Post n°50 pubblicato il 04 Novembre 2010 da eli.eli1970
Il problema è capire cosa vuol dire essere stronza. |
Post n°49 pubblicato il 04 Novembre 2010 da eli.eli1970
"La vita non dev'essere un viaggio allo scopo di raggiungere la tomba con un corpo attrattivo e perfetto. Dovremmo invece raggiungerla con un pezzo di cioccolato in una mano, Martini nell'altra, un corpo logorato e vissuto e gridando"
In questo senso vi auguro una giornata favolosa! E non dimenticate: |
Post n°48 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da eli.eli1970
Quando ero bambina pensavo che l'amica era una sola: l'amica del cuore! Di una hai bisogno quando hai problemi sentimentali con la tua coppia. Forse per qualcuna tutte queste personalità sono concentrate in un'unica donna, per altre sono diverse: Ma non importa se è stata la tua amica per 20' o per 20 anni
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Post n°47 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da eli.eli1970
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Post n°46 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da eli.eli1970
Basta! Basta litigare. Non litighiamo più per favore... cerchiamo di essere diversi... Avete notato? Adesso c'è stò trend qua. In televisione, ma anche sui giornali, non si riesce più a parlare senza mandarsi a quel paese. Il trionfo dell'insulto. Il prèt-à-porter del vaffan. Una volta poteva capitare che due si accapligliassero in onda. Soprattutto se uno dei due era Sgarbi. Ma era un caso. Una combinazione fortuita. Adesso no, adesso c'è gente che di mestiere va in TV a litigare; altro che conflitto di interessi, questo è interesse per il conflitto. Li scelgono apposta. Come prendere due cani idrofobi e rognosi tirargli prima bene la coda e poi liberarli in giardino. E certo che si azzuffano. Se tu inviti della dinamite e un fiammifero e li fai stare vicini, poi non ti devi stupire che tutto esploda. E' come, scusatemi, mettere della cacca in un frullino, togliere il coperchio e dare corrente. E poi meravigliarsi....Mammamia.... cos'è successo.... Mammamia tua sorella. |
Post n°45 pubblicato il 01 Ottobre 2010 da eli.eli1970
Settembre è il mese perfetto per i matrimoni. Nè caldo nè freddo, nè bello nè brutto. Come il matrimonio, appunto. In settembre ovunque ti giri trovi una sposa in posa che si fa fotografare. Perchè da un pò di anni a questa parte è partito stò delirio delle foto. Una volta il fotografo faceva un tot di foto sempre uguali. L'uscita dall'Alfetta, l'entrata in chiesa con lo strascico a braccetto del padre pettinato come Mal, lo scambio tremolante delle fedi, gli sposi con la lingua di fuori a prendere l'ostia e poi l'uscita con il lancio del riso, pacchetto compreso. E poi gli scatti sul sagrato. I parenti di lui. Quelli di lei. I testimoni. Gli sfigati che non rientrano in nessuna categoria e alla fine il taglio della torta e il brindisi con i gomiti incrociati. Fine. Una presenza discreta quella del fotografo, che ogni tanto sbucava per poi tornare nell'ombra. Adesso il fotografo è una rottura di palle infinita. Uno spaccamaroni micidiale. Un flagello continuo. Come avere un ratto nelle mutande. Fosse per lui comincerebbe a fotografarti un anno prima. Sadico. Rapisce gli sposi appena dopo l'uscita dalla chiesa e li tiene in ostaggio per minimo due ore. Li schiaffa in parchi pubblici tra le cacche dei dobermann a far finta di guardarsi con l'occhio languido mentre loro lottano disperati contro la cecagna e il calo di adrenalina. Gli invitati, nel frattempo, al ristorante, imprecano come angeli dannati gonfiandosi di grissini per placare i morsi della fame, i bambini danno i numeri e vengono battuti come tappeti persiani mentre le fighette lottano con le acconciature che lentamente ma inesorabilmente