PRESENZA

CRISTO VINCE TRA LE MACERIE DEL TERREMOTO


C'è il Venerdì Santo. Si sente nell'aria. Si avverte nel nostro cuore e nella nostra carne trafitta. C'è la morte che si aggira per le strade dellla nostra amata regione. E' entrata senza bussare nelle case travolgendo tutto e tutti. Nonostante il progresso e la scienza la signora morte si aggira senza ripensamenti. Non ha voluto portar via il signor Bruno e la signora Delia. Ieri mi hanno raccontato la scena drammatica di quella notte. La casa sballottata, il letto impazzito e Bruno che desiderava ritrovarsi sotto il soffitto prima possibile. E poi con paura e tenerezza ha invitato sua moglie Delia a coprirsi con le coperte. Gli altri non ce l'hanno fatta. Oggi sfileranno con il Cristo morto. Gesù è in compagnia con i bambini, i ragazzi dell'Università, il popolo forte e gentile. La processione silenziosa del popolo in croce che offre se stesso. E' questo il senso della vita. Cosa vale la vita se non per essere donata? Eppure la morte è disgregazione, lacerazione, strappo che si frappone tra l'uomo e il suo compimento. La morte è morte. Per le strade si cerca chi vince. Non si tratta solo di una partita. Questa volta è in ballo la vittoria sulla morte. Se Cristo non vincesse la morte sarebbe una favola raccontata ai bambini. Se Cristo oggi non attraversasse le strade dell'Aquila e dell'intero abruzzo sarebbe una predica. Tutto ridotto a dei buoni sentimenti. Cristo oggi si piega sul popolo. Cristo oggi cammina sulle strade carnalmente. Cristo oggi vince la morte. Non la morte degli altri. La mia morte, la tua morte, la morte dei nostri amici abruzzesi, la morte del popolo, la morte della speranza, la morte della certezza, la morte del borghesismo, la morte dell'io. Pieni di dolore, miserabili ma certi della morte e della resurrezione.