non so come, riesce a mandarlo
in contemporanea a tutte le donne della stanza.


Il telegrafico: "Ciao femmina ….io maschio"
Variante del MoF

Questo non sono mordi e fuggi ma scrivono sempre e rigorosamente in privato:

L’educato: "Ciao, disturbo?"

Il finto educato: inizia come l’educato solo che a tua non risposta inizia ad insultarti perché non gli hai risposto.
Se, invece, gli rispondi dicendo “si sono impegnata” prosegue con :
"Io sono XXXX sono al lavoro e mi sto annoiando"
(ok dammi il tuo numero di tel che parlo con il tuo Capo subito!)

La mitragliatrice:
"Ciao,"
"ciao,"
"ciao, "
"io sono marco e tu? "

(quattro messaggi uno dopo l’altro, di solito al quinto desistono)

Il depresso: "Hai voglia di parlare?"
(Oh che bello finalmente un uomo che non pensa solo a se stesso e vuole ascoltarmi!). Se però gli dici “si…” il secondo messaggio che ti arriva è:
“Mia moglie mi ha lasciato perché mi ha trovato a letto con la sua migliore amica. Anche Lei mi ha mollato perché non la soddisfacevo abbastanza.
Ora mi ritrovo solo senza un cazzo di lavoro e con il mutuo della casa,
della macchina, la retta della scuola dei miei figli da pagare (ne ho quattro).
Il dottore mi ha detto che sono troppo grasso e la calvizie avanza….”

E chi sono io la Croce rossa, mutuo bancario e Lourdes tutto insieme?”

Il pigmalione:
"ciao bellissima (siamo alle solite cosa ne sa questo?)
ho letto il tuo profilo e lo trovo davvero interessante anche se cambierei
un paio di cose…."

Almeno in un profilo di chat potrò scrivere quello che mi piace e quello che odio??

Il simpaticone: "Ciao Zia, come va?
(Zia dillo a tua sorella che qui ho deciso di non avere più di 28 anni!!)

 
 
 

I collezionabili

Post n°40 pubblicato il 21 Settembre 2010 da eli.eli1970

Ho deciso magari mi faccio una capatina in edicola. Non vedo l'ora di iniziare una nuova collezione. Sono tormentata da matti. Rivivo la battaglia di Austerlitz con tre soldatini e un pezzo di cannone oppure mi costruisco il castello di Re Artù, pietra su pietra? Certo che anche la storia degli alpini un pò mi attira. Specialmente l'idea di avere un alpinetto del 1915 in omaggio. Magari mi dedico alla scienza. Mi sa che prendo "Conoscere il corpo umano". con in allegato il kit di ossa da montare. Uno scheletro alto come Pupo. Intanto aspetto con ansia "Colleziona anche tu le sette piaghe d'Egitto", in omaggio col primo numero una manciata di cavallette, col secondo una coppia di rane e col terzo mezzo chilo di grandine. Prima o poi ne sono sicura uscirà anche quello. E poi dicono che gli asini sono in via di estinzione.

 
 
 

La grigliata

Post n°39 pubblicato il 20 Settembre 2010 da eli.eli1970

Settembre di sole ardente. Non è ancora tempo di rintanarsi in casa a sfondarsi di Playstation. C'è ancora baruffa nell'aria. Approfittiamone. Facciamo scorta di raggi di sole e di miniottimismi. Alleniamoci ai micropensieri positivi, quelli che ti allentano il respiro e ti accarezzano il cuore. Un bel modo di far rifornimento di buonumore è la classica grigliata. Trovata non troppo originale vista la quantità di fuliggine che affumica il vento. In estate, non c'è niente da fare, scatta la corsa alla brace. Basta avere un balcone, una riga di prato, una portafinestra. Però tocca tenere saldamente a mente una cosa: la quantità di tempo che ci vuole per grigliare la braciola. Cioè un'eternità. Anche se il maschio fuochista ha fatto lo scout per tanti anni e con le pietre focaie un pò ci sa fare. L'unica è andare alla grigliata avendo già mangiato. Fai pranzo poi cominci a grigliare e se ti va bene all'ora di cena, quando torna il languore, forse è pronta la prima salama. La verità è che alla grigliata poi sono i maschi a divertirsi veramente. Si tronano di lambrusco, parlano di calcio e gnocche e finiscono unti, lerci e puzzolenti come zebù mentre le donne si ammazzano di noia, e dalla fame cominciano a brucare l'erba come fanno quelle della pubblicità dell'aceto balsamico di Modena.  Pare che anche Leonardo da Vinci avesse progettato un barbecue. Magari è per quello che Monna Lisa ridacchia, perchè sente il profumino di salsiccia arrostita del signor Giocondo. Averlo saputo Dan Brown nel "Codice da Vinci" ci avrebbe messo pure la Maddalena che ungeva i peperoni di Carmignola sulle pietre di  Luserna.

