POVERA CAULONIA

RICCHI INTRALLAZZISTI & MISERABILI MESTIERANTI

 

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nella.merda
nella.merda il 11/04/15 alle 19:17 via WEB
(ANSA) - BAGNARA CALABRA (REGGIO CALABRIA), 11 APR - Su proposta del Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Bagnara Calabra, dove sono state accertate forme di condizionamento delle istituzioni locali da parte della criminalità organizzata. Il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, aveva disposto l'accesso antimafia il 12 giugno scorso dopo alcune informative di polizia su presunte infiltrazioni. MENTRE RIMANE IN PIEDI LA GIUNTA DEL PAESELLO DI LINU U LATRU DA GURNA NIGRA AFFILIATO ALLA LOCALE E ASPIRANTE BECCHINO. UNA VITA A DARE APPALTI A CHI HANNO VOLUTO, INTERCETTAZIONI CHE PORTANO A DELINQUENTI 'NDRANGATISTI PER IL LUNGOMARE, SI VOLEVANO VENDERE UNA INTERA MONTAGNA ALLA 'NDRANGHETA DEI BOSCHI, 1.200.000,00 € PER IL CAMPO DI CALCIO E A TUTT'OGGI HANNO TAGLIATO GLI ALBERI E SI SONO PORTATI LE LEGNA A CASA, NON SI CAPISCE PERCHE' HANNO DISTRUTTO ALBERI DI OLTRE 40 ANNI. LA FOGNA DA MESI FINISCE AL MARE, CHI SONO I COMPLICI DI QUESTA GENTAGLIA CHE PERMETTONO ALLA GIUNTA DEL PAESELLO DI LINU U LATRU DA GURNA NIGRA DI FARE TUTTO QUELLO CHE VOGLIONO NELLA COMPLETA INDIFFERENZA DELLE AUTORITA' PRESENTI SUL TERRITORIO E DELLA GIUSTIZIA.
 