cominciano a sderenarsi. Alla fine gli sposi arrivano alle tre del pomeriggio e tutti, indistintamente, li odiano. Ma c'è di peggio. Il video. Ci sono quelli che fanno il video. Ormai se non fai il video non vale neanche più la pena di sposarti, di fare figli, o di far fare la comunione ai figli. Ma il bello è che non si fanno più i video normali, un pò sbirgoli e stortignaccoli, come li facevano i nostri papà negli anni settanta. Quelli che ancora adesso ti fanno venire una tenerezza da lacrime agli occhi. Si girano i kolossal. Negli ultimi tempi in più è scattata anche la perversione del backstage. Il dietro le quinte. I rumori fuori scena. E lì l'occhio indiscreto del grande fratello non si risparmia per nulla e riprende tutto. La sposa che fa cinquecento pipì prima di vestirsi, lo sposo che per ingannare l'attesa si taglia le unghie dei piedi, la sorella di lei ingrassata di venti chili che spacca la cerniera del tailleur, il padre di lui che beve il bicarbonato perchè non ha digerito la trippa della sera prima, la madre di lui in tipica isteria post-mestuale e la testimone di lui vestita da trans e pettinata come Caparezza. Ma io mi chiedo: "Perchè?". |
Post n°44 pubblicato il 28 Settembre 2010 da eli.eli1970
Non è facile trovare motivi di felicità. Ma c'è un piccolo espediente per sopravvivere alla sfiga. Diserbate dalla vostra vita i demolitori di entusiasmi. Sono quelle persone che di mestiere entrano nella tua vita a piedi uniti e ti distruggono quel micron di felicità che ancora ti resta. Quelli che di professione fanno i trovatori di pelo nell'uovo, categoria A freschissimo. Ma non facciamo l'errore di confonderli con i pessimisti. No perchè il pessimista una sua visione del mondo ce l'ha. Urenda ma ce l'ha. Nera come un dark di notte ma ce l'ha. Il pessimista è uno che parte per una vacanza alle Mauritius e ha paura, arrivando là, di non trovare parcheggio. Il demolitore di entusiasmi, invece, è molto peggio perchè non ha convinzioni. E siccome non ne ha, distrugge le tue. Il suo motto è: non preoccuparti arriveranno tempi peggiori. E' quello che ti dice: " Che bello questo taglio nuovo di capelli... peccato che non riuscirai mai a pettinartelo da sola..." Oppure vedendoti carica di sacchi di umido, carta e vetro differenziati ti sorride pietoso e ti dice: "Ancora ci credi? Beata ingenuità". Una circostanza in cui il DDE è particolarmente pernicioso è la questione casa. Per far vedere la casa nuova a un demolitore di entusiasimi è meglio prima tracannarsi mezza bottiglia di Pampero perchè in uno stato di semiubriachezza gli strali fanno meno male. Lo schifosone parte sempre con un complimento: "Bello"... ma basta contare fino a tre che arriva la mazzata: "Peccato che..." E parte con l'elenco: la facciata è orrenda, la scala è ripida, l'ascensore soffocante, il tetto è fradicio di amianto, la cantina è umida, sotto il pavimento scorrono fiumi di radon e nel muro maestro c'è una bella crepa. Non parliamo poi se hai la disgrazia di averli in macchina. E' una continua lamentela, perchè tu, scentrata, fai la strada più lunga con tutti i percorsi brevi che ci sono. Ma ammettiamo pure che sia così. Che la tangenziale è una figatissima, perchè percorri il perimetro di tutta la città dietro un TIR, ma eviti i semafori. E se comunque a me, che sono cretina dalla nascita, piacesse fare la strada più lunga? Chettifrega. Io voglio fare questo tragitto perchè ho i miei appuntamenti. Incontro una magnolia che d'estate, fiorita, leva il fiato, una casa antica con dei bow window che sono da sogno e un pezzettino di fiume che a una certa ora del giorno brilla come l'argento. Ma cosa lo dico a te... arido parassita...tarlo del mio gioire. |
Post n°43 pubblicato il 28 Settembre 2010 da eli.eli1970
