PanDiStelle

Questa storia ha inizio in una calda serata estiva quando la signora Lilla tornava dalla sua passeggiata con il suo piccolo bastardino Birillo.Faceva veramente un caldo umido e appiccicoso, ma Lilla non aveva alcuna intenzione di togliersi quel maglioncino di filo che le era stato regalato dal marito, morto da tre anni, e al quale si era affezionata a tal punto da portarlo sempre con sè, addosso, come se fosse una seconda pelle.

Lo toglieva una volta ogni due giorni per lavarlo, e ritornava sempre bello pulito come il giorno in cui era stato acquistato, con la piccola differenza che allora aveva tante piccole perline di legno a forma di fiori attaccate sulla modesta scollatura, e sulle piccole maniche corte...di quelle perline restava solo una piccola traccia, un'ombreggiatura più chiara sulla stoffa marroncino chiaro, che non se ne voleva andare a nessun costo. Come per ricordare i vecchi tempi, che sul volto della signora sembravano aver nascosto piccoli tesori, tra quei solchi rugosi, quelle spigolature ossute del suo corpo magro e quasi trasparente...

Insomma, stava andando adagio a casa accompagnata da quel piccolo e zoppo esserino che era il suo cane, quando ad un tratto un oggetto capitato lì, per caso o per destino, attirò la sua attenzione.

Era decisamente difficile da identificare, perchè era troppo grande per essere una semplice biglia, ma troppo piccola per sembrare una qualsiasi pallina da gioco...era rotonda, sì, come ogni altra sfera del mondo, ma aveva un non so che di opaco,di lontanissimo da un comune oggetto di svago...solamente guardando quel vetro violaceo e completamente appannato, a Lilla venne il desiderio di prenderlo in mano, di toccarlo, di odorarlo, di possederlo. Si avvicinò guardandosi intorno, in cerca di un eventuale padrone pronto a reclamare quella sottospecie di calamita per umani, ma nella sera c'era solo la sua ombra e accanto alla sua quella più minuta e goffa del suo vecchio cane che, ansimante, sembrava sul punto di cadere sull'asfalto freddo colpito da un infarto, tanto era stanco.

La signora, sempre guardandosi intorno con aria vigile,si abbassò sulle gambe e, come una bambina che raccoglie conchiglie in riva al mare,con occhi lucidi e avidi girò e rigirò quell'oggetto liscio tra le mani ossute, non avendo la minima percezione di quanto la sua vita stesse per cambiare.