nella.merda
nella.merda il 06/04/15 alle 18:16 via WEB
Migranti ai margini. Caulonia ingrata (da la riviera on line) Dom, 05/04/2015 - 10:45 A Caulonia un gruppo di migranti, stanchi di attendere la convocazione per la richiesta della domanda di permesso di soggiorno da parte della Commissione di Reggio Calabria, ha messo in atto una protesta di fronte la sede della Cooperativa Pathos. Secondo quando riportato dagli operatori della cooperativa la situazione sarebbe degenerata e alcuni dei rifugiati avrebbero aggredito verbalmente il presidente della Coop., Maria Paola Sorace. Questi i fatti, una faccia della medaglia. A supportare questa versione e la cooperativa sono intervenute le forze dell’ordine, che hanno allontanato quattro facinorosi migranti; le altre associazioni, che hanno fatto scudo intorno alla consorella con comunicati stampa e solidarietà; e un blog che speriamo chieda scusa ai migranti. Ingrati. Così sono stati definiti dalla blogger di paese i rifugiati che hanno protestato a Caulonia nei giorni scorsi. Una difesa, quasi un’apologia degli operatori delle cooperative che si occupano di questi immigrati e un’imbarazzante contestazione verso gli “ingrati”, questa la chiave di lettura data all’evento. L’empatia e la solidarietà quando giungono le contestazioni si vanno a fare benedire, e questo atteggiamento ha un retrogusto cattivo e un alito di ipocrisia. Ingrati, questo insulto è stato ciò che ha suscitato la protesta. Non una sana autocritica, ma uno scaricabarile delle responsabilità. “Noi non abbiamo colpa dei ritardi, spetta alla Commissione la convocazione dei rifugiati”. Questa è una visione di quanto successo. Ecco un’altra. Sekou vorrebbe studiare. Questo è un giovane giunto in Calabria dopo aver attraversato il deserto, la guerra e l’inferno. A guardarlo negli occhi si vedono i suoi sogni che svaniscono. Sekou è un ragazzo arrabbiato e deluso, ha perso la sua famiglia e si trova a dover fare il panettiere per 400 euro al mese. Lui è un immigrato arrivato sulle nostre coste come clandestino. Quando era in Mali studiava, avrebbe voluto laurearsi. Era molto bravo come studente. Poi la guerra, la fame e la mancanza di futuro lo hanno portato su un barcone e sulle coste italiane. E qui ha trovato i CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) e una burocrazia snervante e sfibrante. Si è trovato in un limbo, senza identità e dignità per mesi e mesi. Non poteva lavorare, progettarsi un avvenire, non era libero e non era nessuno, perché non aveva un permesso di soggiorno e non era ancora stato riconosciuto come rifugiato politico. Sekou l’ho conosciuto qualche anno fa. La sua storia potrebbe essere simile a quella di molti dei migranti ospitati a Riace o a Caulonia. Lui non è un ragazzo violento, non si sarebbe mai sognato di aggredire nessuno. Però provate a immaginare se voi vi foste trovati al suo posto, al posto degli immigrati che da mesi sono lì a Caulonia in attesa che qualcuno si degni di convocarli e che ne riconosca l’esistenza, che ridia loro una dignità che la traversata e la clandestinità hanno tolto. La violenza non è mai uno strumento, non è mai giustificabile. Però la solidarietà e la comprensione non possono essere a fasi alterne, non possono essere a intermittenza. Le persone che hanno fatto della solidarietà il loro lavoro dovrebbero sostenere queste persone, comprenderne la frustrazione, l’esasperazione, l’impotenza e la delusione. Loro hanno perso tutto, insultarli perché si lamentano non è giusto. Definirli ingrati perché contestano gli operatori e le associazioni non è giusto. È ipocrita. Loro sono persone con diritti e hanno il diritto di lamentarsi, di ribellarsi e di pretendere di più. Hanno diritto a un’identità, a non vivere in un limbo e a che sia restituita loro una vita. Perché nessuno ha intervistato i migranti e tutti hanno pubblicato i comunicati delle associazioni? Ogni storia ha due voci, ma sono i più forti, quelli che possono farsi forza di una rete istituzionale e governativa, che riescono a far prevalere la loro versione dei fatti. Sempre. Autore: Eleonora Aragona Il patriota • 5 ore fa Il 90% di quelli che sbarcano, secondo l'ISTAT, non sono rifugiati politici!! apensarmale • 7 ore fa Aragona di solito ha il coraggio di scrivere quello che pensa ma, codardamente, non di pubblicare i commenti a lei scomodi, soprattutto quando si parla di mafia. La classica "radical-chic" a senso unico. Domenica • 19 ore fa Un'opinione è un'opinione. Ma il "grilloparlante" poteva risparmiarsi quel "signorina Aragona", che sa tanto di degnazione, quasi che lui, il signorino, si sentisse superiore. Ilgrilloparlante • un giorno fa Tale facinorosa marmaglia straniera, gentile sig.na Aragona, non ha, per inciso, alcun diritto di "ribellarsi" e, neppure, "di pretendere di più", come Lei ha erroneamente scritto. Tale teppaglia multietnica, sig.na Aragona, deve sempre e comunque ricordarsi di essere ospitata a spese degli onesti contribuenti italiani, oggi sempre più spesso - questi ultimi - sopraffatti, loro malgrado, da uno Stato esoso, patrigno ed arcigno. Se quegli stranieri si sono ribellati, avendo creato problemi all'ordine pubblico ed agli onesti cittadini cauloniesi, ciò è avvenuto anche e soprattutto a causa di una certa stampa buonista, xenofila, sinistroide e radical-chic, di cui il suo articolo ne è chiara espressione, che sostanzialmente legittima un infondato diritto di tali, violenti e facinorosi, extracomunitari a ribellarsi contro tutto e contro tutti. Che, poi, l'associazione assistenziale, che lei menziona, abbia fatto unica voce grossa è un altro, non meno censurabile (e in ciò, peraltro, concordo con il suo corretto argomentare) discorso: anche perché sulle - sottese - finalità di tali "pietistici" sodalizi xenofili e radical-chic, in altre parti della Penisola, sono in corso indagini giudiziarie che, da quanto è dato prevedere, serberanno molte spiacevoli sorprese per tale assistenzialismo statale, ben pagato grazie alle tasche dei soli e soliti - tartassati - contribuenti italiani. Carla Ilgrilloparlante • 5 ore fa La solita storiella strappalacrime, il volto di una bambina di colore sorridente in foto...e il gioco è fatto ad uso e consumo degli imbecilli che non considerano affatto che si tratta di clandestini, solo in minima parte provenienti da paesi di guerra bensì da zone dove guerra non c'è, qui sbarcati attratti dalla pubblicità del paese della cuccagna dove avranno case, vestiti, cellulari, cibo gratis e tutti i possibili confort a spese degli Italiani vivendo una comoda vita senza fare niente, solo protestare se le lasagne non piacciono o i camerieri non rifanno loro il letto negli alberghi anche a 5 stelle in cui svegliarsi la tarda mattinata a fare colazione e collegarsi in rete col cellulare gentilmente da noi regalato. Caulonia ingrata? E' il colmo...di che dovremmo Noi essere grati a queste persone? Di quanto ci costa il loro mantenimento per non parlare del vertiginoso accrescersi ovunque di episodi di violenza come stupri, irruzione nelle nostre case, botte ai controllori dei mezzi pubblici perchè "si permettono" di chiedere loro il biglietto? Li dovremmo ringraziare perchè ci stanno invadendo portando qui la loro funesta religione di razzismo e intolleranza verso i cristiani che stanno sterminando in ogni parte del mondo? Vergognatevi, per i vostri personali, loschi guadagni, state vendendo loro l'Italia e...chiedendo, nel frammente, anche scusa!
 
