PRESENZA

I TENTATIVI DENTRO L'EMERGENZA EDUCATIVA


L'emergenza educativa chiede la responsabilità di ognuno di noi. Péguy descriveva il dramma dell'insegnamento così: "la crisi dell'insegnamento non è crisi di insegnamento, è crisi di vita". Si tratta di guardare in faccia questa situazione mettendo a fuoco la vera sfida che ci troviamo a vivere. Si tratta di un cammino di tanti "io" che mettono in atto dei tentativi. Uno dei tentativi è far riemergere la "bellezza" nelle scuole. Giornate di scuola aperta dove i ragazzi, gli insegnanti, i genitori e i nonni incontrano la bellezza attraverso la poesia, la pittura, il teatro, la lettura e la musica. Mossi dalla grande intuizione di Lewis che scrive:"Noi non ci accontentiamo di vedere la bellezza, anche se il cielo sa che gran dono sia questo. Noi vogliamo qualcos'altro, che è difficile esprimere a parole, vogliamo sentirci uniti alla bellezza che vediamo, immergerci in essa, diventarne parte".Questo può accadere ovunque. Si tratta di rilanciare una proposta educativa piena di fascino. Le giornate della bellezza riportano in primo piano l'attenzione alle esigenze originarie della persona. La scuola non può ridursi ad un meccanismo burocratico. La scuola è chiamata a recuperare il fascino di una proposta educativa che arrivi a proporsi alla libertà di tutti. All'origine di tentativi di risposta all'emergenza educativa non vi sta un'analisi dei bisogni degli alunni ma piuttosto la ricerca appassionata di condivisione del bisogno dell'altro.