« BabelComunicazione e tolleranza »

Immigrazione

Post n°10 pubblicato il 15 Maggio 2008 da stefpet

 

 

Perchè in questo blog si parla tanto di comunicazione?
Ultimamente a vedere i TG e a leggere i giornali sembra che ci sia una guerra
in atto alla verità; le notizie riguardano argomenti di secondaria importanza;
non si parla più di precariato, di famiglie deboli, di mutui che aumentano, di
petrolio che è arrivato alle stelle (il 62% del prezzo della benzina va allo
Stato), di salari insufficienti ad arrivare dignitosamente a fine mese. Mi
viene il dubbio che prima se ne parlasse per mettere in crisi il governo Prodi,
ma solo un po'. Qualcuno dirà che ora non se ne parla perchè prima ne parlava
la sinistra radicale (che vorrà dire poi sinistra radicale?) che ora è sparita.
Mi ricordo però che qualcuno, di questi temi, ne ha fatto una questione di
campagna elettorale ed ha pure vinto; quello stesso qualcuno ora ci toglierà
l'ICI, ma soprattutto detasserà gli straordinari. Ora la riflessione da porci (verbo
porre) è: se lo Stato detassa gli straordinari, i lavoratori sono contenti
perchè avranno più soldi netti in busta paga, qualche azienda deciderà di
dichiarare le retribuzioni cosiddette "fuoribusta", qualcun'altra
deciderà di iniziare a far fare gli straordinari ai propri dipendenti magari
mandando a casa qualche precario che a questo punto gli costerebbe di più
(tanto gli straordinari sono detassati). Al momento non ho sentito nessuna
istituzione fare un'osservazione del genere, neanche dai sindacati. Potrebbe
anche essere che sia stata fatta ma io non ne so nulla;capitemi dopo 5 minuti
di TG o 2 pagine di un qualsiasi giornale mi si rigira lo stomaco e quindi
lascio stare. L'unica voce fuori dal coro è quella di Di Pietro, spero che non
molli anche lui. Comunque oggi la comunicazione ci dice che i problemi
dell'Italia sono cambiati: sono la sicurezza minata dai rom (e non dalla
camorra), sono le buche sulle strade di Roma e non i palazzinari amici che
hanno sparso asfalto su tutta la periferia, sono gli immigrati clandestini e in
proposito ho deciso di fare una ricerca consultando il "Rapporto
sull'immigrazione" della Caritas e leggete cosa ne esce fuori.

Dati sull’immigrazione



In Italia il fenomeno dell’immigrazione è diffuso su
tutto il territorio nazionale; solamente il 20% degli immigrati si trova nelle
provincie di Roma e Milano, al contrario di altri paese dove la concentrazione
è molto più alta. La presenza di immigrati in Italia sta aumentando ogni anno, essendo
un paese di nuova immigrazione, al contrario di paesi come la Germania, di
vecchia immigrazione, dove rimane stabile. L’afflusso di immigrati per lavoro
ha manifestato, nel 2006, una discrepanza tra domanda e offerta, in quanto a
fronte di 170 mila posti offerti, ci sono state 540 mila richieste, tanto che è
stato necessario un nuovo decreto per altri 350 mila ingressi, anche se si dà
per scontato che gli stranieri in attesa di chiamata lavorativa rimangano nel
loro paese di origine, mentre invece hanno già avuto esperienze di lavoro in Italia.
La graduatoria dei paesi d’origine di questi lavoratori vede di gran lunga al
primo posto la Romania con 130 mila domande, poi il Marocco (50 mila), Ucraina
e Moldavia (35 mila ciascuno), Albania (30 mila), Cina (27 mila), Bangladesh
(20 mila). C’è poi l’afflusso di immigrati irregolari, dovuto a vari fattori e
che purtroppo rende le persone meno disponibili all’accoglienza degli
stranieri. Soprattutto l’Italia, per la sua posizione geografica, è meta scelta
da tanti mercanti di manodopera; sono molte le persone che muoiono nei nostri
mari, ma anche asfissiati nei tir, sotto i treni o persino nei carrelli degli
aerei. Tanti sono i motivi per cui queste persone rischiano la loro vita per
giungere in Italia, non ultimo il fatto che solamente il 36,5% viene
rimpatriato. Comunque la presenza di immigrati regolari in Italia, comunitari e
non, è stimata a circa 3,7 milioni di unità nel 2006. Tale presenza in Italia
(ma anche in Spagna) è destinata ad aumentare in maniera più veloce
percentualmente anche a quella degli USA. Gli immigrati incidono
strutturalmente in Italia: perché incidono del 50% sull’incremento della
natalità; perché rispondono a particolari esigenze occupazionali; incidono per
il 6,1% sul PIL italiano; perché pagano 1,87 miliardi di euro di tasse. La
presenza di questi soggiornanti stranieri in Italia è così distribuita: il
33,7% nel Nord Ovest e il 25,9% nel Nord Est, il 26,6% nel Centro e il 13,8%
nel Sud. Rispetto al 2000, nel 2006 gli europei sono aumentati del 8,9%, gli
africani sono calati del 5,7%, così come gli asiatici del 1,2%, gli americani
del 2,1% e gli abitanti dell’Oceania dello 0,1%. I motivi principali di
immigrazione sono per lavoro e per ricongiungimento familiare: questo denota la
presenza di progetti di vita di lunga durata tra gli immigrati, ma soprattutto,
la presenza della famiglia a supporto del lavoratore facilita il processo di
integrazione dell’intero nucleo. Tutto ciò è stato possibile grazie alla
stabilizzazione intervenuta dopo la regolarizzazione del 2002, quando molti
adulti si sono fatti raggiungere dalle loro famiglie; così il numero dei minori
è aumentato notevolmente.

