Pagine africane

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 E’ stato un risveglio di odori questa mattina, di cipolle soffritte e di acre spazzatura bruciata, l’odore del sudore e quello dell’olio di karitè. I bambini si spalmano l’olio sulla pelle per vincere la secchezza dell’aria e il calore del sole, i vestiti sono laceri come sempre ma is orrisi sono ariosi come solo i piccoli sanno fare. Ho visitato una scuola di bambini sordi, una in città; in classe c’era il motorino della maestra e un gigante di 17anni insieme ai piccoli  della seconda elementare, un sépare di sghembo compensato divide l’altra classe con un’altra maestra e altri bambini, tanto sono sordi e le due classi non si danno fastidio  La luce filtra dalle vuote finestre interrotta da persiane di ferro, l’effetto penombra obbliga gli occhi a socchiudersi un poco, il candore della mattina disegna sagome oscure di bambini che parlano coi segni, distinguo a stento le bianche fila di denti.  Una povera bimba, con le gambe morte stava seduta sul pavimento di cemento, sottola lavagna, lo sguardo vacuo, la maglietta sporca e lacera…la figlia della maestra credo.  Poco più avanti si mangiano per la strada spiedini di fagioli, una donna, con 4 o 5 bambini intorno, impasta palline di purée di fagioli e li arrostisce sulla carbonella…un asino tira un carretto di ananas acerbi e donne musulmane vendono il riso a mucchi sulla strada. Mi avvicino al mercato coperto, fuori una squadra di operai pulisce lo scolo della fognatura, mucchi di detriti color della pece, maleodoranti , s’ammonticchiano al lato della strada, il liquame scola verso il marcapiede e la gente saltella oltre l’ostacolo…gli operai hanno gli stivali e con la pala gettano l’informe ammasso di rifiuti sopra un camion. Entro nel mercato al coperto di Ouaga ; come il miele per le mosche attiro decine di commercianti che mi offrono l’impossibile « Monsieur voule vous » … « No  grazie ! ».«  Monsieur  Pietro’ » …avranno sentito il mio nome mentre parlavo con gli amici italiani…. Pietro’ con l’accento sulla o. La pressione è tanta , il caldo, le mosche, stoffe colorate, spezie profumate, banane arrostite, acqua nel sacchetto …ne vuoi? Mi dice un tale che il mercato al coperto è stato costruito nel 1985, nel periodo di Sankara…sembra un parcheggio multipiano, più arioso, più bello ! Un camion che trasporta legname si è messo di traverso sulla strada, cerca di fare manovra  tra sedie di plastica impilate e mucchi di ciabatte decorate, e il traffico espode : come una massa senza forma la gente e le biciclette e le motorette e i carretti ed anche un cavallo scivolano intorno al camion; come un fiumedi lava bollente aggirano l’ostacolo, lo sfiorano e lo assimilano, lo fanno proprio e sembrano trascinarlo oltre la moschea…poco distante una donna con due bambini chiede la carità e un bambino con una scatola di pelati vuota al collo  bussa ai vetri della nostra toyota.  Si rientra stanchi non si sa di che ; si rientra impolverati e un po’ più poveri ogni volta. Questa è la nostra umanità ! Me ne ricordero’ nelle sere d’inverno, al tepore della nostra casa in Italia, davanti all’inutile televisore ; devo ricordarmene !