 
 
 

La trota

Post n°38 pubblicato il 17 Settembre 2010 da eli.eli1970

A me fare la spese non piace. E ci aggiungo anche il "mi", perchè l'à me mi, che i professori segnano con la penna rossa, dà meglio l'idea, chiarisce i confini, segna il giusto perimetro del mio me. E quindi: a me non mi piace fare la spesa. Non mi garba. Per fare la spesa ci vuole talento occulatezza e naso. Tutte doti meravigliose che io non possiedo. Forse manco del gene della massaia. Oppure chissà mi basterebbe prendere qualche lezione privata o farmi accompagnare al mercato da una massaia di sostegno. Per esempio ieri ho comprato quattro pomodori e li ho pagati cinque euro. Sarò cretina? Mi sa di si.  "Sono Ferrisi" mi ha detto il contadino tirandoli fuori dal bagagliaio della sua Mercedes. Ah sono così cari perchè hanno anche il cognome? Si chiamano Pomodoro di nome e Ferrisi di cognome? E cos'hanno di particolare questi pomodori oltre al fatto che sono minuscoli come palline da ping pong e duri come pietre? "San di pomodoro" mi ha risposto il cortese coltivatore diretto. Giusto. Gli altri, quelli enormi a boccia, san di aria, acqua e frigo. Ma stò signor Ferrisi, che lei sappia, non è che una volta faceva di mestiere il gioielliere e poi per non andare in rovina ha messo su una piantagione di pomodori utilizzando lo stesso tariffario delle catenine e delle pietre dure? Mi guarda come se fossi una ciula. Prendo le mie quattro biglie e mi avvio dal pescivendolo. Due sogliole grazie. "Ecco qua. Trentaquattro euro" Minchia... oh, mi scusi... "Non si preoccupi sono di Caltanissetta, mi fa persino piacere. Sa le sogliole sono così care perchè non è stagione" "Sono primizie come le ciliegie cilene a gennaio?" "Brava". Grazie solo che io so quando maturano le ciliegie, ma la stagione delle sogliole è più misteriosa.  Mica sputano sugli alberi le sogliole, mica maturano in filari, mica si coltivano in piantagioni. Ho come la sensazione che non sia mai la stagione delle sogliole. Taglia corto "Le do una trota salmonata" "Scusi se rompo: che fine ha fatto la trota normale, quella grigia dentro e fuori? Si è per caso estinta? Il grigio non va più di moda? E poi soprattutto qualcuno vi ha chiesto espressamente: potete per caso inventarci una trota con l'interno rosa perchè van di moda le tovaglie confetto e sarebbe una delizia abbinarci una trota della stessa nuance? Che cos'ha una trota salmonata di così' diverso? Nulla di nulla. Sa di pesce come quell'altra. E come la colorate? Con una tempera apposta per i pesci? Vorrete mica farmi credere che le trote si accoppiano coi salmoni mescolando le loro polpe in una notte di sesso estremo in fondo agli abissi?" Mi fissa con odio. Sa a me fare la spesa non piace. Sparare cazzate invece mi garba da matti.

 
 
 

La chirurgia estetica

Post n°37 pubblicato il 15 Settembre 2010 da eli.eli1970

Senti qua. Non c'è proprio limite alla follia umana. Una modella svizzera, attraverso un delicato intervento di chirurgia plastica s'è fatta allungare le gambe di tre centimetri. Motivo? Perchè non rientrava nell'altezza delle modelle classiche. Per ora non cammina più ma è un dettaglio. Volete sapere quanto era alta prima dell'operazione? Un metro e settantadue.  Pensa te. Modella? Ma secondo voi una così aveva veramente bisogno di farsi allungare le gambe? La pazzia non ha limiti.

