Pagine africane

cibo


 Si fa presto a dire« mangiare »  Qui in Burkina, a scuola,  il pasto è una sorta di miracolo che si rinnova sempre uguale a se stesso. I bambini sordi sono seduti a tavola e appare una zuppa, una polenta, della verdura, …qualcosa si manifesta. Si dice la preghiera con i segni, si ringrazia e si benedice con le mani. Monopiatto e monosapore. Si mangia in 10 minuti come fanno i bambini, come fanno le persone che mangiano per nutrirsi davvero.  Fuori dalle mura della scuola il cibo è un’avventura quotidiana fatta di miglio o di tuberi bolliti, di teste di gallina o di pesce, di baguettes francesi ma anche di fame e di miseria; si mangia con le mani ma questo è il meno, si mangia come si puo’, dove e quando si puo’.  Farsi la pasta vuol dire farsi venire un poco il senso di colpa occidentale, vuol dire pensare all’autosufficienza alimentare di Sankara… « Alimentarsi con quello che si produce e produrre quello che basta a sfamarsi ».  I piatti hanno nomi complicati per alimenti semplici : riso, migio, mais, pollo e pesce L’acqua nel sacchetto, monodose e monouso, è la novità della giornata; si vende, si raffredda, si beve bucando il sacchettino trasparente e succhiando dal foro. E’ acqua pulita, sterile, per niente buona e forse un po’ triste. L’unica acqua potable ici !