PRESENZA

TRISTEZZA E DESTINO


Le maschere di carnevale non impediscono di rovistare dentro la vicenda umana di ognuno. Le maschere non impediscono di guardare dentro l'io. Quando ti togli la maschera rimani con"(...) uno spron (che) quasi mi pungeSi che, sedendo, più che mai son lungeDa trovar pace e loco".(G. Leopardi)Non possiamo restare con la maschera per continuare il carnevale per il resto dei giorni. Si tratta di essere consapevoli della tristezza che si identifica con la coscienza della statura della vita e con il sentimento del suo destino. Nascondere la tristezza e riemetterla in un angolo vuol dire non prendere sul serio le nostre esigenze umane. Anche quando facciamo un'esperienza bellissima riemerge una insoddisfazione ultima, una mancanza, un desiderio di pienezza che nessun carnevale può riempire. Non si tratta di accontentarsi distraendoci dalle cose fondamentali.  Non possiamo fare a pezzi l'io vivendo un dualismo permanente. Uno, nessuno, centomila. E' necessario vivere all'altezza dei propri desideri per guardare la vita nella sua serietà e profondità.