PRESENZA

CORI DA "LA ROCCA"


Ho ripreso i Cori da "La Rocca" di Eliot. Un testo che ci ha affascinato fin da ragazzi. Si capisce con gli anni. Si comprende un pezzettino alla volta. Lo dico sempre agli studenti. Come i bambini. Scrive Eliot: Dov'è la Vita che abbiamo perduto vivendo? Dov'è la saggezza che abbiamo perduto sapendo? Dov'è la sapienza che abbiamo perduto nell'informazione?". Si comprende dentro la grande confusione. Si intuisce in una immane congerie di messaggi. Abbiamo bisogno, come del cibo, di chiarire la sua poesia. Abbiamo bisogno di riprenderci la vita che abbiamo perduto. C'è da gustare una saggezza e una sapienza che abbiamo abbandonato. Per chi? Perchè? Questa è l'emergenza educativa nel nostro Paese. Questa è la crisi delle nostre scuole. Possiamo ricostruire le case all'Aquila senza tempio? Abbiamo bisogno di trovare un punto da dove ripartire sempre.  Il potere riesce ad addormentarci lentamente. Si fa aiutare dal caldo. Non abbiamo tempo da perdere. Non leggiamo per distrarci. Leggiamo per far emergere le nostre esigenze fondamentali: l'esigenza di felicità, l'esigenza di trovare la strada, l'esigenza della verità, di capire il senso del tempo, delle sofferenze, del vivere. Tutta la confusione non può evitare l'emergere del nostro cuore. Questo accade quando ti trovi davanti alla bellezza. La poesia dei Cori è stata a torto relegata tra le opere minori mentre la statura e l'importanza di Eliot non sono comprensibili a prescindere da un serio esame di queste pagine. I versi di Eliot ci guidano per ricostruire l'umano, per ricostruire la scuola, per ricostruire le città distrutte. L'uomo agisce in mezzo a continue rovine, cioè a quelle perdite di significato che il tempo onnivoro gli propone.