PRESENZA

VIVERE LE CIRCOSTANZE


Siamo chiamati a vivere le circostanze. Siamo chiamati a vivere da protagonisti dentro tutte le circostanze. Non esistono "terremoti" che possono schiacciare l'io. Sconvolti ma non disperati, tribolati da ogni parte ma non schiacciati. Non possiamo vivere la vita soccombendo all'anestia totale che crea la nostra società. Tutti i giorni siamo sottoposti a questa anestia. Perfino la vacanza è immaginata come momento per fuggire dalle circostanze quotidiane. Da questa anestia deriva la perdita del gusto di vivere. Da questa anestia deriva il cinismo che spesso si insedia nei luoghi dove viviamo. Tutto diventa "liquido". Gli istanti scorrono e non diventano storia personale. Viene tranciato l'io e il sentimento di sé. Diventiamo estranei a noi stessi. Le parole rappresentano una maschera. Non esiste nessuna verità ma solo rappresentazioni. Non siamo più attaccati a noi stessi e al mondo. Si perde lo stupore per la realtà che c'è e ci viene ridonata continuamente. Il compito dell'educazione è importantissimo. Educazione come affronto di ogni circostanza che ci sfida per far venire a galla la nostra posizione nei confronti del mondo. L'educazione come avvenimento che ci ripropone il senso di ogni circostanza. E' davanti alle circostanze anche le più drammatiche che si pone in evidenza la consistenza dell'io, la consistenza di una posizione culturale, la sua capacità di reggere davanti a tutto.