POVERA CAULONIA

RICCHI INTRALLAZZISTI & MISERABILI MESTIERANTI

 

Messaggi del 25/10/2012

SIGLATO L'INCIUCIO TRA IL PRIMO PAESANELLO E IL CAMPESITO. DOPO 7 MESI SIAMO ALL'ANNO ZERO. UN MILIONE IN MANO A LUCOTTO.

Foto di policaretto

SONO PASSATI 7 MESI DA QUANDO HANNO FATTO FINTA DI ACCORGERSI DELL'ARSENICO NELL'ACQUA, I PAESANELLI LA BEVONO DA OLTRE 20 ANNI NEL COMPLETO DISINTERESSE DI TUTTI. QUELLO CHE IL SINDACHEDU A SCRITTO SUL MANIFESTO E' TUTTO FALSO. IN ITALIA NON SI PUO' DISTRIBUIRE ACQUA CON PERCENTUALE SUPERIORE A 10. C'E' LA BARZELLETTA DELLA MINORANZA CHE DICE DI ESSERSI RIVOLTA AL PREFETTO. SUPPONIAMO CHE LA COSA NON SIA VERA. STRANO CHE IL RAPPRESENTANTE DELLO STATO ITALIANO NON SI SIA MOSSO! ALL'APPELLO MANCA L'ARPACAL, MANCA L'INTERVENTO DELL'UFFICIALE SANITARIO DELLA ASL (SAUB) CHE NON SI E' ANCORA INTERESSATO. QUALI GLI INTERESSI DIETRO A QUESTA INFAUSTA STORIA DI VELENI. NEGLI ANNI HANNO SPESSO CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO PER LA TARANTELLA (4/5 GIORNI DI SPACCIO, DI UBRIACONI E DI ARRICCHIMENTO PER I SOLITI IMBROGLIONI. OGGI SI DICONO DESOLATI PERCHE' IL PROGETTO DEL PREGIUDICATO DI FOCA' COSTA TROPPO. PERCHE' SE I CAULONIATI POSSONO AVERE L'ACQUA BUONA QUESTA SCELTA NON E' STATA FATTA 20 ANNI FA'!  PERCHE' INVECE DI BUTTARE UNA MONTAGNA DI EURO A MARE NON SI E' FATTA LA CONDOTTA CON L'ACQUA DELLE MONTAGNE.  PERCHE' INVECE DI BUTTARE UN MILIONE DI EURO, CHE LA PROVINCIA NON DEVE DARE, IN MANO AI PREGIUDICATI CHE HANNO GIA' BRINDATO CON LE LOCALI DELLA 'NDRANGHETA, NON SI PENSA A FARE UNA CONDOTTA PER L'ACQUA DELLE MONTAGNE?

Consorzio di bonifica alto Jonio reggino: Brizzi risponde a Costa Brizzi: ''Il presidente e' solo un burattino'' 
Da "La Riviera"    

       «Il presidente Costa, svegliandosi da un lungo letargo, per paura di cadere in consiglio sulla mala gestione dell’ente da lui governato, oggi sotto gli occhi di tutti ed in particolare dei consorziati, a oltre due mesi dalla richiesta di convocazione del consiglio dei delegati su argomenti importanti, scomoda anche il presidente della repubblica, citando con disonestà intellettuale e morale l'episodio dello scioglimento del comune di S. Ilario dello Ionio, per additare una presunta illegittimità del mio ruolo in seno al consiglio dei delegati del consorzio di bonifica alto ionio reggino». Risponde in maniera dura Pasquale Brizzi, delegato dei sindaci della Locride quale rappresentante degli stessi in seno al consiglio del Consorzio di bonifica Alto Ionio reggino, agli attacchi del presidente dell’ente Arturo Costa.

