PRESENZA

LA RETE IMPAGLIATA


   In questi giorni la rete sta evidenziando il suo lato oscuro. Una ragnatela senza cuore e senza testa. La rete tira fuori il linguaggio dell'odio. C'è bisogno di individuare il nemico. C'è bisogno di sparare parole di odio. C'è bisogno di schierarsi contro. Si diffonde il fanatismo. Il Web è invaso da minacce  e insulti. Ho perso da tempo la lucidità nel leggere i fenomeni politici. Sono rimasto al servire il popolo. Sono rimasto ai contenuti.  Mi sembra evidente che il sonno della ragione stia producendo uno spappolamento del nostro popolo. Manca l'appartenenza. Si è predicato per anni che la libertà è assenza di legami e di storia. Si è detto che si può diventare grandi senza appartenere a niente e a nessuno. Nessuno si scandalizzi. L'io dei nostri tempi è nessuno. La comunità è avere qualcosa in comune, è essere chiamati a vivere insieme e a riconoscere di avere qualcosa in comune. Questa è la sfida educativa che ci attende domani.  Nelle nostre aule  è necessario lavorare  per rimettere al centro il destino del nostro popolo. Nelle nostre aule pian piano dobbiamo riaccendere il desiderio. C'è la grande tentazione di ridurre l'apparenza della realtà a nulla, a negazione della stessa realtà. La malattia mortale del nostro tempo è il nichilismo opaco che tende ad azzerare il desiderio di ognuno. Nulla è così umanamente positivo come una concezione della realtà come segno, delle cose come aventi in sé una scintilla dell'unica luce.