PRESENZA

LA RAGIONE E LA SPERANZA


La ragione umana, per sua natura, tende alla speranza. La ragione umana tende all'infinito, tende a qualcosa che essa non può comprendere appieno, ma di cui riconosce la presenza. Siamo sempre tesi a riconoscere il Mistero che si palesa nella realtà. Noi siamo fatti così. Chi può contraddire questa evidenza che si impone? L'uomo è fatto per essere in rapporto con il mistero ultimo, così che tutto quello che di finito egli incontra lo rimanda, lo richiama a quella realtà profonda. Ogni cosa durante la giornata ci rimanda a questa evidenza. Ogni cosa ci richiama ad una realtà profonda. Un uso della ragione così ci spalanca alla speranza. Un uso della ragione come apertura all'infinito, anzichè misura di tutte le cose, è una questione fondamentale per ognuno di noi. Non importa il nostro credo e i nostri interessi particolari. Un uso non ridotto della ragione e un approccio curioso, desideroso di scoprire, di guardare le cose fino in fondo, di leggerne i segni, permettono all'esistenza individuale un rapporto più vero con la realtà. Si tratta di guardare alla ragione e alla speranza per la strutturale esigenza di infinito di ognuno di noi.