PRESENZA

NON DIMENTICHIAMO L'AQUILA


Lunedì riparte l'avventura aquilana della "città dei ragazzi".  Tornano i volontari. Non dimentichiamo l'Aquila. Nei container azzurri nei pressi di Piazza S.Elia riaccade un fenomeno strano: l'educazione come creazione di personalità e di storia. L'educazione come costruzione della città. L'educazione come perdono di ogni diversità. Un "cantiere aperto", un rischio in atto. Niente di definitorio o definitivo, se non la certezza di un cammino buono, iniziato da un gruppo di presidi e insegnanti. Al di là delle sigle è accaduto di incontrare la speranza e abbracciarla. La speranza si è presentata nel momento più difficile. La speranza si è presentata appena dopo il terremoto. La speranza si è palesata in un rapporto di amicizia e di amore. Senza sentimentalismi. Tra le tende abbiamo sperimentato l'essere tribolati ma non schiacciati, sconvolti ma non disperati. Quella esperienza oggi continua. Senza polemiche e recriminazioni. Si tratta di far vedere che è possibile ricostruire attraverso l'avvenimento dell'educazione. Facendo vedere: cioè portando la gente, coinvolgendo le persone, producendo un atteggiamento di vita, gesti di vita, rapporti vitali, strutture che siano risposte ai bisogni della vita, in cui l'umanità si risvegli per vivere intensamente la realtà. L'educazione possibile irrompe di nuovo in una città martoriata dalle polemiche e dal sospetto.