PRESENZA

LA TRISTEZZA


E' impossibile censurare la tristezza giocando con la vita. Chi censura la tristezza deve trascurare l'io e la realtà. Quando vivi senza censure ti imbatti nella tristezza. Quando attraversi tutta la realtà ti accorgi della insoddisfazione. Ieri ho ricordato i versi di Rebora: "Qualunque cosa tu dica o faccia c'è un grido dentro: non è per questo, non è per questo". Qualunque circostanza viviamo ogni cosa ci rimanda sempre più in là. Tutto rimanda ad una domanda attraverso la misteriosa tristezza. Tentiamo di nasconderla in un angolo. Ci sentiamo inadeguati a stare con gli altri vivendo l'esperienza della tristezza. E' più facile barare. E' più facile mettere in un cantuccio questa tristezza fingendosi baldanzosi. Una compagnia è vera quando non censura niente dell'umano. Dobbbiamo aiutarci a capire questa dimensione fondamentale della persona. L'esperienza dell'io è significativa quando valorizza tutti i fattori della dinamica umana. Si tratta di prendere sul serio la vita. Succede che in una giornata di sole l'insoddisfazione ultima si insedia nel tuo cuore. Succede che un incontro importante per te si scioglie di fronte alla insoddisfazione ultima. Non possiamo colpevolizzare nessuno. Non possiamo censurare l'umano fino a scaricare sugli altri questa insoddisfazione intima. Non possiamo censurare questa caratteristica dell'umano non pensandoci. La censura delle cose fondamentali nella vita castrano la persona. E' necessario mettere a tema questa insoddisfazione per affondare di più sull'umano. Tale tristezza può costituire la statura della vita e il sentimento del nostro destino. Di fronte a questa esperienza le gioie a buon mercato diventano banali. Questa meravigliosa scoperta ti appassiona al tuo cuore oggettivo. La percezione della tristezza ti spalanca ad un presentimento nuovo di vita, qualcosa che aumenta la possibilità di certezza, di gioia, di crescita, di speranza.