PRESENZA

LA RIVOLUZIONE DI LORENZO


Caro don Lorenzo,come ben sai questo è il tempo degli scrutini. Ci troviamo per valutare i ragazzi. E' inutile negarti la fatica che facciamo nel valutare i ragazzi. Sono note le tue denunzie verso la scuola di Stato, selettiva, che emergina i più deboli e privilegia i pochi fortunati. Anche noi facciamo la nostra parte. Tu hai sempre parlato della scuola come la capacità di dare la parola, di farla capire, di aprire le menti ed i cuori e di raggiungere gli altri. Tu hai vissuto l'esperienza di una scuola nuova. Spesso rileggo la lettera che hai scritto a Don Bensi quando dici che il poter studiare non è un sacrificio ma è una grazia e va pagata cara, più cara del costo del lavoro dei campi. Se no la scuola è corruttrice e sforna bellimbusti pretenziosi e viziati. Altri problemi sfiorano le teste dei nostri politici e dei nostri intellettuali. Voglio ricordarti con tenerezza quella conferenza da te tenuta a Firenze nel 1962 con i direttori didattici. Te la ricordi? Tutti ben preparati volevano conoscere il segreto della tua scuola e tu con ingenuità hai esordito : "Se mi domandate perchè faccio scuola, rispondo che faccio scuola perchè voglio bene a questi ragazzi". Tu riuscivi a far amare la scuola e tutto quello che si insegnava a scuola, perfino la matematica. E noi?