PRESENZA

NON SIAMO CONDANNATI A VIVERE DA SOLI


Non siamo condannati a vivere da soli. Non siamo condannati a rimanere impantanati e ripiegati su noi stessi. Non siamo condannati a censurare sistematicamente le domande che nascono nel profondo del nostro cuore. Per poter guardare la vita nella sua serietà  è necessario gridare tutta la nostra apertura alla realtà e camminare insieme agli altri.  Diventa decisivo cercare volti, storie, vicende umane che possano sostenere la risposta alle nostre domande. Per molti, è serio il problema dei soldi, è serio il problema dei figli, il problema dello studio, il problema affettivo, il problema della salute, è serio il problema della politica, per il mondo tutto è serio eccetto che la vita. Succede anche a noi. Parcellizziamo, scomponiamo, dividiamo, procediamo a settori. E' come se facessimo fuori il problema della vita e del suo significato. Ma cosa è la vita più che il problema dei soldi, della carriera, del rapporto tra l'uomo e la donna, del lavoro e della politica? Che cosa implica la vita più di queste cose. Non possiamo rischiare di vivere correndo dietro un particolare. Non possiamo censurare la grande questione del significato. Lo scopo di tutto caratterizza ogni nostra scelta. Lo scopo di tutto ci aiuta a non assolutizzare un particolare. Lo scopo di tutto alimenta una tensione che ci costringe a guardare sempre l'essenziale. Per questo l'urgenza è un significato. L'urgenza è un significato che riesca a mobilitare l'io dentro la realtà tutta. Non ci sono scorciatoie. Si può vivere senza tante cose, ma non senza un significato. Possiamo fare a meno di tante cose ma non del significato. Tutto il nostro io grida l'esigenza di un significato. Cosa vale conquistare il mondo se poi perdiamo noi stessi?