PRESENZA

IL TEMPO DELL'IMPEGNO


C'è un disfacimento della vita civile e politica contraddistinta dai fatti della cronaca giudiziaria che interpella la coscienza di ognuno. Nessuno può sentirsi estraneo. L'indifferenza uccide. Non si riesce a vivere in modo stabile e costruttivo. Come nelle invasioni barbariche la gente non riusciva a vivere seriamente perchè da un momento all'altro arrivavano orde che distruggevano i loro raccolti faticosamente seminati, abbattevano le loro case, uccidevano e rapinavano. Non c'era un ordine costituito e qualunque uomo prepotente e violento poteva distruggere vite e depretare i beni...Così la gente vagava qua e là per sottrarsi alle continue minacce. Ad un certo punto i monaci hanno ricominciato a costruire. Hanno ricominciato a vivere intensamente il reale fino a ricostruire forme di vita vera per gli uomini. Siamo dentro la stessa burrasca. Abbiamo la necessità di ricostruire un tessuto umano. Abbiamo bisogno che tanti "io" si rimettano insieme per un ideale, per un avvenimento vero, per un ideale incontrato e sperimentato. In giro ci sono dei segni di ripresa di una responsabilità educativa, civile e culturale. In giro ci sono delle minoranze creative che hanno ricominciato a costruire senza guardare all'esito. In giro c'è gente che si spende per un ideale costruendo pezzi di società rinnovata. In giro c'è gente che guarda al destino di ognuno con un'affezione straordinaria. In giro c'è una nuova civiltà. Si tratta di estenderla, farla incontrare a tutti, renderla incontrabile e sperimentabile. I segni di una ripresa si mostrano dentro un'appartenenza ad un popolo che sa dove andare. Un popolo che ha ricominciato a credere, a impostare la sua vita sulla compagnia di un Infinito divenuto presente.