Piani di integrazione nell’ambito scolastico



Così come è aumentato il numero dei minori che si sono
ricongiunti con i loro genitori, nello stesso modo è aumentato il numero di
studenti stranieri, tanto che il M.I.U.R. ha emanato le “Linee guida per
l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”, grazie alle quali
partendo dall’analisi dello scenario in contesti educativi europei, si arriva
alla scelta dell’educazione interculturale; a questo si arriva anche tramite
l’analisi dell’esperienza di alcuni paesi europei che il fenomeno
dell’immigrazione l’hanno vissuto da molto più tempo. Nel documento del
M.I.U.R. si evidenzia:

innanzitutto la necessità di favorire il criterio di eterogeneità delle
cittadinanze nella composizione delle classi, piuttosto che quello di
omogeneità per provenienza territoriale o religiosa degli stranieri; che
bisogna fare attenzione all’accoglienza degli stranieri nell’area
amministrativa (iscrizione, documentazione sanitaria e scolastica),
comunicativa-relazionale e educativo-didattica; che le scuole secondarie di
primo grado possono organizzare iniziative volte al conseguimento del titolo
conclusivo di primo ciclo, anche attraverso integrazione con altri sistemi; l’importanza
dell’insegnamento della lingua italiana agli studenti stranieri sia per
comunicare (può servire da un mese a un anno), sia per studiare (servono
diversi anni); l’importanza dell’offerta di un percorso orientativo volto a
provvedere in modo adeguato alle proprie scelte scolastiche e lavorative; l’importanza
della figura del mediatore linguistico e culturale che abbia compiti di
accoglienza nei confronti degli allievi neo arrivati e delle loro famiglie, di
mediazione nei confronti degli insegnanti, di interpretariato e traduzione nei
confronti delle famiglie e di assistenza e mediazione negli incontri dei
docenti con i genitori; che l’educazione interculturale deve essere presente
nella formazione iniziale e in servizio degli insegnanti, proprio per il
pluralismo culturale e per la complessità del nostro tempo; che il consiglio di
classe che deve valutare l’allievo straniero deve conoscere il suo passato
scolastico, per riuscire a prevedere il suo sviluppo futuro; l’attenzione alla
conoscenza delle più qualificate espressioni e conquiste artistiche e
scientifiche dei diversi popoli, anche nell’ottica di una valorizzazione della
civiltà e dei valori umani universali.




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>> L'onda Xenofoba. su Frammenti di...
Ricevuto in data 16/05/08 @ 11:32
Ormai è psicosi. La caccia all'immigrato è cominciata. Il Rom è il male assoluto da estirpare, se... (continua)
 
Commenti al Post:
JonathanLivingston.G
JonathanLivingston.G il 16/05/08 alle 11:18 via WEB
Purtroppo in Italia c'è molta ignoranza. E l'ignoranza, se gestita malamente come fanno media e politici italiani, crea violenza.
(Rispondi)
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