Creato da giadaloreta il 05/09/2012

La Donna

La donna si rappresenta nelle sue tante sfaccettature e ogni donna in ogni età ha la sua bellezza ... la donna va guardata negli occhi per scoprire la sua profondità e vedere la sua luce.

 

 

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Post n°16 pubblicato il 25 Ottobre 2012 da giadaloreta
Foto di giadaloreta

 

La piccola principessa

 

La piccola principessa (così ero considerata), venuta al mondo dopo tre fratelli già grandi, sono stata sempre coccolata da tutte le persone che mi circondavano e grande era l'orgoglio dei miei genitori...

Avevo  due anni quando si sono presentati davanti a me volti indiscreti, sguardi severi e persone invadenti,indossavano una divisa nera a strisce rosse e un astuccio che conteneva una pistola, piangevo quando li vedevo e mi andavo a rifugiare tra le braccia di mia madre ogni volta che venivano a casa per fare dei sopralluoghi, ero ancora una bambina.

Sono state le persone che hanno portato via mio padre.

Contavo i giorni, i mesi e sono passati undici anni senza mio padre, non mi sono resa conto che in quell'arco di tempo stavo crescendo, perché mi sono sentita subito grande, dall'inizio di quella terribile avventura.

Anche se lontana, ho cercato di tendere a mio padre sempre una mano, nelle lettere gli chiedevo di sorridere  e gli scrivevo che il mio bene per lui non era cambiato, non lo avevo dimenticato e da me era tanto amato.

Nei momenti di sconforto, sentivo mio padre ugualmente vicino, anche lui so che cercava di tendermi le mani e dirmi di non piangere e forte era il suo desiderio di asciugare le lacrime che scendevano sul mio viso.

Mi riempiva il cuore e mi rendeva felice quando nelle sue lettere mi scriveva: " Giadina, non aver paura. Ti voglio bene, sei la mia regina". E aggiungeva  che ero un fiore creato dal suo amore, un fiore bello e profumato anche se sfortunato perché lo avevo perso nel momento più speciale della mia vita.

Ho visto andare in prigione un uomo innocente, per errore di una giustizia che esiste ma ha tempi lunghi per arrivare alla verità.

Quell'uomo innocente, un detenuto per le carceri, un delinquente per la giurisdizione, ma un marito per sua moglie e un padre per i suoi figli, con occhi velati di malinconia a  chiedersi quale delitto avesse commesso per meritare una condanna così ingiusta.

Cercava parole di conforto ingenuamente in persone che gli avevano fatto un torto, ma rimaneva aggrappato al pensiero di un grande amore, dei suoi figli che amava più di ogni cosa, creati con la sua sposa.

Quando gli sembrò che la gente non ascoltasse più le sue parole,cercò di rompere il silenzio scrivendo su un foglio e ad una farfalla che si aggirava nella sua piccola stanza scrisse:*" cosa vieni a fare qui dentro, tu farfalla con le ali d'argento, qui trovi solo pianto e malinconia e allora tu che puoi, vola via ... il prato qui non è profumato, c'è solo ferro, cemento e filo spinato. Adesso che hai visto il mio tormento apri le tue ali al vento, porta via con te la mia speranza verso di lei.

Nel tuo viaggio se incontri gente dille che non ho fatto niente e se vai lontano di che sono un uomo nato buono e possono tendermi una mano".

 Anche se dentro quel mondo infernale e crudele, riusciva a pensare alle cose belle che si vivono al di fuori, dove si è liberi, ma orizzonti in apprensibili e una vita buia costellata da inauditi confini, dove lamenti di uomini soli si odono tenebrosi, in preda agli incubi della solitudine.

Sentire il proprio corpo schiacciato in una morsa di ferro, nessuno per cui darti un conforto e il cuore che ti batte forte e affannosi respiri imprimono nella mente l'immagine della morte.

Un freddo gelido e si sentono le ossa tremanti, per inauditi dolori tanto forti che non riescono a far prendere sonno.

Lo sguardo fuori e attraverso quadrati di ferro si scorgono fiocchi bianchi che cadono rapidamente e basta un istante per far coincidere che uomini incompresi, sono stati coperti in gelide mura e grossi grovigli di ferro.

 A volte ci si chiede cosa sia rimasto di un uomo abbandonato al proprio sconforto, pieno di amara solitudine. Con la mente concentrata all'ignaro destino che lo perseguita, uno dei tanti ignari destini forse che ognuno di noi ha.

Non è strano trovarsi isolato dal mondo e pensare a cose tragiche che in questo nostro mondo si vivono e ci sono momenti che non si riesce a portare la propria mente oltre le tragiche vicissitudini e si pensa all'uomo che invecchia, sembra strano, ma è così... è una cosa naturale, ma è angosciante vedersi diversi giorno dopo giorno e  guardandosi allo specchio si vede il volto trasformarsi.

Quello che fa rabbrividire il cuore e ti immerge in una profonda angoscia, è che nessuno mostra verso di te alcun interesse, così si pensa e si dice: "uomo stai per raggiungere la meta, la fine della tua vita".

 

 

 
 
 
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