PRESENZA

IL MESTIERE DI VIVERE


Il mestiere di vivere fa i conti con il dolore innocente. L'io di ognuno è interpellato continuamente di fronte al dolore innocente. Quante volte di fronte al terremoto siamo rimasti muti davanti alla sofferenza. Quante volte in questi giorni rimaniamo in silenzio davanti ai racconti degli sfollati.  Di fronte al dolore restiamo ammutoliti. Il nostro respiro diventa domanda di significato. C'è un dolore che chiede ragioni adeguate per attraversarlo tutto. Non è umano censurare il grido di ogni uomo di fronte al dramma della sofferenza. L'Antico Testamento con Giobbe e Isaia, la letteratura moderna con Dostoevskij e Camus: da sempre l'uomo è in cerca di comprensione per la sofferenza provata. Ne la Peste di Camus, Rieux dice: "Mi rifiuterò fino alla morte di amare questa creazione dove i bambini sono torturati". Riemerge tutta l'incertezza dell'uomo rispetto alla positività della realtà. C'è lo scandalo della sofferenza e della prova. Eppure per costruire bisogna passare attraverso la fatica, la prova, anche se non è la fatica che esaurisce lo scopo. Il dramma del terremoto ha scosso fin dalle fondamenta un popolo che passa attraverso la prova e invoca il segreto mistero della speranza che riaccade  dentro il dolore innocente.