PRESENZA

TERREMOTO ED EDUCAZIONE


Non dobbiamo censurare niente. Non dobbiamo dimenticare niente. Torneremo tra i banchi con il desiderio di non chiudere le domande. L'incubo del terremoto terrà desta la domanda sul mistero della vita e della morte. C'è bisogno di una educazione che arrivi a sostenere la speranza. C'è bisogno di educazione che dia senso ad una comunità scolastica, alla vita e alla morte, alle vittime, ai sopravvissuti. Un popolo segnato dalla croce e dall'irrompere del dolore ricomincia dall'educazione. Non c'è bisogno di analisi. Si ricomincia dalla condivisione e dall'abbraccio del dolore.Per spiegare il dolore è necessario condividerlo. Un evento misterioso ha squassato le nostre coscienze riempendole di domanda. Nulla è come prima. Nulla ci resta indifferente. Ricominciamo dall'educazione immergendoci con tutta la nostra umanità, in questo abisso di misericordia che è l'educazione come avvenimento. Il tempo ci è dato per continuare a vivere chiedendo le ragioni del dolore. Il tempo ci è dato per essere protagonisti della speranza. La vita ci è data per riconoscere il mistero dell'esistenza abbracciato ad una croce e poi risorto. Da qui rinasce il popolo e l'educazione.