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Post n°19 pubblicato il 05 Giugno 2013 da bamboladipioggia
Non sono mai stata 'adattabile'. Credo sia alla base di una buona intelligenza 'adattarsi'. L'essere umano, adattandosi, ha raggiunto la cosiddetta evoluzione (o almeno quella che spaccia come tale). Io, piuttosto che adattarmi, mi chiudo. Son passati anni da quando ho fatto capolino in questo Mondo, eppure più passa il Tempo meno riesco a stare con gli altri. Gli esseri umani non mi piacciono, le formalità non mi piacciono, i pregiudizi partoriti per funzionalità sociali e mai sottoposti a critica mi disgustano, la volgarità delle intenzioni della mediocrità dei più mi delude. Sincerità di parole, sincerità di cuore, sincerità, come la cosa più semplice eppure più snaturalizzata in due occhi di uomo. C'è tanta paura della solitudine. Io ho paura dell'ipocrisia, della falsità, dei tentativi costanti di fare le scarpe anche a chi si dice di amare, fosse anche senza volerlo, o senza partorire a tal riguardo grosse macchinazioni. Per tanti è una forma mentis, una sorta di 'mors tua vita mea' che secondo me è invece molto antieconomica. Vorrei tornare ai miei 15 anni per guardare la pioggia attraverso i vetri e sognare. Sono passati 20 anni da allora, e sogno sempre meno. Cerco l'eccezione, e l'eccezione non la trovo. Cerco l'eccellenza, e l'eccellenza non la vedo. Ho bisogno dell'unicità, ma è tutta melma e non vedo terra. Riesco solo a fare due passi nei meandri della mia testa a rimettere a posto pensieri in disordine... e tanti devo buttarli via... purtroppo.
Post n°18 pubblicato il 05 Giugno 2013 da bamboladipioggia
Sono qui e attendo. Attendo in modo lento. Dico 'lento' e non 'fermo' perché un'attesa non è mai ferma, altrimenti non si avrebbe nulla da aspettare visto che non si muoverebbe alcunché. Attendo ciò che voglio arrivi. Ecco perché le 'aspettative' forse hanno questo etimo: ci si aspetta qualcosa perché 'si aspetta' qualcosa. Ed è qualcosa che si possiede nella propria testa sotto forma di desiderio. E quanta confusione a tal proposito! Dalle dottrine Zen che spingono a vivere il presente a quelle basate sulla legge d'attrazione che esorta a desiderare per materializzare le proprie 'visualizzazioni'. Cosa è giusto? Tutto e niente. TUTTO ciò che ti fa sentire meglio e NIENTE che possa non sposarsi col tuo sentire. Attendo come un bruco che sa che diventerà farfalla ma sa benissimo che 'non è il momento'. Perché l'attesa non serve a uscire da ruoli, ma serve soprattutto a tessere i nuovi abiti nel modo più preciso. Da qui a indossarli con agio non vi è altro che l'attesa. E l'attesa è autentica solo quando le lancette dei secondi che si muovono ritmicamente non ti fanno paura, ma ti cantano una ninna nanna.
Post n°17 pubblicato il 22 Maggio 2013 da bamboladipioggia
La pellicola si era arrotolata. Il film non volevo più vederlo. Ci ho messo un po' a guardare timidamente l'inizio, ma poi ho pensato che ne valesse la pena. Mi è sfuggita dalle mani, mi ha tagliato la pelle. Stessi fotogrammi, stesso copione, con qualche piccola variazione per convincere me spettatrice a guardarlo e me attrice a recitarlo di nuovo. Non voglio più ricordare le battute. Voglio improvvisare. Il sipario è serrato in una stretta, cucito alla meno peggio. Ne divento prigioniera. Voglio uscire da questo teatro, non c'è aria, è stantio l'olezzo che sono costretta da me stessa a respirare. Non ho il senso dell'orientamento, come in quei sogni in cui la logica diventa spaventosa. Mi lancio dal palco, ma non devo non farmi male, né devo cadere bene. Devo farmi male nel punto giusto. Solo così sarò libera.
Post n°16 pubblicato il 14 Dicembre 2012 da bamboladipioggia
E' mattina ma ho le luci accese nella stanza. Fuori dalle persiane chiuse intuisco nuvole, ma mi va di continuare ad intuire senza averne la certezza. In fondo la speranza è figlia di quel dubbio che tanto odiamo. Fa più male il dubbio o la speranza?
Post n°15 pubblicato il 13 Dicembre 2012 da bamboladipioggia
Ci sono attimi che sembrano essere nati e morti immobili, senza che in mezzo vi sia stato alcun atto di dramma né di commedia. Se non fosse che è diversa l'espressione degli stessi attori. Se non fosse che fuori c'è sempre il rumore della pioggia che si agita. Se non fosse che tra l'inizio e la fine del mare le onde sono sempre in movimento, e sempre diverse. Se non fosse che i fondali sono più scuri e sulle navi non ci pensiamo. Ma spesso il punto d'arrivo è semplicemente un punto di ritorno, e di non ritorno all'arrivo.
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Inviato da: Epsilon_Revenge
il 27/07/2013 alle 15:19
Inviato da: tobias_shuffle
il 27/07/2013 alle 09:59
Inviato da: bamboladipioggia
il 27/07/2013 alle 02:06
Inviato da: Epsilon_Revenge
il 26/07/2013 alle 13:09
Inviato da: bamboladipioggia
il 26/07/2013 alle 10:58