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Post n°42 pubblicato il 25 Settembre 2010 da eli.eli1970
A inizio ‘900 le femministe lottavano per liberarsi da busti e corsetti. Già. Perché non avevano mai provato il perizoma. Dovrebbe essere annoverato tra i must have del guardaroba. Ma mi pareva di darvi un’informazione ridondante. Voglio dire. Alzi la mano chi non non possiede almeno una decina di perizomi. Non esiste una donna sprovvista di un’interminabile collezione di string riposta nel cassetto della biancheria. Già. String. Così lo chiamano gli inglesi. E rende proprio l’idea. Una cordicella infilata nel sedere. A dirla così sembrerebbe un giochino bondage. O una tortura cinese. Dipende dai gusti. Ma ci sono almeno due occasioni in cui proprio non possiamo farne a meno. E in cui dobbiamo soffrire. Ma noi donne siamo abituate alla sofferenza. Ci tempra il carattere. Che ne abbiamo bisogno… |
Post n°41 pubblicato il 25 Settembre 2010 da eli.eli1970
Come molte persone anch'io ho, per un certo periodo di tempo, navigato nelle chat. Tutt’ora, qualche volta non disdegno di andarci per farmi una sana risata o fare quattro chiacchere con persone che potrei definire "normali" (poche in realtà!). |
Post n°40 pubblicato il 21 Settembre 2010 da eli.eli1970
Ho deciso magari mi faccio una capatina in edicola. Non vedo l'ora di iniziare una nuova collezione. Sono tormentata da matti. Rivivo la battaglia di Austerlitz con tre soldatini e un pezzo di cannone oppure mi costruisco il castello di Re Artù, pietra su pietra? Certo che anche la storia degli alpini un pò mi attira. Specialmente l'idea di avere un alpinetto del 1915 in omaggio. Magari mi dedico alla scienza. Mi sa che prendo "Conoscere il corpo umano". con in allegato il kit di ossa da montare. Uno scheletro alto come Pupo. Intanto aspetto con ansia "Colleziona anche tu le sette piaghe d'Egitto", in omaggio col primo numero una manciata di cavallette, col secondo una coppia di rane e col terzo mezzo chilo di grandine. Prima o poi ne sono sicura uscirà anche quello. E poi dicono che gli asini sono in via di estinzione. |
Post n°39 pubblicato il 20 Settembre 2010 da eli.eli1970
Settembre di sole ardente. Non è ancora tempo di rintanarsi in casa a sfondarsi di Playstation. C'è ancora baruffa nell'aria. Approfittiamone. Facciamo scorta di raggi di sole e di miniottimismi. Alleniamoci ai micropensieri positivi, quelli che ti allentano il respiro e ti accarezzano il cuore. Un bel modo di far rifornimento di buonumore è la classica grigliata. Trovata non troppo originale vista la quantità di fuliggine che affumica il vento. In estate, non c'è niente da fare, scatta la corsa alla brace. Basta avere un balcone, una riga di prato, una portafinestra. Però tocca tenere saldamente a mente una cosa: la quantità di tempo che ci vuole per grigliare la braciola. Cioè un'eternità. Anche se il maschio fuochista ha fatto lo scout per tanti anni e con le pietre focaie un pò ci sa fare. L'unica è andare alla grigliata avendo già mangiato. Fai pranzo poi cominci a grigliare e se ti va bene all'ora di cena, quando torna il languore, forse è pronta la prima salama. La verità è che alla grigliata poi sono i maschi a divertirsi veramente. Si tronano di lambrusco, parlano di calcio e gnocche e finiscono unti, lerci e puzzolenti come zebù mentre le donne si ammazzano di noia, e dalla fame cominciano a brucare l'erba come fanno quelle della pubblicità dell'aceto balsamico di Modena. Pare che anche Leonardo da Vinci avesse progettato un barbecue. Magari è per quello che Monna Lisa ridacchia, perchè sente il profumino di salsiccia arrostita del signor Giocondo. Averlo saputo Dan Brown nel "Codice da Vinci" ci avrebbe messo pure la Maddalena che ungeva i peperoni di Carmignola sulle pietre di Luserna.
