PRESENZA

AQUILANI FERITI DAI LORO AMMINISTRATORI


Gli aquilani sono feriti dai loro stessi amministratori che amano più i cortei che la concretezza della ricostruzione. La gestione dell'emergenza è stata affrontata bene. Manca la concretezza degli enti locali. Ognuno deve assumersi la propria responsabilità. Troppi abbandoni nel Comune dell'Aquila descrivono l'immobilismo e l'incapacità a gestire una situazione complessa. Lo stesso dimissionario Cordeschi che è stato direttore generale del Comune ha puntato il dito contro una macchina ferma. Così dice nella sua lettera al sindaco: "Una serie infinita di divergenze relative al funzionamento della macchina ammnistrativa che, purtroppo non cammina come dovrebbe a causa di continue "iingerenze" e "censure" da parte della politica, soprattutto di una giunta, per molti versi, inadeguata, supponente e arrogante che bada più alla propria immagine che agli interessi della città...". Cordeschi è stato chiaro. Si parla di una giunta inadeguata e arrogante. Per non parlare delle dimissioni dell'assessore Masciocco. C'è uno scontro nella maggioranza. Alcuni giorni fa l'uscita dal Pd dell'ex consigliere provinciale Gabriele Perilli seguito da un altro addio, quello del consigliere comunale Francesco Valentini. Uno strappo imputabile, per Valentini, "all'incapacità mostrata dal sindaco Cialente e dal suo esecutivo. In una lettera al presidente del consiglio comunale scrive: "Si resta esterefatti dinanzi alla mancanza di corrispondenza tra ciò che viene detto e ciò che poi viene (o non viene fatto)". Degli 8,5 miliardi del decreto abruzzo sono disponibili solo due. Bisognerebbe spenderli. Bisogna fare in fretta. Non c'è da perdere tempo. Questo vale anche per Chiodi, presidente della Regione. Meno presenzialismo e più concretezza. C'è da lavorare insieme per il bene comune. C'è da ricostruire una comunità. Costruzione di forme locali di comunità al cui interno la civiltà e la vita morale e intellettuale possano essere conservate.