daviaijusu
daviaijusu il 01/04/15 alle 19:36 via WEB
NEL PAESELLO DI LINU U LATRU DA GURNA NIGRA AFFILIATO ALLA LOCALE, GLI AMMINISTRA CAZZI PROPRI HANNO LASCIATA SCOPERTA VIA DEGLI IMMIGRATI E ZONE LIMITROFE DALLA POSA DELLA FIBRA OTTICA, L'HANNO PORTATA A CASA DEL LADRO DA GURNA NIGRA E DI TUTTI I CANI CHE ABBAIANO IN CONSIGLIO. LADRI LADRI LADRI.
 
u.spiritatu
u.spiritatu il 28/03/15 alle 19:22 via WEB
Da più giorni va avanti il teatrino della nipotina del paesello di linu u latru da gurna nigra affiliato al locale e aspirante becchino. La signora già in passato ha messo in subbuglio l’ordine pubblico riuscendo perfino a fare intervenire un vescovo a una marcia organizzato dal baro del paesello per una bombetta di natale fatta “esplodere non sappiamo da chi”. Oggi grida al lupo al lupo perché si sente minacciata fisicamente da richiedenti asilo che con molta probabilità stanchi delle angherie loro perpetrate, chiedono di essere rispettati dignitosamente. Sono più di otto anni che ci marcia con la scusa dell’accoglienza. Purtroppo gli ispettori ministeriali e europei non hanno mai messo il naso in queste delicate cose. Arrivano centinaia di migliaia di euro se non milioni. Speriamo che qualcuno chieda spiegazioni alla signora e qualche buon giudice apra un fascicolo.
 