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Post n°38 pubblicato il 17 Settembre 2010 da eli.eli1970
A me fare la spese non piace. E ci aggiungo anche il "mi", perchè l'à me mi, che i professori segnano con la penna rossa, dà meglio l'idea, chiarisce i confini, segna il giusto perimetro del mio me. E quindi: a me non mi piace fare la spesa. Non mi garba. Per fare la spesa ci vuole talento occulatezza e naso. Tutte doti meravigliose che io non possiedo. Forse manco del gene della massaia. Oppure chissà mi basterebbe prendere qualche lezione privata o farmi accompagnare al mercato da una massaia di sostegno. Per esempio ieri ho comprato quattro pomodori e li ho pagati cinque euro. Sarò cretina? Mi sa di si. "Sono Ferrisi" mi ha detto il contadino tirandoli fuori dal bagagliaio della sua Mercedes. Ah sono così cari perchè hanno anche il cognome? Si chiamano Pomodoro di nome e Ferrisi di cognome? E cos'hanno di particolare questi pomodori oltre al fatto che sono minuscoli come palline da ping pong e duri come pietre? "San di pomodoro" mi ha risposto il cortese coltivatore diretto. Giusto. Gli altri, quelli enormi a boccia, san di aria, acqua e frigo. Ma stò signor Ferrisi, che lei sappia, non è che una volta faceva di mestiere il gioielliere e poi per non andare in rovina ha messo su una piantagione di pomodori utilizzando lo stesso tariffario delle catenine e delle pietre dure? Mi guarda come se fossi una ciula. Prendo le mie quattro biglie e mi avvio dal pescivendolo. Due sogliole grazie. "Ecco qua. Trentaquattro euro" Minchia... oh, mi scusi... "Non si preoccupi sono di Caltanissetta, mi fa persino piacere. Sa le sogliole sono così care perchè non è stagione" "Sono primizie come le ciliegie cilene a gennaio?" "Brava". Grazie solo che io so quando maturano le ciliegie, ma la stagione delle sogliole è più misteriosa. Mica sputano sugli alberi le sogliole, mica maturano in filari, mica si coltivano in piantagioni. Ho come la sensazione che non sia mai la stagione delle sogliole. Taglia corto "Le do una trota salmonata" "Scusi se rompo: che fine ha fatto la trota normale, quella grigia dentro e fuori? Si è per caso estinta? Il grigio non va più di moda? E poi soprattutto qualcuno vi ha chiesto espressamente: potete per caso inventarci una trota con l'interno rosa perchè van di moda le tovaglie confetto e sarebbe una delizia abbinarci una trota della stessa nuance? Che cos'ha una trota salmonata di così' diverso? Nulla di nulla. Sa di pesce come quell'altra. E come la colorate? Con una tempera apposta per i pesci? Vorrete mica farmi credere che le trote si accoppiano coi salmoni mescolando le loro polpe in una notte di sesso estremo in fondo agli abissi?" Mi fissa con odio. Sa a me fare la spesa non piace. Sparare cazzate invece mi garba da matti. |
Post n°37 pubblicato il 15 Settembre 2010 da eli.eli1970
Senti qua. Non c'è proprio limite alla follia umana. Una modella svizzera, attraverso un delicato intervento di chirurgia plastica s'è fatta allungare le gambe di tre centimetri. Motivo? Perchè non rientrava nell'altezza delle modelle classiche. Per ora non cammina più ma è un dettaglio. Volete sapere quanto era alta prima dell'operazione? Un metro e settantadue. Pensa te. Modella? Ma secondo voi una così aveva veramente bisogno di farsi allungare le gambe? La pazzia non ha limiti. Che devo dire di me allora che nell'erba alta sparisco? Che più basse di me ci sono solo le carote che vivono sotto terra e spunta solo il ciuffo?
