PRESENZA

RICOSTRUIRE L'AQUILA


Il giorno dopo gli scontri di Roma. Il giorno dopo l'amarezza. Il giorno dopo le manganellate. Potevano essere evitate? C'è qualcuno che sta giocando allo sfascio? C'è qualcuno che cerca lo scontro? A Roma si chiedeva lo scaglionamento su più anni del pagamento delle tasse. Nelle stesse ore quello scaglionamento veniva deciso dal Governo. E' possibile un dialogo sereno? Si possono evitare spintoni puntando sui palazzi del potere? Si può cercare la via del dialogo? Possono dialogare e costruire insieme le istituzioni? Non è che qualcuno per coprire le proprie responsabilità alza i toni dello scontro? E' necessario ragionare per ricostruire prima delle case uno spirito di collaborazione per il bene comune. Quello che ha funzionato è la macchina dell'emergenza. Si è messa in moto in poche ore e nei primi due giorni ha assistito 28mila persone. Una cifra che sale a 67.500 persone tra le 171 tendopoli allestite nella zona del cratere e gli alberghi sulla costa. Il costo delle operazioni è stato di 456 milioni di euro. Per rispondere alle esigenze abitative viene previsto un piano con 4.449 appartamenti che hanno dato un tetto a 15mila persone nel capoluogo. Il Paese ha risposto con il cuore. Le donazioni arrivate alla Protezione civile toccano 67 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 22 milioni gestiti dagli Enti locali. La prima fase è stata gestita bene. Rimane la ricostruzione del Centro storico tuttora paralizzato. All'Aquila si costruisce, ma non si ricostruisce. La riparazione degli edifici con lievi danni (B e C) va avanti a rilento, così come arranca anche la ricostruzione dei palazzi con forti danni strutturali (E).Il Comune dell'Aquila fino ad oggi ha evaso quasi 8360 domande per il contributo definitivo su un totale di edifici censiti pari a 20mila (nell'intero cratere gli edifici censiti sono 71mila). Circa 26mila persone vibono ancora fuori dalle loro case. Il Comune non può nascondere le sue responsabilità. L'impressione è che si muova con molta lentezza...