PRESENZA

L'UNCINETTO E IL TERREMOTO


Maria D'Antuono ha novantotto anni ed è uscita viva dalle macerie dopo trenta ore. E' rimasta prigioniera sul letto tra le macerie nel paesino di Tempera. Salvata ha dichiarato che ha lavorato tutto il tempo con l'uncinetto. Maria è l'Abruzzo. Maria è la storia del nostro popolo. Maria è l'Abruzzo antico e sempre nuovo. L'Abruzzo della tradizione viva e vera. Ci siamo commossi fino alle lacrime per Maria. Abbiamo addosso la memoria di un popolo amico del Destino. Mentre tutto intorno sentiva le urla di disperazione e il rimbombo dei soccorsi Maria faceva l'uncinetto. Maria è una donna che rappresenta un popolo in ginocchio ma non disperato. Un popolo in ginocchio che vive il suo Venerdì Santo in attesa della Resurrezione di Cristo. Popolo martoriato, popolo trafitto, popolo dentro il dolore che attende la Resurrezione. Maria è segno della speranza certa. Maria è segno di una tradizione viva spesso abbandonata per idoli passeggeri. L'Abruzzo forte e gentile in quest'ultimi anni ha spesso dimenticato le sue radici, le sue fonti, la sua fontana vivace. I nostri padri ci hanno abituato al sacrificio, all'amore, alla fede, alla lotta, al riconoscimento di un destino buono. Il terremoto ci restituisce Maria che è l'anima del nostro popolo. Maria ha lavorato con l'uncinetto certo di un destino buono nella vita o nella morte. Noi poveri moderni vogliamo imparare da lei per essere certi delle poche e grandi cose. Certi della morte e della resurrezione di Gesù Cristo.