PRESENZA

IL TERREMOTO DELL'IO


La terra trema ancora in Abruzzo. L'io trema in tutta Italia. Il nostro povero io polverizzato. Il terremoto più imponente è l'io frammentato. La settimana scorsa il Corriere della Sera usciva con un editoriale di Isabella Bossi Fedrigotti dal titolo: i nostri figli senza maestri. L'essere senza maestri e senza punti di riferimento genera il terremoto dell'io. Occorre che l'io ritrovi il suo cuore. Nessuno è estraneo da questa vicenda. Nessuno è fuori da questo dramma. Nessuno è estraneo da questo grande terremoto. La persona è come smembrata, ridotta ad un fascio di reazioni. L'io è dissolto. L'io vive soltanto a livello di reazione superficiale. Ognuno di noi teme le catastrofi ma la più grande catastrofe  è la perdita di gusto. Non si può vivere senza gusto e senza senso. Si tratta di una vera e propria anoressia dell'umano. Dalla frammentarietà dell'io deriva una frammentarietà della vita. Viviamo con la maschera attaccata addosso. C'è bisogno di una riscossa. L'io non può rimanere imprigionato a lungo. Si tratta di desiderare la rinascita dell'io. Dobbiamo ricomonciare il viaggio della vita. Il nostro cuore, il nostro io è inquieto finchè non riposa nella sua casa. Esite una meta e una strada. Che il cuore desideri la meta e la strada.