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Post n°36 pubblicato il 14 Settembre 2010 da airmaxx1771
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Post n°35 pubblicato il 13 Settembre 2010 da sixty.nine
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Post n°34 pubblicato il 12 Settembre 2010 da eli.eli1970
Rimane un'esperienza traumatica quella dell'imbefanimento, Dei mostruosi segnali ti dicono che le cose stanno cambiando e non sei più la splendita diciottenne che eri ventidue anni fa. Le nostre madri non si ponevano il problema scavallati i quaranta si madameggiavano senza colpo ferire. Tailleur, décolleté mezzo tacco, confana e filo di perle. DI metter su qualche chilo in più non gliene importava nulla. Anzi. Meglio un piatto di spaghetti in più che un mezzo centimetro di girovita in meno. E chiamale sceme. Ora noi non ci diamo pace, siamo state ragazze dall'ombelico all'aria, tette al vento e coscia al sole? Benissimo anche se la befanaggine bussa alla nostra porta noi facciamo finta di non sentirla. E se il braccino s'ammoscia e fa l'effetto pipistrello? Pazienza. Vorrà dire che saluteremo come la regina Elisabetta, con giochi di polso. Hai voglia a far palestra perchè con le macchine diaboliche rassodi il bicipite che è quello che sta sopra, ma la poltiglia di sotto rimane della consistenza del passato di verdura. E se anche la palpebra inesorabilmente cede alla forza di gravità? Faremo in modo di tirarla e stenderla come pasta sfoglia pur di disegnarci sopra con l'eyeliner. Facciamo bene? Chi lo sa. L'importante è non risultare ridicole e il rischio è in agguato. Il jeans attillato per esempio. Superati i trentacinque, diciamolo, nella donna il culo prende il sopravvento. Diventa un organo preponderante nella mirabile orchestra del corpo umano. E fasciare la chiappa di jeans aderente, che non sfina ma esalta, è un'immagine che non vorremmo vedere. Hai un bell'accompagnare lo sfacelo col tacco alto. Culacchiona eri e culacchiona rimani. E anche l'escamotage della lampada lascia un pò il tempo che trova. Anche se prendi il colore di un soprabito di renna e ti vesti da squinzia, le veline sono un'altra cosa. Altro segnale pericolosissimo di invecchiamento è il cambio di rotta degli argomenti di conversazione. Prima di parlava di tutto. Ora sono due i temi che sgomitano per ottenere il primato nel minutaggio delle chiacchere: la malattia e i contributi previdenziali per la pensione, cose di cui ci siamo sbattuti per anni. Per anni abbiamo creduto di essere immortali e adesso dibattiamo con piacere di artrosi cervicale, che è un malanno comune e tutti possono dire la loro, la gastrite, emicrania a grappolo, prostata e caduta del capello. Segue come tema il mutuo, poi le tasse, poi lei che non te la dà e lui che non te la chiede, la macchina in leasing e per finire le ferie alla pensione Miramare che è un posto semplice ma si mangia bene e non c'è casino. Io dopo l'ultima conversazione di questo tipo sono uscita di casa e sono andata a comprarmi i biglietti del concerto di Marilyn Manson. |
Post n°33 pubblicato il 11 Settembre 2010 da eli.eli1970
C'era una volta in un paese lontano lontano, una bellissima principessa, indipendente e sicura di sè. |
Post n°32 pubblicato il 09 Settembre 2010 da eli.eli1970