nella.merda
nella.merda il 04/03/15 alle 15:14 via WEB
Roccella addio: lamentele e mugugni mettono in fuga l'Ombligo de la Luna Dom, 01/03/2015 - 15:35 Come è possibile che u briaturi da turri tutta l'estate rompe i timpani a tutti e nessuno si preoccupa... Una volante dei carabinieri interrompe l’ennesimo spettacolo all’Ombligo de la Luna, a Roccella. Dopo mezzanotte la musica e gli avventori dei locali non sono graditi. Il messaggio del vicinato arriva forte e chiaro a Carla e Paolo, i due giovani proprietari di questo spazio, che però non possono accettare una restrizione del genere. Quell’ultima volta è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Basta, chiudiamo con Roccella e con questo stress insopportabile, ci trasferiamo. Carla e Paolo dopo un anno e mezzo chiuderanno il locale che hanno curato e perfezionato in questo periodo e se ne torneranno a Caulonia dove apriranno un nuovo posto, sul lungomare, con un giardino. Ma soprattutto senza vicini che possano essere infastiditi da musica e chiacchiere fino a tarda notte. Quando hanno scelto lo spazio in cui riaprire l’Ombligo hanno fatto attenzione principalmente a questo aspetto. Faranno l’inaugurazione il 14 marzo portando gli Eugenio in via di Gioia, un gruppo di Torino molto apprezzato dalle riviste specializzate, una band sulla falsa riga di Elio e le Storie Tese. E questi artisti potranno suonare senza l’ansia per Carla e Paolo di vedersi piombare la solita volante a sbaraccare. Eppure Roccella doveva essere un’isola felice, è uno dei paesi con una maggiore vocazione turistica naturale, per il modo in cui è strutturato il paese, per il porto. Evidentemente però questo luogo, che dovrebbe essere la punta di diamante del turismo della Locride, trova un ostacolo nella sacrosanta voglia di dormire dei propri cittadini. L’Ombligo, a quanto pare, non è l’unica attività che ha avuto una vita difficile nel centro di Roccella. I vicini dal 112 tra le chiamate rapide sono diversi e i carabinieri devono spesso intervenire per le lamentele di questo o di quello per la musica troppo alta e la gente che parla o ride in strada. «Il problema per noi è stato stare nel posto giusto ma con il vicino sbagliato», scherza Paolo. Sdrammatizza, ma la questione è seria. In tanti si lamentano della scarsa offerta della Locride, sia a livello culturale che di locali in cui potersi divertire. Quando invece ci sono bisognerebbe costruirli nel deserto? Lontano dai centri in modo che ciascuno possa godere del suo riposo di bellezza? «La gente si lamenta quando non c’è nulla e si lamenta due volte quando si tenta di fare qualcosa. La verità è che ci piace lamentarci e che siamo apatici e pantofolai». Guai a interrompere la quotidianità quindi. Il locale va bene, ma a mezzanotte tutto chiuso. La musica va bene, ma a volume basso. La gente che spende soldi nel locale e fa girare l’economia va bene, purché non stia accanto a casa mia. «Un locale come il nostro che vive di spettacoli teatrali e di musica dal vivo non poteva sopportare questa limitazione. Era inevitabile arrivare a prendere questa decisione, anche se dispiace. Abbiamo clienti che per seguire le rappresentazioni o i concerti che proponiamo si spostano da Brancaleone o da Chiaravalle, se poi a mezzanotte arriva la volante e siamo costretti a chiudere tutto li perdiamo. È non possiamo permettercelo». Non gli si può dare torto, ma gli altri gestori non hanno il vostro stesso problema? «Certo, in tanti. C’è ad esempio questo bar che si trova nello stesso palazzo di un’ex educatrice. Bene, ti posso dire che lei fa di tutto per distruggere la clientela di questo posto». Da quanto ci hanno raccontato quindi solo bar, ristorante e un bel circolo delle bocce possono resistere nella città con il maggiore appeal della Locride. Turismo per la terza età. A questo punto prende la parola Karla, moglie, socia e anima di Paolo e dell’Ombligo. Lei in Calabria vive solo da quattro anni, ma all’Ombligo e nella Locride ha portato il suo sorriso e la vivacità messicana che la contraddistinguono. «Non essendo cresciuta qui, ho avvertito tantissimo la mancanza di libertà e di scelta in questa zona. Ed è per questo che abbiamo deciso di aprire un luogo diverso che offrisse cose nuove. Credo che più cose belle facciamo più aiutiamo questo posto a crescere». Il nuovo Ombligo sarà solo una copia del vecchio locale o avete qualche sorpresa? «Daremo sicuramente più spazio alla cucina», interviene a questo punto anche Karla, la colonna del locale e di Paolo. Parla poco ma è un elemento fondamentale del successo dell’Ombligo, porta il suo sorriso e la vivacità messicana nel grigiore della Locride. «All’inizio avevamo sottovalutato quanto potesse essere importante per un locale come il nostro la cucina, invece ci siamo dovuti ricredere. I piatti tex-mex che abbiamo proposto sono diventati una particolare ulteriore per il locale. Inoltre grazie al nuovo giardino potremmo restare aperti anche nel periodo estivo». «E vista la vicinanza con l’Ushuaia sicuramente saremmo l’ultimo dei problemi», chiude con questa battuta sui vicini scomodi Paolo. Il sorriso in questo caso però è amaro.
 
