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Ilva, Vendola: la situazione precipita, anticipare udienza Consulta per valutare legge 231

Post n°30 pubblicato il 18 Gennaio 2013 da portorecanatimagazin
Foto di portorecanatimagazin

Il governo ha convocato per stasera una riunione urgente che sarà presieduta dal presidente del Consiglio Mario Monti sulla situazione dell’acciaieria tarantina dell’Ilva con sindacati, Confindustria e vertici dell’azienda, mentre prosegue la protesta dei lavoratori preoccupati per il futuro dello stabilimento. Il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, chiede che l’Avvocatura dello Stato presenti istanza di anticipazione dell’udienza. “La costituzionalità della legge 231 [salva Ilva]è dirimente nel prosieguo di qualsiasi attività e condiziona in modo evidente sia il futuro dell’Ilva”, scrive in una nota.

«Prendo atto del grande sforzo compiuto dai giudici della Corte Costituzionale- continua Vendola- nell’aver fissato in tempi così rapidi l’udienza, e di questo li ringrazio profondamente, ma il veloce precipitare degli eventi, cui stiamo assistendo in queste ore a Taranto, rende opportuno una ulteriore accelerazione. Il grave stato di incertezza cui versano i cittadini del capoluogo ionico e i lavoratori dell’Ilva non fa affatto bene. Per questo chiedo che il Governo incarichi l’Avvocatura dello Stato affinchè presenti istanza di anticipazione dell’udienza alla Corte Costituzionale. Del resto la straordinarietà e l’unicità dell’evento richiedono risposte altrettanto straordinarie ed uniche in grado di rassicurare tutti i cittadini, non solo tarantini, sulla capacità dello Stato, nel suo complesso, di gestire un’emergenza di tale portata», conclude Vendola. La Fim-Cisl ha proclamato uno sciopero nel sito che ha portato al blocco degli impianti con l’obiettivo di ottenere risposte dai vertici dell’azienda. “In poche ore lo stabilimento è stato paralizzato: fermi gli impianti dell’acciaieria 1 (dalle ore 01,00 di questa mattina), acciaieria 2 e altoforno 5; a breve si fermerà (per 48 ore) anche l’altoforno 4″, si legge nel comunicato diffuso oggi dal sindacato. La Uilm chiede che non si fermi la produzione e che si applichi il cosiddetto “decreto salva Ilva” che consente l’utilizzo degli impianti e il dissequestro della merce. Al momento è in corso un contenzioso tra il tribunale di Taranto e il governo sul quale dovrà pronunciarsi la Corte costituzionale. La procura tarantina sostiene che governo e Parlamento, togliendo i sigilli giudiziari agli impianti attraverso un decreto trasformato in legge, abbiano ostacolato l’esercizio dell’azione penale interferendo con l’inchiesta in corso contro i vertici Ilva e la famiglia Riva che ne è proprietaria. La decisione della Consulta è attesa per il 13 febbraio. Apocalittico il leader della Uil, Luigi Angeletti, secondo il quale “la situazione dell’Ilva sta precipitando…Allo stato, le probabilità di una catastrofe occupazionale ed economica stanno crescendo. Speriamo che l’incontro di stasera, convocato d’urgenza a Palazzo Chigi, possa porre le premesse per un cambiamento di rotta”.

 
 
 
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