Che devo dire di me allora che nell'erba alta sparisco? Che più basse di me ci sono solo le carote che vivono sotto terra e spunta solo il ciuffo?  

 
 
 

Per te

Post n°36 pubblicato il 14 Settembre 2010 da airmaxx1771
Foto di eli.eli1970

 
 
 

LA STAGIONE DEL TUO AMORE (Fabrizio de Andrè)

Post n°35 pubblicato il 13 Settembre 2010 da sixty.nine
 

... in ogni caso, cara "eli.eli" non mi sembra che i problemi di cui parli per ora ti affliggano... e te lo dico da fotografo, con gli occhi di chi cerca il bello....  ;)

 
 
 

L'imbefanimento

Post n°34 pubblicato il 12 Settembre 2010 da eli.eli1970

Rimane un'esperienza traumatica quella dell'imbefanimento, Dei mostruosi segnali ti dicono che le cose stanno cambiando e non sei più la splendita diciottenne che eri ventidue anni fa. Le nostre madri non si ponevano il problema scavallati i quaranta si madameggiavano senza colpo ferire. Tailleur, décolleté mezzo tacco, confana e filo di perle. DI metter su qualche chilo in più non gliene importava nulla. Anzi. Meglio un piatto di spaghetti in più che un mezzo centimetro di girovita in meno. E chiamale sceme. Ora noi non ci diamo pace, siamo state ragazze dall'ombelico all'aria, tette al vento e coscia al sole? Benissimo anche se la befanaggine bussa alla nostra porta noi facciamo finta di non sentirla. E se il braccino s'ammoscia e fa l'effetto pipistrello? Pazienza. Vorrà dire che saluteremo come la regina Elisabetta, con giochi di polso. Hai voglia a far palestra perchè con le macchine diaboliche rassodi il bicipite che è quello che sta sopra, ma la poltiglia di sotto rimane della consistenza del passato di verdura. E se anche la palpebra inesorabilmente cede alla forza di gravità? Faremo in modo di tirarla e stenderla come pasta sfoglia pur di disegnarci sopra con l'eyeliner. Facciamo bene? Chi lo sa. L'importante è non risultare ridicole e il rischio  è in agguato. Il jeans attillato per esempio. Superati i trentacinque, diciamolo, nella donna il culo prende il sopravvento. Diventa un organo preponderante nella mirabile orchestra del corpo umano. E fasciare la chiappa di jeans aderente, che non sfina ma esalta, è un'immagine che non vorremmo vedere. Hai un bell'accompagnare lo sfacelo col tacco alto. Culacchiona eri e culacchiona rimani. E anche l'escamotage della lampada lascia un pò il tempo che trova. Anche se prendi il colore di un soprabito di renna e ti vesti da squinzia, le veline sono un'altra cosa. Altro segnale pericolosissimo di invecchiamento è il cambio di rotta degli argomenti di conversazione. Prima di parlava di tutto. Ora sono due i temi che sgomitano per ottenere il primato nel minutaggio delle chiacchere: la malattia e i contributi previdenziali per la pensione, cose di cui ci siamo sbattuti per anni. Per anni abbiamo creduto di essere immortali e adesso dibattiamo con piacere di artrosi cervicale, che è un malanno comune e tutti possono dire la loro, la gastrite, emicrania a grappolo, prostata e caduta del capello. Segue come tema il mutuo, poi le tasse, poi lei che non te la dà e lui che non te la chiede, la macchina in leasing e per finire le ferie alla pensione Miramare che è un posto semplice ma si mangia bene e non c'è casino. Io dopo l'ultima conversazione di questo tipo sono uscita di casa e sono andata a comprarmi i biglietti del concerto di Marilyn Manson.