daviaijusu
daviaijusu il 14/02/15 alle 12:28 via WEB
Consorzio Alto Ionio Reggino, Giuseppe Arone con un esposto denuncia chiede la decadenza del presidente Costa LOCRI – Giuseppe Arone, componente del consiglio dei delegati del Consorzio Alto Ionio Reggino ha presentato a tutti gli organi di competenza un esposto denuncia per la decadenza del presidente Costa. Nel documento sottolinea tutti i passaggi che hanno portato a questa decisione. Ripercorrendo i fatti evidenzia come a dicembre del 2012 sia stato presentato un procedimento di decadenza che giace presso la struttura di controllo regionale, presentata una richiesta di annullamento di atti del consiglio dei delegati con data 6 novembre 2012, all’attenzione del presidente Costa, del direttore generale dell’assessorato agricoltura e del dirigente Calabretta, richiesta che come evidenziato nel documento “dorme” da allora e ancora una richiesta diffida di intervento della Regione Calabria, sempre dicembre 2012, indirizzata all’ex governatore Scopelliti, all’assessore Trematerra, alla struttura di controllo regionale agricoltura e alla Corte dei Conti di Catanzaro, tutt’oggi inevasa. Richieste alle quali si aggiungono quelle per tutta una serie di documenti direttamente al presidente del consorzio ed alla segreteria, sollecitati tramite PEC. “Tutto questo – si legge nell’esposto denuncia pervenuto in redazione – sotto il silenzio e la cecità più assoluta degli organi di controllo della Regione Calabria e non solo. A distanza di oltre due anni dalla richiesta di decadenza il presidente Costa continua imperterrito nella gestione solitaria, non consente una cognizione piena delle problematiche agli organi eletti democraticamente, ma che anzi sono continuamente mortificati nel loro ruolo”. A Costa, Giuseppe Arone contesta delibere d’urgenza per cercare di eludere il vincolo normativo – statutario per la nomina dei RR.UU.PP. progettisti e D-L_ per il piano attuativo di forestazione 2015. E ancora altre quattordici delibere tra cui la undicesima riguardante la nomina del nipote come progettista e direttore dei lavori, per la quale Costa si è astenuto mantenendo il numero legale della deputazione, cpn la presenza di tre su cinque. “Adozione della quale induce lo scrivente a rappresentare per l’ennesima volta i seguenti profili di illegittimità sui quali si chiede un urgentissimo ed inderogabile intervento degli organi regionali di controllo”. Citando disposizioni ed articoli di legge a sostegno della propria tesi Arone chiede di dare urgentissimo riscontro per iscritto ed intervenire con la massima celerità, in considerazione del fatto che “il quadro di gravissimo deficit gestionale e di illegalità diffusa nel Consorzio di Bonifica Alto Ionio Reggino, sta provocando numerosissimi e gravissimi disagi ai consorziati ed all’intera utenza. Evitiamo di dare impressione di trovarci ancora una volta nelle sabbie mobili di una gestione clientelare e familistica ai contribuenti ed a quanti con abnegazione lavorano nel consorzio”.
 
rossella.amata
rossella.amata il 14/02/15 alle 11:54 via WEB
Sembra che le denunce contro la costata del diavolo sono state portate in Procura, chissà se gli investigatori riusciranno a scoprire come un operaio o impiegato, lavorando al consorzio, hanno stipenti di 45/50.000,00 € l'anno. Stipendi da dirigente!
 
nella.merda
nella.merda il 14/02/15 alle 11:49 via WEB
NEL PAESELLO DI LINU U LATRU DA GURNA NIGRA LE TRUFFE LE ORGANIZZA PROPRIO LUI. (ANSA) - ISOLA CAPO RIZZUTO (CROTONE), 14 FEB - Una truffa da 80 mila euro ai danni dell'Agenzia regionale Calabria per le erogazioni in agricoltura (Arcea) è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Crotone, che ha denunciato la titolare di un'azienda agricola di Isola Capo Rizzuto per truffa, falso ed utilizzo di sigilli pubblici contraffatti. L'imprenditrice ha usato falsi documenti per avere i contributi. In un contratto di affitto di terreno figurava una persona deceduta 12 anni prima la data dell'atto.
 
proloco.caulonia
proloco.caulonia il 04/02/15 alle 17:11 via WEB
VOLEVAMO COMUNICARE AGLI INTERNAUTI DEL WEB AMICI DI POVERA CAULONIA CHE E' ATTIVO UN NUOVO BLOG, PRO LOCO CAULONIA. GRAZIE
 
nella.merda
nella.merda il 13/01/15 alle 17:51 via WEB
Scomparso tutto il legname degli alberi tagliati dentro e fuori il campo di calcio del paesello di linu u latru da gurna nigra affiliato alla locale e aspirante becchino. Dopo il danno causato con il taglio di alberi di oltre 40 anni, i ladri, delinquenti si sono portati a casa i ceppi per fare scarfare le mentecatte e la prole. VERGOGNA
 
 
 

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MANIFESTO DEI GIORNALISTI CALABRESI.

                          

Non è facile vivere in Calabria, non è facile scrivere di ‘ndrangheta, denunciare. Ma bisogna sacrificarsi per la libertà di informare. Ci hanno detto ‘siediti’ e ci siamo alzati, ci hanno detto ‘non fare questo, non fare quello’ e noi l’abbiamo fatto… Ci hanno detto ‘non scrivere’ e noi abbiamo scritto e continueremo a farlo. Non saranno proiettili, buste gialle, lettere minatorie a fermarci. Non sarà una macchina bruciata a fermare il nostro ardore, a frenare la nostra rabbia.

 

 

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