insieme

Post N° 6


Lo Spirito Santo è all'origine della preghiera che rispecchia nel modo più perfetto la relazione intercorrente tra le divine Persone della Trinità: la preghiera di glorificazione e di azione di grazie, con cui si onora il Padre, e con lui il Figlio e lo Spirito Santo. Questa preghiera era sulla bocca degli apostoli nel giorno della Pentecoste, quando “annunziavano le grandi opere di Dio”. Lo stesso avvenne nella casa del centurione Cornelio, quando, durante il discorso di Pietro, i presenti ricevettero “il dono dello Spirito Santo” e “glorificavano Dio”. San Paolo interpreta questa prima esperienza cristiana, diventata patrimonio comune nella Chiesa delle origini, quando nella lettera ai Colossesi, dopo aver auspicato che “la parola di Cristo... dimori in voi con tutta la sua ricchezza”, esorta i cristiani a permanere nella preghiera, “cantando a Dio di cuore e con gratitudine”, ammaestrando e ammonendo se stessi con “salmi, inni e cantici spirituali”. E chiede loro che questo stile di vita orante venga trasferito in tutto “quello che si fa in parole ed opere”: “Tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre”. Analoga raccomandazione nella lettera agli Efesini: “Siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni... cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo”. Risalta qui la dimensione trinitaria della preghiera cristiana, secondo l'insegnamento e l'esortazione dell'Apostolo. Si vede altresì come, secondo l'Apostolo, è lo Spirito Santo che sprona a tale preghiera e la forma nel cuore dell'uomo. La “vita di orazione” dei santi, dei mistici, delle scuole e correnti di spiritualità, che si è sviluppata nei secoli cristiani, è sulla linea dell'esperienza delle comunità primitive. Su tale linea si mantiene la liturgia della Chiesa, come appare, ad esempio, nel “Gloria in excelsis Deo”, quando diciamo: “Ti rendiamo grazie, per la tua gloria immensa”; così nel Te Deum, nel quale lodiamo Dio e lo confessiamo Signore. Nei Prefazi, poi, ritorna l'invariabile invito: “Rendiamo grazie al Signore Nostro Dio”, e i fedeli sono invitati a dare la risposta di assenso e di partecipazione: “E cosa buona e giusta”. Come è bello, peraltro, ripetere con la Chiesa orante, alla fine di ogni Salmo e in tante altre occasioni, la breve, densa e splendida dossologia del Gloria Patri: “Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito Santo...”.