Ohmammamia!!!! Un'altro dilemma... e si questa mattina il mio occhio critico ha colto qualche immagine orribile. Questa volta l'imputato è il calzino. Il gambaletto termico, il benefico calzerotto di lana che ti scalda le estremità quando l'inverno bussa allo stivale. Quando giunge il momento di buttarlo? Quando il destino ci segnala che è scoccata l'ora X e la triste mietitrice di calzini con la sua falce è arrivata a portarselo vita? Un tempo questo problema non si poneva perchè si tramandava da nonna in madre, da madre in figlia la sublime arte del rammendo. Il ditone scavava il bucone? No problem. La massaia solerte si metteva lì con ago e filo, ditale e uovo di legno e rimediava al danno ricamandoci sopra una piccolissima toppa fatta di fili intrecciati. Un microtrappetino persiano. Una minuscola piastrellina di fili colorati di solito mai della stessa tonalità. Adesso noi siamo donne al bivio. Oscillanti tra la tentazione del rammendo e del buttaggio. A volte però è un peccato. Magari il calziono ha solo in buco minuscolo. Basterebbe, che so, un pò di pongo, un coriandolo di nastro adesivo, un microtappo di sughero. Io non so rammendare. C'ho provato una sola volta e mi è venuto una specie di bugnone, tipo uno chignon fatto di calzino. Insomma uno strazio. Ma non finisce qui. E quando il buco non c'è ancora? Quando si forma quel trasparentissimo, quella radura, quella filigrana sottile, quella maglia di colino, foriera di fine imminente, come quella vista ai piedi stamattina di un elegante signore, che fare? Si sa che dalla filigrana non si torna indietro. E allora come comprtarsi quando rimangono ostinati dieci fili intrecciati che ricordano tanto le sbarre di un carcere? Continuare a camminare con il calzino moribondo fino a quando grattando contro la scarpa non sbuca il tallone oppure optare per una dignitosa eutanasia? Perchè con il collant è diverso. Lo puoi sempre riciclare mettendolo in testa per fare le rapine oppure utilizzandolo nell'orto per legarci le piante di pomodori. Io non capisco. Siamo andati sulla luna, stiamo studiando le cellule staminali, abbiamo clonato addirittura una pecora da una pecora, possibile che non riusciamo a brevettare un calzino che non si buchi? Non è che ad esempio il ditone del piede sia una trasformazione recente dell'evoluzione della specie. Ce l'abbiamo sempre avuto. Basterebbe attaccare al calzino tradizionale che so un portaditone, un pollice di guanto di lana. E già che ci si mette d'impegno inventarsi anche uno scaldanaso. Il mio nelle notti d'inverno si gela come un parabrezza. |
Post n°31 pubblicato il 08 Settembre 2010 da eli.eli1970
"Io non sono un corpo con un'anima, sono un'anima con una parte visibile chiamata "corpo". Negli ultimi giorni al contrario di quanto potevo immaginare, quest'anima è stata molto più presente. Non mi diceva nulla, non mi criticava, non provava pena per me: si limitava ad osservarmi. Oggi mi sono resa conto del motivo per cui ciò accadeva: da molto tempo, non penso a qualcosa che si chiama "amore". Sembra che l'amore si stia rifuggento, come se non contasse più per me, e non si sentisse il benvenuto. Ma se non penserò all'amore, non sarò niente". Questo è uno stralcio di un libro di un'autore famoso che amo paticolarmente è una parte di un diario. Beh potrei fare molte considerazioni ma credo che l'ultima frase dice tutto da se.
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Inviato da: biguldegoma
il 24/07/2015 alle 23:54
Inviato da: robyweb69
il 19/11/2014 alle 18:53
Inviato da: DueHalzini49
il 31/05/2014 alle 12:45
Inviato da: Agenor0
il 02/03/2014 alle 13:07
Inviato da: angelorosa2010
il 22/02/2014 alle 19:08