 
 
 

Un bacio negato

Post n°33 pubblicato il 11 Settembre 2010 da eli.eli1970

C'era una volta in un paese lontano lontano, una bellissima principessa, indipendente e sicura di sè.
Incontrò una rana mentre stava seduta contemplando argomenti ecologici sulle sponde di un laghetto incontaminato, in un prato verde vicino al suo castello.
La rana le saltò in grembo e disse:
"Elegante Signora, io ero un bel principe finché una strega cattiva non mi fece un incantesimo. Un bacio da te, comunque, ed io ritornerò ad essere il bel principe che sono. E poi, dolcezza, noi ci potremo sposare e mettere su casa nel tuo castello insieme a mia madre. Dove tu potrai cucinare per me, lavare I miei vestiti, portare nel tuo grembo i miei figli ed esserne per sempre grata."
Quella sera, mentre la principessa cenava beatamente con cosce di rana saltate in padella, con un vino bianco ed una salsa di cipolle, ridacchiava a pensava tra sè...
"Col cazzo che ti sposo!!!"

 
 
 

Il calzino

Post n°32 pubblicato il 09 Settembre 2010 da eli.eli1970

Ohmammamia!!!! Un'altro dilemma... e si questa mattina il mio occhio critico ha colto qualche immagine orribile. Questa volta l'imputato è il calzino. Il gambaletto termico, il benefico calzerotto di lana che ti scalda le estremità quando l'inverno bussa allo stivale. Quando giunge il momento di buttarlo? Quando il destino ci segnala che è scoccata l'ora X  e la triste mietitrice di calzini con la sua falce è arrivata a portarselo vita? Un tempo questo problema non si poneva perchè si tramandava da nonna in madre, da madre in figlia la sublime arte del rammendo. Il ditone scavava il bucone? No problem. La massaia solerte si metteva lì con ago e filo, ditale e uovo di legno e rimediava al danno ricamandoci sopra una piccolissima toppa fatta di fili intrecciati. Un microtrappetino persiano. Una minuscola piastrellina di fili colorati di solito mai della stessa tonalità.

Adesso noi siamo donne al bivio. Oscillanti tra la tentazione del rammendo e del buttaggio. A volte però è un peccato. Magari il calziono ha solo in buco minuscolo. Basterebbe, che so, un pò di pongo, un coriandolo di nastro adesivo, un microtappo di sughero. Io non so rammendare. C'ho provato una sola volta e mi è venuto una specie di bugnone, tipo uno chignon fatto di calzino. Insomma uno strazio. Ma non finisce qui.  E quando il buco non c'è ancora? Quando si forma quel trasparentissimo, quella radura, quella filigrana sottile, quella maglia di colino, foriera di fine imminente, come quella vista ai piedi stamattina di un elegante signore, che fare? Si sa che dalla filigrana non si torna indietro. E allora come comprtarsi quando rimangono ostinati dieci fili intrecciati che ricordano tanto le sbarre di un carcere? Continuare a camminare con il calzino moribondo fino a quando grattando contro la scarpa non sbuca il tallone oppure optare per una dignitosa eutanasia? Perchè con il collant è diverso. Lo puoi sempre riciclare mettendolo in testa per fare le rapine oppure utilizzandolo nell'orto per legarci le piante di pomodori. Io non capisco. Siamo andati sulla luna, stiamo studiando le cellule staminali, abbiamo clonato addirittura una pecora da una pecora, possibile che non riusciamo a brevettare un calzino che non si buchi? Non è che ad esempio il ditone del piede sia una trasformazione recente dell'evoluzione della specie. Ce l'abbiamo sempre avuto. Basterebbe attaccare al calzino tradizionale che so un portaditone, un pollice di guanto di lana. E già che ci si mette d'impegno inventarsi anche uno scaldanaso. Il mio nelle notti d'inverno si gela come un parabrezza.

 
 
 

L'amore

Post n°31 pubblicato il 08 Settembre 2010 da eli.eli1970

"Io non sono un corpo con un'anima, sono un'anima con una parte visibile chiamata "corpo". Negli ultimi giorni al contrario di quanto potevo immaginare, quest'anima è stata molto più presente. Non mi diceva nulla, non mi criticava, non provava pena per me: si limitava ad osservarmi. Oggi mi sono resa conto del motivo per cui ciò accadeva: da molto tempo, non penso a qualcosa che si chiama "amore". Sembra che l'amore si stia rifuggento, come se non contasse più per me, e non si sentisse il benvenuto. Ma se non penserò all'amore, non sarò niente".

 Questo è uno stralcio di un libro di un'autore famoso che amo paticolarmente è una parte di un diario. Beh potrei fare molte considerazioni ma credo che l'ultima frase dice tutto da se.

 

 
 
 

 

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