      «Sulla specifica questione  – ribatte Brizzi con veemenza – lo statuto parla chiaro, se il presidente Costa sa e vuole intendere. Il presidente non sa o fa finta di non saper leggere lo statuto dell’Ente. Lo invito quindi a leggere attentamente, o a farsi aiutare da un buon legale nel farlo, l’art. 17 il quale recita che i sindaci dei comuni il cui territorio ricade per almeno un decimo nel perimetro consortile designano “un membro” di diritto in rappresentanza dei Comuni ricadenti nel comprensorio, e quindi non un sindaco ma un “membro”.  L’atteggiamento arrogante ed irrituale di Costa è stato sonoramente bacchettato dal presidente dell’assemblea dei sindaci Giorgio Imperitura che, con  propria missiva, riaffermava la piena fiducia a nome di tutti i Sindaci a Brizzi. Una fiducia che onora e mi impegna ancor più a proseguire il mio mandato all'interno del Consorzio di Bonifica senza alcun tipo di condizionamento. Ripeto, senza alcun tipo di condizionamento.

       «Dopo la riconfermata fiducia dei sindaci, ancora con più impegno e dedizione mi dedicherò a portare fuori dal pantano e dalle nebbie in cui versa l’ente guidato dal presidente Costa il quale farebbe bene a controllare e vigilare meglio su alcune procedure dell'ente da lui governato, in assoluta solitudine, senza dare conto a nessuno – sottolinea ancora Brizzi -. Da oltre due mesi ho chiesto una serie di documenti per poter espletare il mio mandato da consigliere e a tutt'oggi non ho avuto nessuna risposta. Forse Costa non è abituato a governare nella trasparenza e nel coinvolgimento degli organi democraticamente eletti dagli agricoltori. Il signor Costa si preoccupa esclusivamente  di come potermi togliere dal Consiglio visto che sono una delle voci a lui scomode. Fino ad oggi il consorzio ha evidenziato una grave carenza di democrazia nell’agire, convocando pochissime deputazioni e deliberando spesso con delibere del solo presidente, anche senza presupposti di urgenza a ciò necessari. Costa si autoaccusa, addirittura, dicendo che volutamente non convoca il Consiglio. Credo a questo punto che dovrebbe essere qualche altra autorità di altro potere dello stato a preoccuparsi della gravità di questa affermazione. Costa cerca di spostare l’attenzione su falsi problemi.  Capisco il suo livore nei riguardi della mia persona e nei riguardi della mia attività di denuncia e di impulso all'interno dell'ente – conclude Brizzi - ma credo sia giunto il momento in cui lui cominci a dare conto del suo solitario operato agli agricoltori. Quegli agricoltori che pagano il tributo consortile e che non ricevono nessun servizio da parte dell'ente da lui amministrato.  Gli agricoltori, sono alla fame dopo essere stati per una intera estate alla sete. Ancora ad oggi aspettano l'acqua sul Condoianni, che pur essendo un “lavoro di somma urgenza” da oltre tre mesi ancora non è stato completato; mi spieghi il presidente così a cosa serve allora la somma urgenza. E mi fermo qui. Perché credo sia giunto il momento che anche la magistratura contabile metta mano alla gestione del Consorzio. Il quale, forse unico caso in Calabria, a quanto pare, sembra abbia fatto lavorare gli operai quando gli stessi erano posti in cassa integrazione. Attendo ancora le carte sul punto, onde accertare l’accaduto. Sono sicuro che ne vedremo delle belle!»

 


 
 
 
 
 

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Non è facile vivere in Calabria, non è facile scrivere di ‘ndrangheta, denunciare. Ma bisogna sacrificarsi per la libertà di informare. Ci hanno detto ‘siediti’ e ci siamo alzati, ci hanno detto ‘non fare questo, non fare quello’ e noi l’abbiamo fatto… Ci hanno detto ‘non scrivere’ e noi abbiamo scritto e continueremo a farlo. Non saranno proiettili, buste gialle, lettere minatorie a fermarci. Non sarà una macchina bruciata a fermare il nostro ardore, a frenare la nostra rabbia.

 

 

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