PRESENZA

CI VORREBBE UNA CAREZZA DEL NAZARENO


"Ci vorrebbe una carezza del Nazareno". Enzo Jannacci sul Corriere della Sera del 6 febbraio ha acceso un accendino. Un accendino nel buio delle analisi. Un accendino che ha aiutato tutti a dare un giudizio.  Ha colto tutto il dramma dell'uomo di fronte ad Eluana. Ha colto il dramma di ognuno di noi di fronte al dolore e alla malattia. Fiumi di inchiostro sul caso Eluana non hanno reso come l'intervento di Jannacci. Le polemiche ideologiche sono state azzerate.  Altro che retorica. Siamo stanchi della retorica .Nella stessa intervista dice:"L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque".Che profondità, che ampiezza di orizzonti di fronte a tanti che si dichiarano intellettuali. L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato. Non siamo proprietari dell'esistenza. Non siamo padroni dell'esistenza. C'è un problema di senso. C'è un problema di significato. Dobbiamo riempire di senso l'esistenza. Possiamo "riempire di senso" una vita quando ci troviamo davanti a una persona come Eluana? Possiamo "riempire di senso" la vita quando viviamo il dramma della sofferenza. Possiamo scommettere sulla vita quando tutto non gira secondo i nostri progetti? Possiamo vivere con dignità portando la sofferenza? Da soli è impossibile. Da soli non ce la facciamo. Occorrono volti. Occorre una storia. Occorre una Presenza. Occorre una carezza per abbracciare il dolore e la sofferenza. Occorre una carezza del Nazareno.