PRESENZA

LA BELLEZZA SALVERA' LA SCUOLA


Cara Francesca,ti scrivo in un momento di travaglio per la vita della scuola. C' è un disagio diffuso. Ti ho raccontato delle proteste di questo periodo. Il disagio parte da lontano. Non voglio attardarmi a descrivere questo disagio. E' sotto gli occhi di tutti.Mi piace dirti ciò di cui c'è bisogno. E' necessario favorire la maturazione negli studenti della consapevolezza dei propri talenti, di un rapporto positivo con la realtà sostenuto da curiosità e volontà, in grado di riconoscere le criticità e le opportunità che gli si presentano, capaci di assumere responsabilità autonome nella prospettiva del servizio inteso come contributo al bne comune. E' necessaria una scuola che guarda al futuro. Si tratta di contrastare l'impoverimento esistenziale e professionale della figura del docente. E' necessario sostenere un apprendimento degli studenti efficace, documentato, utile e dotato di senso. L'apprendimento è guardare il mondo con gratitudine. Curiosità, stupore e desiderio.Non posso nasconderti l'assenza di una volontà di miglioramento, con varie giustificazioni: politica (prima deve cambiare il quadro generale...), ideologica (tornare alla scuola di una volta); sindacale (con quello che prendo, ciò che faccio è già troppo).Come contrastare l'assenza di una volontà di miglioramento? Io ci sto provando con diversi tentativi. Ti ho scritto per metterti al corrente dell'ultimo tentativo in cantiere in questi giorni. Il 13 e il 14 dicembre si svolgeranno le "Giornate della Bellezza" per essere richiamati tutti all'essenziale dell'educazione. Senza la bellezza entra in crisi la possibilità stessa per l'uomo di esprimere se stesso e la sua identità. Nella scuole dove non c'è bellezza c'è la morte di quell'esigenza naturale di comunicazione di una vita e di un impegno vicendevole su cui si fonda una cultura e una civiltà.Interverranno varie personalità. Vescovi, direttori di giornali, comici, artisti e soprattutto poeti. Vogliamo mettere a tema un "cammino dello sguardo". Baudelaire, attraverso la bellezza cercava di spezzare il cerchio del positivismo che voleva chiudere la vita nella propria tomba: "E esso, questo immortale istinto del bello che ci fa considerare il mondo e tutte le bellezze come un riflesso, come una corripsondenza del cielo. La sete inestinguibile di tutto ciò che è al di là, e che rivela la vita, è la prova più viva della nostra immortalità".Ti racconterò di questo tentativo. Un accendino nel buio. Ciao angelo