Si narra che un giorno un ladro entrò nella capanna di Daigu e gli rubò le poche cose che aveva, dimenticandosi, però, di prendere un cuscino. Ryokan lo inseguì gridando: hai dimenticato il cuscino, potrà servirti. Questo fatto, probabilmente, gli ispirò l'haiku che segue:Il cuscino dimenticatoalle sue spalle:la luna è la mia finestra.di Ryokan DaiguNel primo verso: il ladro ha dimenticato il cuscino, per la fretta o per distrazione, ma che importa...Questo verso introduce l'argomento della poesia.Il secondo verso è legato al primo ? Ryokan alle sue spalle lo insegue per dargli il cuscino? Oppure ormai il fatto in se ha già perso di temporalità e il verso è legato ad un' altra esperienza della vita del poeta o del ladro, ad un'altra stagione dell'esistenza di entrambi o addirittura ad una altra esistenza che solo i legami sottili del karma hanno intrecciato?Il terzo verso, in apparenza è in disarmonia con i primi due, ma è proprio così? La luna nel suo eterno (solo in rapporto alla vita umana) peregrinare ha già fatto da spettatrice e coglie il poeta in un momento particolare e lo estranea, con la sua presenza silenziosa, dai piccoli fatti della vita quotidiana. Quello che è successo ha perso ogni significato, perché per Ryokan quello che veramente conta, ora, è che la luna è alla sua finestra, tutto il resto appartiene al passato e quindi non esiste più, conta solo l'incanto sempre nuovo dell'attimo presente che solo un verso può fermare per l'eternità.Nota: Daigu Ryokan, è stato un monaco Zen della scuola Soto, vissuto fra il 1758 ed il 1831. Il suo nome significa "grande pazzo, buono e generoso" e, per alcuni, questo monaco vissuto per trent'anni in una capanna sui monti è una figura paragonabile a San Francesco d'Assisi, forse per l'importanza che la compassione aveva nella nella sua vita. (note biografiche)
Un Haiku di Ryokan Daigu
Si narra che un giorno un ladro entrò nella capanna di Daigu e gli rubò le poche cose che aveva, dimenticandosi, però, di prendere un cuscino. Ryokan lo inseguì gridando: hai dimenticato il cuscino, potrà servirti. Questo fatto, probabilmente, gli ispirò l'haiku che segue:Il cuscino dimenticatoalle sue spalle:la luna è la mia finestra.di Ryokan DaiguNel primo verso: il ladro ha dimenticato il cuscino, per la fretta o per distrazione, ma che importa...Questo verso introduce l'argomento della poesia.Il secondo verso è legato al primo ? Ryokan alle sue spalle lo insegue per dargli il cuscino? Oppure ormai il fatto in se ha già perso di temporalità e il verso è legato ad un' altra esperienza della vita del poeta o del ladro, ad un'altra stagione dell'esistenza di entrambi o addirittura ad una altra esistenza che solo i legami sottili del karma hanno intrecciato?Il terzo verso, in apparenza è in disarmonia con i primi due, ma è proprio così? La luna nel suo eterno (solo in rapporto alla vita umana) peregrinare ha già fatto da spettatrice e coglie il poeta in un momento particolare e lo estranea, con la sua presenza silenziosa, dai piccoli fatti della vita quotidiana. Quello che è successo ha perso ogni significato, perché per Ryokan quello che veramente conta, ora, è che la luna è alla sua finestra, tutto il resto appartiene al passato e quindi non esiste più, conta solo l'incanto sempre nuovo dell'attimo presente che solo un verso può fermare per l'eternità.Nota: Daigu Ryokan, è stato un monaco Zen della scuola Soto, vissuto fra il 1758 ed il 1831. Il suo nome significa "grande pazzo, buono e generoso" e, per alcuni, questo monaco vissuto per trent'anni in una capanna sui monti è una figura paragonabile a San Francesco d'Assisi, forse per l'importanza che la compassione aveva nella nella sua vita. (note biografiche)