PRESENZA

LA SFIDA EDUCATIVA


Ti capita di assistere a tante discussioni sui ragazzi. E' uno sport diffuso. Alcuni lo fanno per mestiere pubblicando libri e partecipando a programmi televisivi. Naturalmente anche gli uomini e le donne di scuola partecipano a questi forum. Pian piano interiorizzi modi di dire: questi ragazzi non hanno le basi/tutta colpa delle elementari/tutta colpa della scuola media inferiore/ Tutta colpa della famiglia/non hanno un metodo di studio/ non studiano/ sono svogliati/ non seguono/ sono sempre piu' superficiali/immaturi/fragili/disimpegnati/disinteressati/passivi. Ti capita di rovistare dentro ogni parola per capire. Ti capita di guardare la faccia degli adulti che pronunciano abitualmente queste parole.  Tante analisi scontate. Alcuni diventano noiosi e ripetitivi.  Eppure non si può negare la fatica che fa la nostra società (la nostra società siamo noi) a trasmettere le ragioni del vivere, cioè ad introdurre veramente al reale. E' inutile negare la fatica che si fa ad interessare i ragazzi.E' inutile negare la fatica che si fa nelle nostre scuole per motivare i ragazzi alllo studio. La domanda è semplice. Come destare l'interesse dei ragazzi? Come destare la curiosità? Come destare lo stupore? Come generare il soggetto? Come generare l'io? Capisco che questo è il punto. Non possiamo sottrarci a queste risposte. Spesso si favoriscono discussioni intorno alle riforme. Troppo facile evadere. La questione che rappresenta la prima sfida non è la riforma, ma il rapporto tra alunni e docenti. In quale modo dobbiamo metterci davanti ai ragazzi per introdurli al reale?