PRESENZA

IL TERREMOTO E LA FEDE


In questi giorni chiediamo la fede. La consistenza nostra si gioca sulla fede. La cultura, la storia e la convivenza umana, si fondano su questo tipo di conoscenza che si chiama fede, conoscenza per fede. La nostra cultura si fonda sulla fede. Le nostre radici si fondano sulla fede. La nostra fanciullezza ha respirato la fede per incontrare la realtà. Dopo è successo qualcosa. Negli anni abbiamo respirato un'altra cultura. Ci hanno tolto Dio dalla vita. Dio non è stato più un problema. Diceva un mio professore: "Dio se c'è non c'entra". Dio se c'è non c'entra con la vita. Ci hanno tolto la fede. Ci hanno tagliato le ali. Ci hanno tolto il respiro quotidiano. Siamo stati addomesticati dalla riuscita. Ci hanno fatto correre dietro le farfalle. Oggi dobbiamo rivedere tutto. Siamo in tempo. Nulla è perduto. Non dobbiamo rinnegare nulla. Il livello più grande della vita è quello che riguarda il destino. Non dobbiamo trascurare niente della nostra persona. Nulla è emarginato dell'io. La ragione con la fede si impegna a fondo, in modo vivo e potente. Siamo in tempo per cambiare. Siamo in tempo per chiedere. Non dobbiamo fare nulla. Si tratta di chiedere l'aria per respirare. E' inconcepibile vivere senza la fede. Una vita senza la fede è assurda. La fede dei nostri padri. La fede che ti abbraccia. La fede che muove la libertà. La fede che ti fa fa abbracciare tutte le circostanze. Va da sola. E' naturale credere che non siamo venuti dal nulla. E' naturale che tutto il nostro cuore chieda al Mistero dell'Essere la strada, la luce, l'affettività, la semplicità, la vita. Domandiamo tutto.