PRESENZA

L'IMPATTO CON LE COSE


Quando la giornata si avvia alla conclusione si riflette su tutto quello che è accaduto  con gratitudine. La gratitudine per quello che ci è stato donato di vivere. Tornano gli appuntamenti. Riemergono le cose dette o non dette. Ritornano i volti che hai incontrato. Non rimane solo l'impatto che le cose provocano. Non rimangono solo le emozioni provocate da questo impatto. C'è qualcosa di più. Qualcosa dentro qualcosa. Qualcosa dietro e dentro ogni incontro.I volti esprimono tutto. L'esperienza è qualcosa che si attacca al nostro cuore e alla nostra anima fino all'eterno. Oggi mi porto dietro le facce di quella classe che ho avuto modo di conoscere per la prima volta. Ho scritto alla lavagna la parola "realtà" e ho chiesto a tutti di stare di fronte ad essa. Sono venute fuori parole come "presente", "futuro", "passato", "emozioni", "imprevedibilità", "sorpresa". Ho chiesto con insistenza di stare di fronte al reale con una domanda. Ho chiesto di non censurare le domande. Ho chiesto di stare di fronte al reale accusando il contraccolpo dell'essere. Desideravo metterli di fronte a quello che accade nel reale. Ho guardato i loro volti, le loro domande, le loro paure. La scuola non può trascurare le domande fondamentali della vita. La scuola non può trascurare le discipline come finestre spalancate verso il reale. La scuola non può censurare l'esperienza che è il capire una cosa, lo scoprirne il senso. E' una scommessa totale.